|Capitolo 24|

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Dopo averla cercata in tutti i luoghi dove di solito passava le giornate, andai a cercarla anche in biblioteca dove fortunatamente la trovai mezza sdraiata su un divano di finta pelle a leggere un libro. Questo aveva una copertina rossa, il titolo era scritto in oro e avrebbe potuto contare anche più di cinquecento pagine.

<<mi dispiace se non sembra che io mi fidi ciecamente di te perché lo faccio>> le dissi schietto

<<sabato prossimo ci sarà un ballo dove parteciperanno praticamente tutti, ti va di andarci insieme?>> mi chiese cambiando argomento

<<mi andrebbe. Ma dovremmo andarci insieme come amici o fidanzati?>>

<<non mi sembra che siamo fidanzati>>

<<compagni, ok. Quindi?>> le domandai come se fosse una questione di vita o di morte

<<come mio compagno. Così potrei presentarti ufficialmente>>

<<o mio dio>> alle sue parole mi colse un’ondata improvvisa di calore e fui costretto a poggiarmi al tavolino al centro della camera.

<<ma stai bene?>> nel frattempo si era avvicinata e mi aveva messo un braccio attorno alla vita

<<sì, scusa. È che non è una cosa da prendere molto alla leggera>>

<<come lo devo prendere? È un sì o no?>>

<<sicuramente non posso non accettare. Ma sei sicura che io gli andrò bene?>> chiesi davvero preoccupato che non potessi essere molto adatto ad una come lei

<<gli andrai sicuramente bene, altrimenti che si attacchino: io voglio stare con te>>

<<anch’io>> dissi dandole un bacio a stampo. Subito dopo mi ricordai le parole di suo fratello e decisi di darle un altro bacio meno casto. Le appoggiai le mani sui fianchi mentre lei mi circondò il collo con le sue. A differenza delle altre volte però non mi sarei limitato ad un bacio, o almeno lo speravo. Mentre una mano rimase ferma l’altra la feci scendere fino ad arrivare al suo sedere che strinsi. A quel tocco lei si lasciò scappare un gemito, non si aspettava che sarei andato oltre. La seconda mano presto seguì la prima. La presi in braccio e le feci appoggiare la schiena contro il muro. Una delle sue mani andò verso il bordo della mia maglia e lo superò. Mi iniziò ad accarezzare il petto e con l’altra mi tirava leggermente i capelli.

<<hai messo su un bel po’ di muscoli ultimamente>> mi sussurrò staccandosi solo per qualche secondo, per poi riprendere il nostro bacio.

<<portami sul divano>> mi sussurrò. Non aspettai altro tempo e la feci sdraiare sul divano. Una delle mani rimase sul suo sedere mentre l’altra la portai sulla sua schiena. Dopo un po’ riuscì finalmente a sganciare il gancetto del reggiseno.
Andai con una mano all’orlo della sua maglia e gliela cercai di togliere, non ci riuscì però con una sola mano quindi lei mi aiutò e in poco tempo rimase in reggiseno. Mi tolsi allora anche la mia maglia. Con calma le tolsi anche il reggiseno.
Ora a dividerci non c’era nessun pezzo di stoffa. Iniziai a baciarle il collo e poi le clavicole. Mi resi a quel punto conto di quello che stavo facendo, ma non mi tirai indietro, anzi scesi ancora e arrivai a baciarle il seno.
Lei spostò le mani dal mio petto ai miei jeans che sbottonò e mi fece scendere fino a poco sotto le ginocchia. Una delle due mani la poggiò sulla mia schiena mentre l’altra si trovava sopra al rigonfiamento che avevo nei boxer . Presto anche questi fecero la stessa fine dei miei pantaloni. Lei prese in mano il mio sesso e iniziò con un movimento che mi stava facendo impazzire

<<Sara…>> gemetti. Continuò con il suo movimento alternando ad un ritmo più veloce uno più lento finchè non venni con un urlo strozzato in gola.

<<ti vuoi fermare?>> mi chiese guardandomi negli occhi per cogliere ogni sorta di dubbio che avrei potuto avere

<<no>> non servirono altre parole che ricominciammo a baciarci sempre più vogliosi.

<<hai..>>

<<sì, in camera però>> mi interruppe lei

<<andiamo?>> le chiesi non smettendo di baciarle il collo.

La presi per mano e dopo esserci vestiti alla rinfusa corremmo verso la sua, o meglio nostra ormai, camera. Presi la chiave e chiusi la porta e raggiungemmo in pochi secondi il letto. Ancora più velocemente i nostri vestiti raggiunsero i piedi del letto e le nostre pelli tornarono finalmente a toccarsi tra di loro.

<<terzo cassetto>> mi disse in preda alla foga. Allungai il braccio e, dopo aver aperto il cassetto, presi quello che stavo cercando

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