|Capitolo 12|

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<<buongiorno>> mi disse una voce appena mi svegliai

<<buongiorno am-Luca>>

<<cosa stavi per dire?>> mi chiese cercando di trattenersi dal sorridere

<<niente…>> lui allora cominciò a farmi il solletico che, tra parentesi, soffrivo tantissimo.

<<Luca p-er fav-ore>> dissi non riuscendo a smettere di ridere
<<smetto solo se lo ripeti>>

<<va bene, va bene. Ti stavo per chiamare amore>> appena glielo dissi lui cominciò a baciarmi. Dopo poco mi chiese l’accesso che non gli negai. Le nostre lingue si rincorrevano tra loro mentre il mio cuore stava scoppiando.

<<ti amo, sarà presto ma...>> gli dissi quando ci staccammo

<<ti amo anch’io>> mi interruppe arrossendo, ma guardandomi negli occhi.
Ci sdraiammo nuovamente. Avevo la testa appoggiata al suo petto e tenevo gli occhi chiusi. Dopo un po’ lo stomaco di Luca iniziò a brontolare.

<<ehm…scusa>>

<<da quanto non mangi?>>

<<ecco…da ieri mezzogiorno>> a quella risposta sbarrai gli occhi

<<che ne dici se chiedo a qualcuno di portarci la colazione?>>

<<dovrei essere io il tuo servitore…>>

<<per me non lo sei di certo>>

<<ti devo tutto>>

<<ma cosa dici?>> dissi arrossendo io questa volta

<<mi hai tirato fuori di prigione, hai pagato la cura di mia sorella, ieri mi avrebbe sicuramente picchiato se non lo avessi fermato e mi tratti bene nonostante come ti ho trattato>>

<< uno ti ci ho fatto finire io in prigione, due tua sorella è una bambina e non dovrebbe soffrire, tre poi mi dirai perché ti voleva picchiare e infine ti meriti tutto>>

<<non ha importanza perché lo volesse fare>>

<<ne ha invece, dimmi il perchè>> 

<< avevano scoperto che ero stato io a rubare il pane l’altro ieri. Sai, ero abituato a non mangiare molto visto la nostra situazione economica, ma qui era ancora peggio: se sbagli o ci metti troppo tempo per fare qualche lavoro o ti picchiano o ti lasciano senza cibo anche per giorni…>> 

<<o mio dio! Ti giuro che non lo sapevo. Cercherò di fare qualcosa al riguardo>>

<<ora non parliamone per favore, mangiamo solamente>>

Presi allora il telefono collegato a quello della cucina e chiesi che mi portassero in camera una doppia porzione di tutto quello che mangiavo di solito. Dopo cinque minuti circa ci portarono la colazione.

<<scusi se glielo chiedo, ma non dovrebbe essere passato a preparargliela il suo servitore?>> mi chiese una servitrice mentre mi porgeva un vassoio con le colazioni

<<oggi non sta molto bene quindi preferisco che si riposi per un giorno>> dissi un po’ infastidita

<<certo mi scusi. Buona giornata>>
<<ha ragione però>> mi disse Luca dopo che se ne andò

<<non è vero, tu non sei il mio servitore>> gli risposi decisa

<<dovrei esserlo…>>

<<ma non voglio che tu lo sia>>

<<questo l’ho capito ma…>>

<<nessun ma. Mangiamo dai>>



La giornata la passammo insieme a ridere, a scherzare, a raccontarci le cose più imbarazzanti della nostra vita.
La sera, dopo aver cenato in camera mia, guardammo un horror. A me sinceramente non piacciono per nulla ma lui sembrava adorarli perché non staccava gli occhi dallo schermo. Quando nel film ci fu una scena molto cruenta mi aggrappai a lui che spense la televisione e mi abbracciò. Allora mi accoccolai a lui poggiando la testa sul suo petto mentre lui mi accarezzava i capelli

<<potremmo continuare a guardare il film, oppure possiamo restare così>>

<<preferirei la seconda>>

<<pure io>> disse intrecciando le mie gambe con le sue.

<<ti amo>>

<<ti amo. Andiamo a dormire?>>

<<va bene, mi potresti prestare qualcosa di tuo fratello?>>

<<potresti non indossarlo il pigiama?>>

<<Sara, io…>> disse arrossendo

<<lo so, infatti non voglio fare nulla. Vorrei solo sentire le nostre pelli a contatto>>

<<quindi anche tu?>> orami era diventato bordeaux

<<sì, anch’io se è un problema >>

<<non lo è…>>
Iniziai quindi a spogliarmi per prima. Per primo mi tolsi la maglietta e poi i pantaloni, quindi lo esortai a fare lo stesso poiché se ne stava fermo ad osservarmi. Pian piano iniziò a spogliarsi cominciando con la maglietta bianca. Quando stava per togliersi i pantaloni, avendo notato che stava esitando,mi avvicinai a lui, gli spostai le mani che erano sull’elastico dei pantaloni,misi sul bordo di questi le mie e infine glieli abbassai.

<<sei bellissima... Mi sussurrò quasi impercettibilmente

<<grazie, anche te>> In realtà dire che era bellissimo era dire poco,era stupendo. Aveva un corpo semplicemente fantastico. Anche i modelli se lo vedessero lo invidierebbero

<<andiamo a dormire?>> Gli chiesi per rompere quel silenzio che si era creato.

<< va bene am- Sara>>

<<mi stavi per chiamare amore?>>Chiesi davvero felice

<<scusa mi disp->> venne interrotto dalle mie labbra che si posarono sulle sue

<< perché mi hai chiesto scusa?>> Chiesi appena mi staccai giusto un po' da quelle labbra che stavano diventando una diprndenza

<<pensavo che,non so,potesse darti fastidio>> mi disse

<<non detto da te AMORE>>

<< cosa diranno i tuoi di questo?>> Mi chiese una volta che ci eravamo stesi.

<<non lo so,ma dubito che tu non gli piaccia>>

<<perché?>> Ok,forse non si è davvero mai accorto di quanto sia fantastico

<<sei una persona fantastica>> Gli dissi guardandolo negli occhi

<<mai quanto te regina>>

<<mi dispiace ma nessuno è fantastico come lei mio re>>

<<Dormiamo?>> Chiese lui per cercare di cambiare argomento visto che era imbarazzato

<<va bene,notte>> mi voltai dandogli le spalle e lui mi abbracciò. Essere tra le sue braccia era qualcosa di meraviglioso: mi sentivo protetta.
Ci addormentammo poco dopo.

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