|Capitolo 26|

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<<...Ho quindi assunto degli investigatori che in pochi giorni mi hanno dato delle informazioni riguardo la tua vita che non ti rendono di certo all’altezza di mia figlia!>>

<<dai tesoro, non può mica aver fatto chissà cosa, o mi sbaglio?>>  

<<quello non merita di stare in questo castello, figuriamoci nel letto di nostra figlia!>>

<<papà la vuoi smettere?!?>>

<<lo sapevi che questo ragazzo è stato in prigione ed è uscito solo perché gli hanno pagato la cauzione?>>

Quando finì di pronunciare quelle parole la mano che mi stava stringendo prima me la stritolò completamente. Aveva raddoppiato la forza con cui la stringeva preoccupato dalla situazione e da come io avrei potuto reagire.

<<non ti hanno informato bene i tuoi informatori a quanto pare>> dissi spostando lo sguardo dalle nostre mani a mio padre cercando di mantenere il massimo della calma

<<che intendi dire?>>

<<se ti avessero informato bene sapresti che a pagargli la cauzione sono stata io>> dissi non distogliendo lo sguardo e senza far trasparire nulla dal mio tono di voce

<<e per quale ragione avresti dovuto fare una cosa del genere? Ti ha minacciata in qualche modo? Ti ricatta? Ti prego dimmi che non avete fatto nessuna cavolata…>>

<<l’ho fatto perché è colpa mia se l’hanno arrestato e poi non vedo il motivo per cui dovremmo darti delle spiegazioni>>

<<ma come ha fatto a farti mentire in questo modo?>>

<<non ha fatto nulla. Non ho bisogno di mentire su di lui, ma purtroppo l’ho capito solo ora!>> risposi alzando la voce

<<comunque sia andata non puoi uscire con una persona simile!>>

<<e invece lo farai perché altrimenti il nuovo erede sarà il figlio di tuo fratello e penso tu sappia cosa voglia dire…>> non potevo fargli un torto del genere …

<<non puoi farmi questo, non ne hai nessun diritto>> gli dissi con le lacrime agli occhi

<<sono tuo padre e visto che non ti dispiace vivere in queste condizioni devi fare quello che ti dico io!>>

<<bene, allora rinuncerò a quelle cose>> dissi convinta

<<non puoi farlo>> era evidentemente scioccato da quello che sarei stata disposta a fare

<<lo farò, non ci vedremo più così spesso da oggi in poi>> dissi risoluta

<<non può fare questo a sua figlia, mi dispiace, non immagina quanto sire, ma se non mi crede me ne andrò io, sua figlia non centra nulla>> si intromise nella nostra lite Luca

<<tu non lo farai, non te ne andrai senza di me!>> gli dissi non potendo sopportare l’idea di separarmi da lui
<<è la decisione migliore>> disse con tono di voce basso
<<sono d’accordo>> lo assecondò mio padre.

Non volendo continuare questo litigio mi alzai da tavola e corsi verso la mia camera. Entrai sbattendo la porta e mi gettai sul letto. Le lacrime iniziarono a sgorgarmi dagli occhi, non riuscivo a fermarle. Sentì una mano che mi accarezzava la schiena e una presenza vicino a me. Era Luca.

<<ce la faremo. Insieme supereremo anche questa>>come faceva ad essere così tranquillo? Non me ne capacitavo e infatti glielo chiesi

<<potresti venire qualche giorno a stare nella mia vecchia casa. Non è neanche paragonabile alla bellezza di questo castello e non avresti tutte le comodità che hai qui, ma almeno passeremmo del tempo insieme…>>

<<se tu te ne vai io ti seguirò. Magari tornerò per qualche giorno al castello ma per la maggior parte del tempo starei a casa tua>>

<<per un certo periodo di tempo avevo smesso di considerarla tale>> mi confessò arrossendo. Non avevo parole, i sentimenti che lui dimostrava nei miei confronti, nessuno me li aveva dimostrati prima.

<<non so cosa dirti, tu… io… non posso vivere senza di te>> gli dissi voltandomi verso di lui e scoppiando a piangere.

<<nulla ci potrà separare>>

<<rimani almeno questa notte>>
Non c'era stato bisogno di dire altro

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