𝐀𝐧𝐞𝐦𝐨𝐢𝐚

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Draco aprì gli occhi di scatto.
L'aria nel suo dormitorio pulsava in quel genere di silenzio che si sente dopo un rumore, un rumore che non doveva esserci.
Più che un rumore, Draco aveva sentito qualcuno che lo chiamava, con voce cauta e profonda.

I suoi occhi si abituarono lentamente al buio. Era ancora sul suo letto a baldacchino, l'anta dell'armadio socchiusa faceva intravedere la sua divisa e un completo nero. Era tutto così identico al solito.
Eppure si sentiva così spaesato.

Sul comodino c'era ancora la sua bacchetta e il famoso bigliettino che Lilith aveva lasciato quella notte.
Quella notte di un mese prima.
Ma la mora non era più lì, era via, chissà dove.

Si rese conto che gli mancava.
Gli mancava camminare dietro di lei quasi incantato per i corridori come faceva sempre, aspirando il suo profumo alla lavanda e mordendosi il labbro per non sorridere.
E, soprattutto, convincendosi di non essersi innamorato.

Era confuso, perché non sapeva cosa si provava amando qualcuno, ma i sentimenti che nutriva per Lilith erano simili a quelli che descriveva Blaise.

Ma sentiva anche un sentimento in particolare, che nessuno conosce, e si chiama...anemoia.

Anemoia significa la mancanza di un tempo mai vissuto, mai conosciuto.
Era il legame tra lui e lei.

Gli mancava baciarla, ma non l'aveva mai fatto.
Gli mancava ballare con lei, ma non l'aveva mai fatto.
Gli mancava camminare per i corridoi con lei mano nella mano, ma non l'aveva mai fatto.
Gli mancava abbracciarla, ma non l'aveva mai fatto.

Questi pensieri gli crearono una confusione dentro al petto che lo mandò fuori di sé.

Scosse la testa come per allontanare quei pensieri, e si concentrò tentando di capire da dove venisse la voce che lo chiamava.

«Malfoy»
Si guardò attorno, vigile.
Niente.

Era nella sua testa.

«Ma che diamine di scherzo della mente è questo?» imprecò il biondo

Era appena dopo cena, perciò c'erano ancora studenti e insegnanti in giro per il castello e in cortile, quindi poteva uscire ancora per poco fuori dalla scuola.

Lui, tranne per i pasti e per le lezioni, si rifugiava nella sua camera e non usciva più. Diventava triste, poi si arrabbiava, spaccava qualcosa del suo dormitorio, disprezzava il Marchio Nero, e poi si addormentava, molto spesso piangendo.

Sempre così. Ormai da tanto. Precisamente da quando Lilith se n'era andata. Era diventato sensibile.

Nessuno però notava che era distrutto, a parte Blaise. Il suo amico non aveva bisogno di spiegazioni, sapeva che si trattava di lei.

«Draco Malfoy»

Ansimò. Decise di andare.
Afferò la bacchetta.
Si alzò di colpo, tenendosi al palo del letto per non barcollare all'indietro, si passò una mano tra i capelli, si lisciò la camicia e i pantaloni, indossò una giacca e le scarpe e si affrettò a uscire, senza nemmeno guardare che aspetto aveva allo specchio.
Dall'ultima volta che si era insultato da solo così pesantemente, non aveva più avuto il coraggio di guardarsi.

Attraversò il corridoio dei dormitori maschili, fino ad arrivare a quello in comune con i dormitori femminili, scese le scale arrivando alla Sala Comune Serpeverde.

La Sala sarebbe stata del tutto silenziosa, se non fosse per l'ardere del legno nei cinque camini e lo scricchiolare della carta dei libri che volavano a mettersi al loro posto.
Draco attraversò tutta la stanza passando sul tappeto verde di velluto.

The Heir || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora