La sua stanza era quasi immersa nel buio, e per vedere meglio Lilith si avvicinò al ragazzo, in punta di piedi.
Lui era seduto sul suo letto con le coperte che gli coprivano soltanto i piedi e il petto che si gonfiava ogni secondo dal respiro affannoso.
Gli occhi del ragazzo si agganciarono a quelli di lei, con uno sguardo a dir poco assente.
Mentre la mora si chiudeva silenziosamente la porta alle spalle, lui scostò le coperte dai suoi piedi, e si mise più composto verso di lei, con le gambe giù dal letto.
Incerta sul da farsi, mentre un nodo di confusione le impediva di proferire parola, si avvicinò lentamente a lui.
« Draco, che succede? » sussurrò
Si sedette a fianco a lui, e notò che aveva gocce di sudore che bagnavano le ciocche biondo platino sulla fronte.
Le asciugò con la sua mano.
Si stava prendendo cura di qualcuno, in un piccolo gesto. Le capitava raramente.
O mai. Era davvero strano. Ma di notte, nel silenzioso buio accadono cose magiche, cose che non ti aspetti.
« No...niente , niente, solo un incubo, Handler»
« Ma stavi piang-»
« Davvero, solo uno stupido incubo casuale, niente di che, ho così sonno che mi sto già per addormentare» rispose lui sentendo le proprie palpebre pesanti che minacciavano di chiudersi da un momento all'altro.
Il suo respiro diventò leggermente più regolare.
« Ti vedo poco perché è praticamente tutto buio qui dentro, ma riesco a sentirti e...non penso che tu stia ben-»
« Ti ho detto che...» cercò di dire il biondo.
Inutilmente.
Iniziò a tremare pian piano.
« Draco...?»
Cominciò nuovamente a respirare sempre più veloce, e si toccò la gola come se non avesse più fiato.
Probabilmente un attacco d'ansia.
Lei, inaspettatamente, gli avvolse un braccio attorno alle spalle per tranquillizzarlo, tirandolo a sé, e facendo aderire la soffice chioma bionda sulla sua spalla.
Per un attimo Lilith pensò che si stesse per addormentare, poi invece lui sciolse quella sottospecie di abbraccio e continuò a guardarla.
« Grazie, ehm...come mai passavi di qua?»cercò di spezzare il silenzio.
Un'altra cosa inaspettata. Draco Malfoy che ringraziava, in tono sì nervoso, ma senza scontrosità, freddezza o indifferenza.
Draco odiava letteralmente rendersi o mostrarsi vulnerabile. Lo odiava. Ma erano bastate poche ore con Lilith per non essere il solito. Era abituato ad essere tutt'altro che vulnerabile, ma le aveva appena mostrato le sue fragilità come non aveva mai fatto.
"Non avevo scelta, mi ha sentito" pensò Draco, giustificandosi da solo.
Era abituato a decidere lui, a comandare nelle situazioni, però lei aveva il suo stesso tratto di carattere. Perciò Draco non ci riusciva.
Anzi, Lilith era molto peggio.
Se provavano a imporle una regola che a lei non piaceva, andava fuori di testa. Letteralmente fuori di testa.
Ora voi direte "A nessuno piacciono le regole!", ebbene è vero. Ma a lei non dava solo fastidio, lei impazziva, a tal punto di sentire un incessante formicolio sui palmi delle mani e iniziava a graffiarne insistentemente il dorso.
Fino a che non sanguinavano.
Perché? Perché si sentiva dipendente da qualcuno. Ed era la sua più grande paura.
Era questo il motivo per cui dava di matto quando gli imponevano regole non condivise da lei stessa.
L'autocontrollo l'abbandonava.«Beh ecco, anche io ho fatto un incubo» disse lei
«Oh, mi dispiace»
Lilith posò le braccia lentamente in grembo, seguite dal suo sguardo, intrecciandole.
Divenne più buio di qualche minuto prima.
Successe tutto troppo in fretta.
Lilith sentì delle umide labbra sfiorarle il suo labbro superiore, una mano sulla mascella e l'altra sulla nuca. Cercò di convincersi che non erano le labbra di Draco, che se le stava immaginando. Ed era possibile dato che tutto era scuro, dato che nulla si vedeva.
E invece no.
Le loro labbra superiori si stavano sfiorando e picchiettando tra loro continuamente.
Non capivano più niente.
Niente dell'ambiente circostante.
Non c'erano più mobili, sedia, specchio, letto, vestiti spiegazzati al bordo del letto stesso.
Solo i loro corpi e le loro anime.
Draco stava andando fuori di testa.
Lilith sapeva di fresca lavanda.
Lei stava facendo impazzire lui.
Lui stava facendo impazzire lei.
Solamente sfiorandosi le labbra.
Solamente in un leggero bacio, se così si poteva già chiamare.
Ecco un altro momento magico della notte.
Completamente inaspettato.
Istintivamente Lilith si era già aggrappata ai chiari capelli del ragazzo. Poi lui si staccò di mezzo millimetro. Era come averlo ancora sulle labbra, infatti lei poteva sentire il sospiro caldo e allo stesso tempo umido del serpeverde.
Restarono così per due buoni minuti.
Uno aggrappato al corpo dell'altro, con le bocche a mezzo millimetro, scambiandosi l'aria che respiravano in continuazione.
Sentendo i loro sorrisi crescere pian piano.
Draco fece ricadere la sua fronte su quella di Lilith, facendo sfiorare i loro nasi.
Occhi chiusi.
Draco non aveva mai provato quella sensazione, mai. Quella sensazione in cui il cuore minaccia di uscirti dal petto.
In cui senti migliaia di brividi correrti freneticamente lungo la schiena.
E neanche Lilith.
« Forse n-» tentò di dire Draco, ma lei, per zittirlo, fece scontrare di nuovo le loro labbra superiori. Delicatamente.
Ancora brividi.
Abbozzò un sorriso.
Draco si rannicchiò nuovamente nel letto e la invitò a fare lo stesso.
Sapevano entrambi che, molto probabilmente, la luce del giorno avrebbe sgretolato le ultime emozioni del momento magico successo durante la notte.
Così Lilith si sdraiò accanto a lui, toccandogli solo la mano.
Occhi chiusi, di nuovo.
Ma lei li riaprì un pò dopo. Un vivido incubo si era fatto strada nella sua mente e l'aveva svegliata di colpo.
«Lilith»
No, non era draco.
Era il profondo richiamo che sembrava venire da sottoterra e salire pian piano verso l'alto.
Le prime volte che era venuta a conoscenza della voce, pensava la sentissero tutti.
Se ne accorse un po' dopo, e credeva di essere impazzita.
«Lilith»
A un tratto si ricordò il motivo reale per cui era uscita dalla sua camera: cercare chi la chiamava insistentemente.
Draco era ancora addormentato a fianco a lei, così gli lasciò un bigliettino dicendo di aver fatto un incubo e che l'avrebbe visto domani a colazione.
Scrisse molto velocemente, facendosi luce con il fioco lumos dei suoi poteri, senza utilizzare la bacchetta. Se lo avesse regolato ad una luminosità troppo alta, avrebbe svegliato Draco, ed era l'ultima cosa che voleva.
Ma non si era accorta di un piccolo dettaglio.
Draco non stava dormendo.
La vide svegliarsi di colpo, sbarrare spaventosamente gli occhi, ansimare e sudare.
Conosceva quelle sensazioni, sapeva che si trattava di un incubo.
Si rese conto che Lilith aveva fatto un incubo davanti a lui.
Quindi aveva un po' la voglia di abbracciarla e rassicurarla come lei aveva fatto con lui. Solo per empatia.
Ma si limitò a guardarla fingendo di dormire. Ah, l'orgoglio.
Erano conoscenti, ma a Draco era venuto spontaneo assaporare le sue labbra, anche per poco. Era bastato quel poco per farlo impazzire.
E di certo non sapeva come dirlo a lei.
Lei si alzò e lui la vide scrivere quel bigliettino con un foglietto e una penna del comodino, ignara degli occhi del ragazzo puntati su di lei.
Al biondo parve di sognare. Non stava usando la bacchetta. Quindi gli crebbe la convinzione che Lilith lo avesse fatto andare fuori di testa.
Sotto la coperta e facendo un minimo movimento, sulla mano si diede un pizzicotto così forte che per poco non urlò. Strinse i denti.
Se non stava sognando, allora era sicuro che stesse dando di matto.
Entrambi dovevano metabolizzare ciò che era successo tra loro.
Merlino, c'era qualcosa, qualcosa...di misterioso che si poteva intravedere negli sguardi che si passavano, nei modi di fare.
Qualcosa di surreale, astratto, pericoloso, come il buio.
O magnifico, puro, calmante e confortante, come la luna.
O entrambi.Lilith uscì cautamente dalla stanza.
Draco avrebbe voluto seguirla, ma la curiosità era forte anche per vedere cosa ci fosse scritto tra le righe di quel bigliettino.
Gli lanciò un ultimo sguardo e lui chiuse gli occhi per non farsi scoprire sveglio.
Sì alzò silenziosamente appena dopo che la mora fosse uscita.
«Lumos» pronunciò il serpeverde a bassa voce per leggere il biglietto.
Ciao Draco,
scusami, ho fatto un incubo. Non volevo svegliarti e disturbarti, così me ne sono andata.
beh...spero di vederci a colazione!
Lilith
"Colazione? Certo che no, Handler. Non posso aspettare." pensò Draco.
La seguì.
Attraversò il corridoio del dormitorio maschile sul lungo e morbido tappeto verde scuro, e arrivò davanti alla porta di quello delle femmine.
Era decisamente più illuminato.
Lilith era lì, stava camminando, poi si fermò.
Lei conosceva bene i propri poteri: poteva passare da un luogo all'altro con uno schiocco di dita, senza essere minimamente scoperta. Era un bene, sapendo che ad Hogwarts la smaterializzazione era proibita.
Infine, schioccando le dita, scomparve.
" Cosa? Senza pronunciare nulla? Con uno schiocco di dita? Ora sto sognando davvero" si disse Draco, pizzicandosi per la seconda volta la mano.
Niente, era tutto vero.
Allora era diventato fuori di testa. Decisamente.
Quella era la teoria di conferma.
Se ne tornò in camera con l'amaro in bocca.
Fottuti scherzi della mente.L'aria era gelida, come non aspettarselo, era novembre.
Ma, ovviamente, qualcosa era lì a tenerle compagnia.
Che domande, la Luna.
Lilith era in grado di capire se ciò che stava per avvenire era un momento importante per lei stessa oppure no. Dipendeva: se il satellite splendeva in cielo, allora sì che era un momento memorabile. Se era assente...non era niente di che.
E quella volta era alta da tutta la notte.
Si strinse nelle spalle.
Aveva ancora il suo pigiama di seta, però prima di smaterializzarsi aveva provveduto a coprirsi con un lungo mantello di velluto e aveva indossato degli scarponcini.
Si congelava di freddo.
Ma non le importava.
Si sedette sull'erba umida, aveva voglia di pensarci.
A lui.
Percepiva ancora le mani del ragazzo sul suo viso, i respiri fusi di entrambi, il suo profumo ambrato che sapeva di menta, muschio e quercia.
Le labbra.
Sentì un caotico movimento nello stomaco.
Dovevano essere quelle che Gladys chiamava "farfalle nello stomaco", una sensazione che Lilith non aveva mai provato.
Ma scoprì che le piaceva da morire. La faceva sognare, volare, e sentire viva.
Le faceva crescere quella scintilla che la faceva scattare, come i libri e...oserei dire anche come Draco. Probabilmente. Ma non lo sapeva ancora bene.
Affondò di nuovo tra i suoi innumerevoli pensieri, quando si sentì chiamare.
«Lilith» chiamò la voce.
La sentì più vicina.
Sembrava venire dalla foresta proibita, così si addentrò coraggiosamente, tirandosi su il cappuccio del mantello per coprirsi meglio.
***
Oh,si.
La voce era proprio lì, dentro una caverna che non aveva mai notato, nel bel mezzo della fitta foresta proibita. La caverna in roccia era ampia e spaziosa, e anche se all'interno era buio la ragazza non si scoraggiò.
«Lilith vieni» insistette
Si sentiva maledettamente in pericolo, ma entrò comunque, a passi incerti.
Dondolò le braccia avanti e indietro guardandosi attorno per scovare qualcuno o qualcosa.
Che venne fuori da solo.
E quando lo vide non credette ai suoi azzurri occhi.
Non era possibile.
Era un sogno? Un incubo? Uno scherzo?
Qualcosa del genere doveva esserlo.
E invece era tutta pura realtà.
Sistemò meglio il suo spesso mantello di velluto verde, e incrociò le braccia al petto, deglutendo con la gola secca.
« Lilith Handler vieni, non voglio farti del male»
Il respirò ricominciò a farsi pesante per l'ennesima volta in quella serata, e i suoi piedi si rifiutarono di continuare.
Salazar, ora sì che provava paura.
Era lì su due piedi, come congelata, occhi sbarrati fissi su quelli della figura.
***
Anche Draco stava lì su due piedi, ma appoggiato al muro di camera sua.
Pensava a lei.
Pensava a quanto successo quella notte.
Anche a lui sembrava surreale, non aveva mai provato niente di simile...tachicardia o "farfalle nello stomaco".
Però facevano sentire vivo anche lui.
Gli sembrava dannatamente patetico, ma, Merlino, gli piaceva.
Attraversò la stanza e si sedette sul suo grande letto a due piazze. Si coprì le spalle con il lenzuolo, sapeva ancora di lavanda.
La lavanda e il muschio si abbinano alla perfezione.
Assaporò con tutto sé stesso le ultime tracce di Lilith, sdraiandosi.
Poi, d'un tratto si ricordò di una cosa, e si sentì più in colpa che mai.
Lei non lo sapeva.
Alzò la manica della candida camicia, e si mise a osservare quello spaventoso e tetro Marchio Nero che incideva la sua pallida pelle.
E faceva male.
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The Heir || Draco Malfoy
Fanfiction[ COPERTINA DI: @sophiecovers ] L'erede. La discendente. Del mago più potente di tutti i tempi. No, non Lord Voldemort. Qualcuno di ancora molto più importante... Lilith Handler. Ragazza dalla personalità complessa. Strega arrivata ad Hogwarts l'ult...