𝐌𝐚𝐫𝐜𝐡𝐢𝐨

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Lilith si lasciò cadere sulle ginocchia dietro di lui, tenendo lo sguardo fisso e inorridito sul braccio del ragazzo, tatuato ... dal Marchio Nero.

Il biondo era accovacciato sul pavimento.
I rami delle sue lacrime si fondevano con l'acqua gelida che sgorgava dal lavandino, lentamente, sul pavimento.

La sua candida camicia stonava con le macchie di sangue sparse, ed era fradicia come le sue calze e scarpe in pelle.

Il biondo sentì la caduta della ragazza alle sue spalle e si voltò di colpo, terrificato. Notò che i capelli della ragazza le accarezzavano le gote leggermente arrossate, ei suoi occhi che si stavano inondando di lacrime assomigliavano a due pozze d'acqua, proprio come i suoi.

Non l'aveva mai vista così distrutta.

Aveva deluso anche lei. Lei, che anche in poco tempo era diventata una delle persone più importanti, perché lo comprendeva, non lo temeva, lo liberava dalle pesanti catene che invece lo trattenevano dalla parte del fallimento, della paura, dell'incoscienza, del male ...

Si aspettava che lei gli urlasse contro, che lo picchiasse, che lo investisse incessantemente di quelle parole che sentiva spesso, come "Sei una delusione", "Mi fidavo di te", o "Fallirai presto", perché pensava effettivamente di meritarselo.

E invece no.

Perché, per l'ennesima volta, la mora decifrò a fondo i sentimenti del ragazzo.

Come se gli leggesse nella mente, senza utilizzare il famoso incantesimo Legilimens .

Scovava nei suoi penetranti occhi di ghiaccio, e lì trovava ... la sua casa, se così si poteva chiamare, quando le altre persone ci vedevano oscurità, arroganza e strafottenza.

Tuttavia, in quel momento era diffidente verso di lui.

Era così spiazzata da ciò che stava succedendo, non voleva nemmeno pensare che Draco stesse dalla parte di Voldemort.

Non era possibile.

Certo, aveva atteggiamenti bruschi e scontrosi, ma ... non l'aveva mai visto, in quei mesi, accanito verso i mezzosangue.
"Forse gli altri anni sì" pensò la mora.

Dovete sapere che Lilith si limitava a essere completamente indifferente, nelle occasioni in cui non sapeva come comportarsi ... come questa.

Ritirò indietro le lacrime che stavano per solcarle di nuovo il viso, prese un profondo respiro sentendo tutti i suoi sentimenti andare sempre più in basso, per poi sparire.

Il biondo alzò la testa per guardarla dal basso, carico di sensi di colpa che lo martellavano da dentro il petto.

Si fermò ad osservarla.

Ora gli occhi della maga sembravano davvero vuoti.

«Dì qualcosa, ti prego. Oppure vai via ... stammi lontano, Handler »ordinò con voce spezzata, mentre la supplicava nella sua mente di non muoversi da lì.

«Sono uno schifo, sono un mostro, diamine! Non vedi ?! »Urlò sorridendo amaramente.

Questo sorriso, risucchiò il cuore di lei, e lo ridusse in frantumi, tanto che le si strinsero le viscere da respirare a malapena.

« Draco...v-volevo dirti che...a-andrò via molto presto ... a-addio...» gli sussurrò all'orecchio, balbettando.

Non tirò fuori il discorso del Marchio, perché non sapeva assolutamente cosa pensare a riguardo.

Avrebbe voluto tanto abbracciarlo, ma si limitò ad appoggiarli le mani sulle spalle, notando sul collo del mago il labirinto di vene fredde che stonava con la pelle candida come la neve.

The Heir || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora