Capitolo 32

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Alessandra pov

Entrai nella biblioteca, niente era esposto alla fioca luce che penetrava nella stanza attraverso le ampie finestre collocate vicino gli scaffali.

-Evan?- dissi sporgendomi oltre l'orlo della porta. -Evan, ci sei?- lo richiamai di nuovo, dirigendomi verso gli scaffali.

-Mi hai chiamato?- sentii la sua voce, sussultai, per poi girarmi verso di lui.

-Si, ma non mi hai risposto- lo fulminai con lo sguardo.

ignorò ciò che avevo detto, avvicinandosi allo scaffale dove mi ero posizionata poco prima.

-Ho trovato questo in camera- dissi mostrandogli il diario.

-Fammi vedere- disse facendo per prenderlo, ma lo precedetti nascondendolo dietro la schiena.

-Cosa c'è, non ti fidi di me?- mi chiese e il solito sorriso beffardo si estese sulle sue labbra.

-Assolutamente no- risposi imbronciata, cercando di non fissarlo negli occhi.

-Comunque non c'è niente di speciale, solo alcuni pensieri di mia madre durante la sua età adolescenziale- dissi noncurante, aspettando che anche lui mi dicesse qualcosa.

-Ti ho detto di venire qui per un motivo preciso..-  disse e io annuii col capo. -Sai non è semplice la storia che è accaduta durante il periodo in cui i tuoi si sono innamorati, se erano innamorati- una smorfia si estese lungo il suo volto.

-Una domanda, come fai a sapere cosa è accaduto?- chiesi appoggiando la schiena contro uno scaffale.

-I miei genitori, dopo la morte di tua madre, ne parlavano in continuazione, tanto che una sera rimasi in fondo alle scale per ascoltare ciò che era realmente accaduto, non so se si fossero accorti di me o meno- un sorriso malinconico cambiò l'espressione sul volto.

-Capisco..- accennai. -Comunque anche se non sono a conoscenza di tutto, sono solo consapevole del fatto che stessero insieme e che poi mia madre fosse rimasta incinta di me- continuai pensando alle parole che avevo letto sul diario.

-Dopo ciò, è successo che tua madre se n'è andata poco prima che ti partorisse, rifugiandosi da una vecchia signora che abita  tuttora nella foresta vicino la villa, lì poi, si innamorò di uno che viveva da quelle parti, quando il signore oscuro venne a sapere di tutto uccise l'amante di tua madre e portò lei qui, una volta che lei ebbe partorito lui non esitò nemmeno un attimo per ucciderla- dopo aver pronunciato queste parole Evan cadde sulla sedia poco distante da lui, sospirando.

L'odio si insidiò dentro di me, per quanto potesse essere sbagliato credevo che esistesse anche per essere provato.

-Grazie- borbottai rimuginando sulle sue parole.

-Te l'ho detto, non mi piacciono i segreti in famiglia- disse stiracchiandosi e portandosi le mani dietro la testa.

-Evan- credo che quello fu il primo momento in cui pronunciai il suo nome con tanto di serietà. -Devo andarmene da qui- continuai. -Se rimango chiusa qui dentro non potrò salvare le persone che amo- dissi. -Se davvero ho del potere oscuro in me, farei di tutto pur di scacciarlo-

Il suo sguardo tagliente incontrò il mio.

-E' vero che c'è qualcosa di oscuro in te. E anche su questo posso aiutarti- disse, questa volta incrociando le braccia al petto.

-Lo faresti?- lo guardai speranzosa, non sapevo perchè, ma ero sicura che mi avrebbe dato una mano.

-Si- abbozzò un ghigno sulle labbra. -Ma solo in cambio di qualcosa- disse sghignazzando.

𝐎𝐮𝐫 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐥𝐞 𝐋𝐎𝐕𝐄 [𝐃𝐫𝐚𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐥𝐟𝐨𝐲]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora