Imprevisto

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Draco aveva notato già da un paio di notti che le gambe di Hermione erano a posto, ma se da un lato era contento perché finiva quella scocciatura, dall'altra era quasi dispiaciuto perché non avrebbe più avuto l'occasione di avvicinarla così tanto. Quella sera decise di farle fare delle prove di forza, così da metterla in piedi la sera successiva. Si guardò allo specchio. Era proprio un disastro: il colorito si era fatto spento, lui che di solito aveva una stupenda pelle diafana; gli occhi erano bordati da pesanti occhiaie, segno della fatica di tutte quelle notti, le spalle incurvate leggermente per aver perso l'abitudine al volo sulla scopa di tutti i giorni. Ma una cosa su tutte lo stupiva: no, non erano i muscoli guizzanti allenati dallo sforzo che faceva a muovere le gambe della Granger, erano i suoi occhi, diventati luminosi e famelici come quelli di una belva in agguato. Cosa gli stava combinando quella mezzosangue? Perché non era più interessato a nessuna? Eppure nel tempo aveva avuto anche due o tre ragazze assieme in attesa che quella che bramava gli cedesse. La Granger invece prosciugava sia le sue forze fisiche che quelle intellettuali: spesso parlavano delle materie scolastiche (entrambi erano migliorati in quelle in cui zoppicavano), ma anche di arte (Hermione aveva scoperto che Draco ammirava l'arte greca), di libri trovati nella biblioteca della scuola e di cucina. Sì di cucina. Anche se non sembrava a Draco piacevano moltissimo alcuni piatti che assomigliavano a delle ricette babbane ed Hermione si divertiva a trovare le differenze suggerendogli per quando sarebbe tornato a casa di provare la variante (cosa che lui si sarebbe ben guardato dal fare). Draco si sorrise nello specchio. Quella caccia era entusiasmante: decise di mettere in difficoltà la ragazza spalmando il suo petto di olio al tè verde per far scivolare meglio i piedi di lei. Si coricò che stava ancora sorridendo. Chiuse gli occhi e se preparò per la serata più divertente di tutto quel mese.

Hermione era nervosa. Aveva notato che le sue gambe erano quasi a posto e questo la allarmava. Avrebbe dovuto smettere di "frequentare" Draco. Pensò a quel mese passato insieme a ridere e scherzare come compagni di casata, a parlare di tutto e di niente come amici, a spiare l'uno gli occhi dell'altra.... Aveva scoperto la passione di Draco per i libri, per l'arte greca, per la cucina e lei si divertiva a stuzzicarlo confrontando le ricette magiche con quelle babbane. Avevano fatto miracoli con le gambe e i suoi amici, a parte Ginny, non avevano sospettato nulla. Si erano divertiti a litigare a lezione e per i corridoi, mandandosi al diavolo in Sala Grande e sulle scale. Nonostante tutte le altre preoccupazioni, quel periodo riconobbe Hermione, era proprio stato piacevole. Si addormentò con il sorriso sulle labbra certo che sarebbe stata una notte divertente come le altre. "Granger" fece Draco sedendosi sul letto della grifona "Granger svegliati" Hermione aprì gli occhi e sentì subito un profumo diverso invaderle le narici. Lo vide di nuovo a torso nudo e avvampò come la prima volta. "Beh, direi che come risveglio non c'è male!" fece lei con una risatina. Draco sentì il sangue rimescolarsi nelle vene: allora aveva fatto colpo sul serio! La conquista era sempre più vicina! "Bando alle chiacchiere Granger: stasera lavoriamo di forza e domani ti metterò in piedi!" "Ma tu sei pazzo! Non ce la farò mai!" "Come non ti fidi di me?" "Dopo tutto questo tempo? Ho imparato a farlo ma non sono sicura che tu non abbia battuto la testa oggi pomeriggio" fece lei seria. Draco non si trattenne e scoppiò in una risata. Non per quello che lei aveva detto, ma per la sua espressione corrucciata e seria dipinta in faccia. Hermione quasi sussultò a quel suono mai sentito: doveva ammettere che lui aveva una bella risata, calda e coinvolgente, che mai gli avrebbe attribuito ma che in quel momento aveva contagiato anche lei. Dopo lo scoppio di ilarità, Draco le prese le caviglie e appoggiò al petto i suoi piedi piccoli caldi e profumati. "Stasera Granger dovrai buttarmi a terra" "Ma scherzi?" "No. E' un modo per farti esercitare i muscoli senza gravarti del peso del corpo. Vai." Hermione tentò titubante di spingerlo via. "Non sento niente, Granger. Mettici più impegno." Hermione si concentrò su una gamba e fece forza. "Va meglio. Insisti." Ordinò lui. Hermione aggrottò la fronte e si impose quello sforzo "Bene, ancora." "Ora con l'altra gamba" "Dai Granger, non possiamo fare l'alba!" La ragazza era sotto sforzo e sudava copiosamente. "Oh, al diavolo!- fece, ricadendo supina sul letto- fammi riposare un po' per Godric!" "Non ci pensare neanche, per Salazar!" e giù risate "Va bene, va bene, mio carceriere" Hermione mise tutta sé stessa nella spinta successiva ma i suoi piedi scivolarono e persero la presa sulle spalle di lui. "Ma cosa..?" "Ebbene sì, ho voluto metterti in difficoltà Granger. Non sarà così facile respingermi, visto che sono ricoperto di olio. Questo aumenterà la fatica, ma anche la tua resistenza" Hermione prese la bacchetta e trasfigurò il suo pigiama in una canotta. "Stasera farà caldo qui" fece sorridendo mentre il ragazzo non si perdeva lo spettacolo della sua pelle scoperta. "Decisamente" replicò lui sentendo gli ormoni partire. Si disse che forse quella sarebbe stata la giusta serata. Non ce la faceva più a toccare la Granger e sentire il suo corpo reagire, avrebbe voluto saltarle addosso ma non voleva spaventarla. Represse di nuovo i suoi istinti facendo prevalere la parte razionale. Non era il momento. Di nuovo fece appoggiare le gambe della ragazza sul suo petto incitandola a spingere. Lei fu molto brava, Draco sentiva che la forza le era tornata. Dopo l'ultima spinta, il biondo vide che si era fatto tardi, l'incantesimo stava terminando. "Bene Granger per stanotte abbiamo finito" lei si illuminò e progettò uno scherzo: provò a spingerlo di nuovo, per farlo cadere. Non aveva intenzione di fargli male, ma solo di dimostrargli che si era applicata e a fine seduta era in grado di spingerlo via, come lui le aveva chiesto all'inizio. Draco preso alla sprovvista si sbilanciò indietro e l'istinto fu quello di andare nella direzione opposta, cioè in avanti; complice il sudore e la pelle viscida, si sentì scivolare in avanti, proprio in mezzo alle gambe di Hermione. Chiuse gli occhi. Atterrò sul morbido e aprendo gli occhi, si rese conto di essere finito con la faccia sul seno di lei. Draco sentì il suo corpo ribollire come se lo avessero gettato nel fuoco; sentì la vena del collo cominciare a pulsare, presagio di qualche colpo di testa. Lei era rimasta pietrificata, il suo innocente scherzo le si era ritorto contro. Si fissarono per un tempo infinito, poi lui allungò una mano e la infilò tra i capelli di Hermione. Rimase stupito dalla morbidezza dei ricci che da fuori sembravano un groviglio inestricabile. In quel momento l'incantesimo finì e Draco scomparve. Hermione quella notte non dormì, sentiva ancora il corpo di lui a contatto con il suo, il suo odore, i suoi occhi che l'avevano scombussolata dentro. Ma anche un'altra persona quella notte non dormì: Draco si fissò tutta la notte la mano con cui aveva stretto i capelli di lei e il suo corpo caldo e profumato a contatto con il suo. Una terza persona sorrise sorniona nel buio; Silente aveva visto cosa era successo ed era soddisfatto: la via per la redenzione di Draco Malfoy era stata tracciata e ora stava solo ai protagonisti decidere se seguirla o meno.

La Pazienza del Ragno - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora