𝐊𝐢𝐥𝐠𝐚𝐫𝐫𝐚𝐡-𝐓𝐡𝐞 𝐇𝐞𝐢𝐫 𝐩𝐭. 1

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« T-tu...tu sei un...» iniziò a balbettare.
Fece per andare via, quando la creatura rispose con tono calmo.
«Si, sono un drago. Ma non voglio farti del male. Io voglio aiutarti»
La figura era di dimensioni colossali, aveva delle lunghe ali ai lati del corpo, grandi occhi gialli ed era ricoperto da squame marroni.
Da dietro cresceva una lunga coda anch'essa ricoperta di squame di cui si intravedeva solamente una parte, nella penombra.
Era decisamente un drago, ma come poteva parlare? Come poteva essere buono?
Gli lanciò uno sguardo diffidente e alzò un sopracciglio.
«Ma tu...non è possibile. Parli? Sono in un sogno, non è vero?»
«No, mia cara Lilith. Tu non sei in un sogno, è tutto vero. Ci sono diverse specie di draghi, io esisto dai tempi di un grande mago, il più grande mago di sempre.»
«...Merlino?»
«Esatto cara, Merlino.»
«Ora ricordo, ti ho visto raffigurato nei libri che raccontavano di lui. Ma lui viveva nel medioevo! Come fai ad essere vivo?»
«Oh Lilith, io non sono un comune mortale! Sono una creatura magica. Io vivo anni e anni: 2000,3000...»
Dopo essersi stretta nel mantello,  si fermò a guardarlo, ancora confusa, nei suoi occhi giallo aspro.
«Non ci sto ancora credendo...insomma,  sto parlando con un drago!» esclamò di nuovo dondolandosi prima sulla punta e poi sui tacchi dei piedi.
Dire che non riusciva a capacitarsi di questa cosa era ovviamente palese.
Non ne aveva mai visto uno in vita sua, incontrarne uno che riuscisse a parlare era sconcertante...
Lo osservò dal basso verso l'alto, si sentiva tanto impotente quanto imbattibile sotto la sua protezione.
Era ferma appena all'entrata di quell'enorme caverna , perciò sentiva il vento e il freddo congelarla, trapassarle le ossa, ghiacciandole man mano.
Il viso del drago usciva a malapena dalla grotta ed era illuminato dal chiarore spettrale della Luna, in modo che la ragazza potesse vederlo meglio. La creatura notò che Lilith stava morendo dal freddo, così, prima che lei lanciasse un incantesimo riscaldante, spalancò la bocca e buttò fuori aria calda.
Una nuvola di fumo con scintille rosse riscaldanti avvolse la bruna, facendola sentire decisamente meglio.
«Grazie! Ehm...hai un nome?»
«Kilgarrah»
«È difficile»
« Lo so. È un nome molto molto antico, e unico, solo io lo possiedo probabilmente. Anche perché sono quasi l'ultimo della mia specie.»
Lei sorrise lasciandosi cullare dal calore dell'incantesimo.
«Ho visto che ad Hogwarts stai bene, hai fatto tante nuove amicizie, non è vero?» chiese il drago.
Nella mente di lei raffiorò il surreale ricordo di quella notte, con il misterioso ragazzo biondo.
«Ehm...sì vero!» rispose
«Sentivo costantemente chiamare il mio nome...scoprii poi ovviamente che si trattava della tua voce. Ma non riuscivo mai capire da dove proveniva.» prese  a raccontare, massaggiandosi il collo dal troppo tempo in cui teneva la testa rivolta all'insù per guardare il viso di Kilgarrah.
Il drago annuì incitandola ad andare avanti.
«Sembrava venisse dal profondo della terra e si alzasse man mano, ma nessuno la sentiva. Così capii che era nella mia testa. Era reale, ma nella mia testa, nessun altro era in grado di percepirla. Aspettai parecchie settimane prima di decidermi a cercare da dove venisse. Quando arrivai qui poi vidi la caverna, ma non l'avevo mai notata prima. Come mai?»
Kilgarrah sorrise e iniziò a spiegare.
***
Intanto Draco si svegliò di soprassalto nel bel mezzo della notte abbracciando Lilith a sé.
O meglio, era convinto che  fosse Lilith.
Sì sentì parecchio amareggiato quando capì che in realtà aveva un braccio avvolto al cuscino su cui lei aveva dormito, ma aveva il suo profumo.
Ancora ad occhi semichiusi, toccò a tastoni la parte di materasso in cui era sdraiata la mora poco prima, percependo ancora il calore che emanava.
Si tirò un secco schiaffo in faccia.
Le domande che si fece furono due.
"Come posso essere così patetico?"
"Dove diamine è andata lei?"
Ricordava bene la scena prima che si addormentassero entrambi. Si maledisse da solo.
"Perché diamine l'ho baciata? Non saprò cosa dirle domani!" imprecò.
Certo, si conoscevano da due mesi e mezzo ormai, ma non si vedevamo tanto spesso, e non erano legati come due perfetti ragazzini innamorati.
Erano solo...confusione.
"Dopo essermi addormentato, probabilmente è andata via di fretta senza dirmi niente." pensò di nuovo il serpeverde.
Si alzò per andare a cercarla, senza sapere esattamente cosa stesse facendo.
A causa del suo dormiveglia, gli sembrava di stare in una dimensione sogno.
Quella notte sembrava più lunga di tutte le altre dell'anno messe insieme. Stavano succedendo troppe cose per un solo turno di buio.
Ne approfittò per andare in bagno, guardando il suo rilesso allo specchio.
Aveva grandi solchi blu appena sotto gli occhi, i capelli erano completamente spettinati, e aveva le labbra secche.
Indossava i suoi soliti pantaloncini neri che usava da pigiama, con una bianca camicia sopra.
Passò e ripassò più volte la mano su tutta la mascella, pensando.
"Da quando mi faccio problemi se una ragazza se ne va? Mai. Giusto,e mai me li farò. Però...però lei è"..."Oh diamine!" imprecò Draco l'ennesima volta in quella notte.
Stava giusto per ricadere nella totale e surreale confusione della sua dannata mente, quando, toccando a tastoni il comodino per tornare a letto, si accorse di un foglietto.
«Lumos» pronunciò tenendo stretta la bacchetta, e lo lèsse piano.
Sul suo viso serrato apparve un'espressione di stupore...piano piano si ricordava tutto.
Come aveva fatto a dimenticarsene.
Quindi non era stato un sogno.
"L'ho vista davvero andare via! E l'ho vista sparire in un secondo schioccando le dita." rifletté il platinato.
Quell'ultimo dettaglio però doveva essere stato esclusivamente fonte della sua immaginazione...un'allucinazione.
Sì, era ovvio. Non c'era altra spiegazione.
Dopo tutte le notti insonne che passava, non si stupiva affatto che la testa gli giocasse brutti scherzi. Posò il biglietto lasciato da Lilith, si buttò pesantemente sul letto e si girò dall'altra parte, dal lato dove aveva dormito lei, pensando a come parlarle la mattina dopo. Pensando a non farle del male, perciò aveva paura dato che era sempre stato all'ultimo posto nella gara dei discorsi perfetti. Con le parole era a dir poco un incapace totale.
Pensando a isolarsi, come al solito.
L'unico che gli stava vicino era Blaise, e non c'era da stupirsi con il suo insopportabile carattere. Ma aveva un gran brutto presentimento. Alla fine tutti se ne andavano da lui, come poteva Blaise restare? O come poteva restare lei? Sì, lei, Lilith. Gli stava già dando alla testa, solamente dopo averle sfiorato le labbra. Dannazione, era impossibile se paragonava quella specie di bacio con ciò che faceva con le altre ragazze.
Draco non pensò che fosse una specie di amore, perché non sapeva che cosa significava.
Non sapeva cosa voleva dire amare.
Quei concetti sdolcinati e svenevoli erano del tutto estranei ai suoi occhi e alla sua mente, come le farfalle nello stomaco e i piacevoli brividi lungo la schiena. Era ciò che aveva provato con lei, e solo Merlino sapeva quanto gli era piaciuto.
Prese di nuovo il cuscino di Lilith e cullato dal suo profumo tentò di riaddormentarsi.
Sapeva che non avrebbe resistito a non riappoggiare le sue labbra su quelle di lei, sapeva che non sarebbe riuscito a trattenersi dal non affondare le mani nei suoi capelli.
Ma doveva assolutamente provarci.
Non accettava di non riuscirci.
"Patetico" pensò di nuovo.
No, non lo avrebbe accettato.
***
«Questa caverna si può vedere solo quando lo decido io. Comunque, parliamo del perché ti ho chiamato. Te lo sarai chiesta, no?»iniziò Kilgarrah.
«Sì.»rispose
«Bene, e credo che tu sia arrivata a una possibile conclusione. Ti sarai accorta dei poteri che hai, non è vero?»
Si congelava così tanto che si riusciva a vedere la nuvola di fumo dei respiri di Lilith uscire dalla sua bocca. Si divertiva ad osservarle.
«Sì, ma non li conosco a pieno...»
«Credimi, sono molto più potenti di quanto tu creda. Guarda laggiù» disse spostando lo sguardo su un grande sasso a qualche metro da loro, illuminandolo lui stesso.
«Lo vedo. Che c'è?»
«Bene, so che ti potrà sembrare strano, ma tu sei in grado si sollevarlo e spostarlo, fermalo quando è a mezz'aria...fargli fare tutto ciò che vuoi. Tutto senza pronunciare una formula per l'incantesimo. Anche sulle persone. E questa è solo una piccola parte della tua potenza, mia cara Lilith.»
Lei gli lanciò uno sguardo esterrefatto, soffiando un'altra nuvoletta di fumo dalle sue labbra, riscaldando il suo fine naso infreddolito.
«Mi sembra un po' impossibil-»«Provaci,allora. Allunga la mano verso il masso, ragazza. Ci vuole un po' di concentrazione, ma poi riuscirai con molta facilità. Devi sentire l'energia, l'intenzione che hai di sollevarlo.»
Lei provò. Si girò e allungò lentamente la mano a dita aperte in direzione del masso. Concentrò con tutta sé stessa la sua attenzione verso il bersaglio, strizzando gli occhi che, per un nano secondo, si colorarono di giallo.
Un giallo intenso, carico di magia.
Di colpo, il masso sparì dalla sua vista, ostacolata dal buio. Il drago illuminò più lontano e lei vide il suo bersaglio scagliato a metri e metri di distanza.
Ci era riuscita. Era riuscita a utilizzare i suoi poteri.
Sorrise, fiera di sé, si sistemò il cappuccio di velluto e si girò verso Kilgarrah.
D'un tratto si ricordò di aver visto il drago in un altro libro, uno più misterioso. Quello di sua madre.
Pensandoci su, concluse che sua madre Karen poteva sapere tutto del drago, e non avergli detto nulla per tutto il tempo.
Ma gli sembrò subito un'opzione irrazionale, senza abbastanza fondamenta.
Quindi, preferì accostare da parte tutti quegli strani ragionamenti.
«Visto? Puoi far fare alle cose e alle persone tutto ciò che vuoi. Probabilmente non te ne sei accorta, ma i tuoi occhi si sono colorati di giallo per un secondo»
«Di giallo? Io ho sentito solo un leggero fastid-»
«Hai sentito fastidio perché sono diventati gialli. Dipende dalla potenza degli incantesimi, senza la bacchetta: se sono forti cambiano colore, altrimenti no. Per questo non li hai mai visti colorati. Hai sempre e solo utilizzato incantesimi di base, senza la bacchetta.»
Lei lo osservò cercando di assimilare tutte le informazioni. Poi le venne un enorme e curioso dubbio. Era estremamente confusa.
«Posso farti una domanda? O più di una?»chiese
«Certo, Lilith, dimmi»
«Perché io? Perché gli altri no? Perché ho questo dono?Non capisco che cos'ho di diverso»
«Oh, Lilith. Qui arriva la parte bella. Tu sei la discendente  in persona di qualcuno davvero importante»
« ...di qualcuno importante?»
Il drago si schiarì la voce, poi riprese in tono solenne.
«Di Merlino in persona.»

The Heir || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora