𝐒𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐞

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Doveva trovare Harry.
Era appena finita la lezione, ma lui era già sparito nel nulla, scomparso come il vento cessa di colpo.
«Lilith, non so chi tu stia cercando, ma inizio ad andare fuori, va bene? Ci vediamo dopo!»
«Oh,sì, a dopo» rispose lei assente.
Girò tra i banchi in legno nella grande e maestosa aula, tra gli studenti in corridoio, ma non lo trovò.
«Hermione! Ginny!» esclamò Lilith
Le due amiche fermarono i loro passi che si dirigevano fuori dall'aula e si volsero verso la serpeverde che camminava in contro a loro.
«Ciao Lilith!» risposero in coro
«Come stai?» chiese Ginny
Un gran bella ragazza, vestita in divisa grifondoro, aveva gli occhi verdi,i capelli lunghi e rossi e un paio di lentiggini sul viso colorito.«Bene, grazie, voi?»
«Tutto bene devo dire, anche se sono un po' in ansia» rispose Ginny
«Sì,anche io» le fece coro Hermione
«Come mai?» chiese la Handler
«Beh, riguardo alla scuola e...a Voldemort» rispose Ginny sussurrando all'ultima parola, si era sentita a pelo.
Lilith annuì, "non ditelo a me"pensò.
«Oh, anche io...comunque, sapete dov'è Harry? Lo sto cercando da un po'»
Ginny sorrise.
«Mi dispiace ma non lo so, l'ho visto correre via dall'aula, magari sta andando alla Torre Grifondoro» rispose la riccia
« Hai ragione, grazie Hermione!»
«Non dimenticarti oggi, dobbiamo studiare insieme!» le urlò Ginny mentre Lilith si era già incamminata
«Non ti preoccupare, ci sarò, a dopo!» rispose velocemente la mora, per poi voltare la testa e correre verso la Sala Comune dei Grifondoro.
Lì, lo vide, salire le grandi scale in marmo in tutta fretta.
«Harry!» chiamò mentre alcuni studenti si giravano
«Harry!» chiamò di nuovo senza ottenere alcuna risposta
«Harry Potter!» urlò ancora più forte, e finalmente il ragazzo in divisa dai capelli corvini si voltò, scese di nuovo le scale e la raggiunse.
«Ciao Lilith, scusami andavo di fretta» la sua voce uscì rotta, accompagnata da un sorriso forzato.
Nemmeno lui dormiva.
«Tranquillo Harry, presumo sia per Voldemort?»
« Sì, diciamo di sì,dovevo solo riferire una cosa»
Lilith annuì comprensiva.
«Ho anche io qualcosa da dirti...»
«Riguardo a...a Lord Voldemort?» chiese Harry visibilmente confuso.
"Come può lei saperne qualcosa di più?" si domandò.
«Esatto, anche su di lui»rispose la ragazza
«Oh, allora dimmi» la incalzò
«Ho bisogno di un posto tranquillo e molto molto ampio, con qualcosa di pesante da spostare...» spiegò Lilith cercando di farsi capire.
Doveva mostrargli i suoi poteri, al più presto.
«Come..perch-»
«Aspetta e vedrai, Harry»
«Beh, allora c'è la Stanza delle Necessità, Lil»
«Bene, andiamoci Harry»
«Ma faremo tardi a lezion-»
«Non fa niente, è davvero importante che tu lo sappia, non voglio aspettare di più» rispose lei, e Harry accettò, perché sapeva che presto sarebbe dovuto andare via da Hogwarts, abbandonare la scuola con gli studi e andare  alla ricerca degli Horcrux di Voldemort. Era lì solamente  per controllare la situazione un'ultima volta e per non perdere tutto il programma scolastico, sotto consiglio di Hermione. Poi sarebbe andato via con lei e Ron.
Presto sarebbe iniziata la fine di tutto.
E Lilith non sapeva niente di ciò, ovviamente.
Si avviarono a passo spedito per i grandi corridoi affollati di studenti di ogni anno che correvano per non fare tardi  alle lezioni, Harry poi la guidò fino alla Stanza delle Necessità.
Era davvero molto spaziosa, come la desiderava Lilith, e c'era un grande masso al centro, come quello del drago nella Foresta Proibita.
«Prima che io ti mostri ciò che devo, qual è il tuo piano per distruggere Voldemort?»
«Come sai che voglio distruggere Voldemort?»
Oh, per Merlino, glielo aveva detto il drago...
Lilith trovò una scusa molto velocemente.
«L'ho sognato» rispose secca
Harry la guardò spaventato.
«Quindi...i tuoi sogni sono premonitori Lil!»esclamò Harry.
La mora sorrise.
In parte era vero, e avrebbe preferito di no, di avere dei sogni normali, ma almeno la sua infallibile scusa aveva retto bene.
«Beh, può darsi» mormorò sedendosi su una delle sedie e sistemandosi la sua indomabile chioma di capelli.
«Per questo voglio sapere ciò che vorresti fare»
«Non posso» rispose Harry
«Perché?»
«Silente, il vecchio preside morto l'anno scorso, mi ordinò di non dirlo a nessuno, a parte Ron ed Hermione, che hanno sempre combattuto con me. Nessun anno è stato tranquillo, nemmeno il primo. C'era sempre qualcosa contro cui battersi, e loro c'erano sempre con me. Per questo Silente si fidava di loro e mi concesse di dirlo.»  spiegò Harry sedendosi anche lui sulla sedia accanto.
«Capisco...però...se me lo dicessi potrei darti degli indizi che faciliteranno la tua vittoria, perché saprò di cosa parlano i sogni. Non credi?» rispose Lilith, impaziente.
«Va bene, hai ragione.» sospirò Harry« ma non devi farne parola con anima viva e nemmeno morta, chiaro?»
Lilith sorrise soddisfatta tra sé e sé.
«Te lo prometto, Harry, hai la mia parola.»
«Bene. Voldemort è immortale. Per diventare immortale spezzò la sua anima in sette Horcrux. Per spezzarla, ogni volta bisogna commettere un omicidio. E lui così fece. Solo rompendo gli Horcrux si può distruggere Voldemort. Gli Horcrux possono essere qualsiasi cosa, sparsi dappertutto. Ma la magia, soprattutto quella oscura, lascia delle tracce.»Harry si fermò facendo riaffiorare nella sua mente il ricordo delle parole  di Silente.
«E noi gli stiamo dando la caccia. Siamo qui solo per due mesi, per seguire un po' di lezioni e controllare la situazione prima di partire. Poi andremo via. Io, Hermione e Ron.»
Lilith sentì un vuoto lacerarle la carne.
Sarebbero andati via.
Da soli.
La sua amica Hermione...
E lei sarebbe restata lì a guardare.
No, assolutamente no.
«Andrete via?» mormorò
«Sì,Lil-»
«Voglio venire»
Quando Lilith dice una cosa, non c'è niente che qualcuno possa fare. È così, basta.
Anche quando decide qualcosa. Se decide di fare in una particolare maniera, allora la farà così. Niente e nessuno può farle cambiare idea, non è della sua natura.
Neanche suo padre quando le puntava la bacchetta alla gola, minacciando di ucciderla.
Lo faceva sempre.
Poi quando scoprì i poteri di sua figlia, non la toccò più nemmeno con un dito. E li vide per la prima volta quando aveva 7 anni.
Motivo?
Semplice, la ignorava, per lui sua figlia non esisteva, la riteneva sbagliata.
Era solamente capace a parlarle tramite le minacce di morte.
E lei soffriva, Salazar se soffriva. Era cresciuta senza la figura di un padre vero, di un padre che voleva bene al proprio figlio o figlia.
Un po' come Draco.
***
Il biondo aveva visto tutto.
Aveva visto Lilith uscire frettolosamente dall'aula senza salutarlo, quindi decise di essere più insopportabile del solito per il resto della giornata.
La cosa che lo infastidiva di più era che non sapeva chi stesse cercando. Gli piaceva avere il controllo su tutto, ma non riusciva ad averlo con lei. Era talmente una ragazza così vivace che le scappava dappertutto.
Anche il biondo si era accorto che se intendeva fare una cosa non c'era modo di fermarla.
Si sistemò il mantello sorridendo spontaneamente, e uscì malvolentieri dall'aula, quando Blaise lo raggiunse.
«Finalmente, amico, dove eri finito? Ti ho cercato dappertutto!» gli disse
«Ciao anche a te, Draco. Ero semplicemente a parlare con qualcuno.»
«Con la Moor, non è vero Blaise?» rise Draco
«Hai deciso di essere più insopportabile del solito?» chiese Blaise, sapendo di avere ragione
«Oh, te ne sei già accorto? Esattamente così, oggi infastidirò tutti.»
«È una cosa che fai tutti i giorni, ti ricordo»
«Sì, ma oggi sarò più crudele, ho deciso»
« E come mai?» disse Blaise conoscendo la risposta.
Anche lui aveva visto ogni cosa.
Era un buon osservatore.
Aveva notato Lilith andarsene di fretta senza salutare nessuno, e Draco che la guardava con la faccia storta, sistemandosi il mantello e uscire dall'aula a passo spedito.
«Così...ho deciso e basta» deglutì Draco
«Oh, pensavo che il motivo iniziasse per H...»
«Lilith non inizia per H-»si fermò di colpo
«Beccato!» fece il bruno«non ho mica detto che fosse Lilith Handler il motivo...l'hai detto tu stesso.»
«Vai al diavolo, amico»
«Prima tu, dai» rise Blaise.
Sì, Lilith era il motivo. Ma doveva starle lontano, anche perché...
Girò l'angolo e arrivò in un corridoio desolato, si tirò su la manica della camicia un'altra volta.
...Anche perché lui aveva il Marchio Nero.
E doveva tenerla lontana da tutto quello.
Osservò per qualche secondo l'orribile Marchio che era obbligato ad avere in modo schifato, poi tornò ad un'altra lezione.
Fottuto Marchio.
***
«Oh, Lilith, tu sei fuori di testa» rise Harry
«Non venire, davvero, è pericoloso e-»
«Io posso aiutarvi» insistette la serpeverde
«Davvero Lil, sei una mia carissima amica, non voglio che tu ti faccia male. Credimi apprezzo da morire che tu voglia aiutarci, ma-»
Prima che potesse finire, senza dire nulla Lilith si voltò verso il masso, si concentrò al massimo delle sue capacità, tese la mano verso il sasso e...e in meno di un secondo il masso fu scaraventato dall'altra parte della Stanza, senza sforzi, solo con un leggero fastidio alle iridi.
Harry sgranò gli occhi alternando lo sguardo tra lei e il sasso, incredulo, a bocca aperta.
« T-tu...cosa hai appena fatt...il mas...i tuoi occ-»
«Lasciatemi venire con voi, Harry»

The Heir || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora