𝐈𝐥𝐯𝐞𝐫𝐦𝐨𝐫𝐧𝐲

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Draco se ne stava lì, nella sua stanza, pietrificato da quanto era successo con Lilith nel bagno comune. Si era preso un attimo di tranquillità per ragionare ...

Ma il momento di calma razionale durò ben poco.

Si girò di scatto, si avviò a passo veloce nel suo bagno, aggrappandosi al lavandino per non urlare. Non era lui a voler gridare, erano i suoi sbagli di vita, l'ingiustizia che nutriva, che sentiva, il nervoso che cresceva rapidamente dentro di lui. Chiuse gli occhi. Le nocche e le punte delle dita gli facevano male da quanto teneva saldo il marmo.

Primo respiro.

Secondo respiro.

Al terzo respiro riaprì gli occhi, e si trovò davanti una terrificante figura.

Una figura che sembrava malata di mente, i cui occhi rispecchiavano rabbia, rimpianto, tristezza, malinconia, male ... ed erano circondati da occhiaie che si contrastavano nettamente con la pelle spenta.

Sembrava di non aver mai visto quella figura che gli giungeva così spaventosa.

Irritato com'era, nonostante lo spavento, la insultò. Gli disse che era orribile, inguardabile, soprattutto inutile e la riempì di devastanti critiche.

Subito la persona iniziò a piangere. Oh, non si poteva proprio vedere quando piangeva.

Draco la guardò un'ultima volta, per poi decidere di allontanarsi dal guardare il suo riflesso dello specchio, con le lacrime che gli rigavano ancora il viso cereo...

***

Lilith, in camera sua, si stava guardando anche lei allo specchio.

Oltre alla sua figura, poteva vedere riflesse le sue innumerevoli paure di quel periodo...stava per avvenire un cambiamento drastico, si sentiva spaesata, tirata continuamente da una parte, cioè fare la cosa giusta,  e dall'altra, il piacere.

La ragione e il sentimento.

In lei prevaleva sempre la ragione, ma diamine, in quel momento si sentiva così debole come forse non lo era mai stata.

Troppe responsabilità sulla vita degli altri.

Sapeva che doveva partire, ma...

Pensò a Draco. Si sentiva di non conoscerlo abbastanza, ma allo stesso tempo di capirlo fino infondo, grazie alla sua empatia.

Ripensò alle sue lacrime così limpide, ai suoi occhi che chiedevano aiuto, alle sue iridi che riacchiudevano i ghiacciai nel bel mezzo di una devastante  tempesta e che per lei erano sia veleno sia antidoto. E infine alle sue pupille in cui lei si perdeva, proprio come in un buco nero.

Ragione e sentimento.

Veleno e antidoto.

Lei e...lui...?

Gonfiò il petto, pronta per un grande respiro. Si osservò a lungo.

Le punte dei suoi neri capelli erano ancora umide dalla fredda acqua che aveva bagnato la camicia del biondo, insieme al bordo della sua divisa che si stava togliendo lentamente per non distogliere lo sguardo dal suo distrutto riflesso.

Si avvicinò di più , appogiandosi al lavandino. Allungò una mano, posandola delicatamente sullo specchio leggermente appannato dal vapore del bagno.

«Resisti» si rassicurò da sola sussurrando.

Si allontanò, tornò in vicino al letto da cui prese il suo amato mantello di velluto, per poi smaterializzarsi nella fitta Foresta proibita.

Nella fretta di raggiungere il drago, in camera si era scordata di indossare scarpe e calze, perciò si ritrovò a camminare per terra a piedi nudi, solleticati dai sottili e freschi fili d'erba, fino ad arrivare alla grotta.
Anzi, probabilmente l'aveva fatto apposta.
Le piaceva quella sensazione, perché era la stessa che aveva provato quando da piccola, una notte, era uscita di nascosto a passeggiare e giocare con suo fratello. Era stata una delle più belle, uno dei migliori momenti con Bliant.

Continuò per la foresta fino a raggiungere Kilgarrah, che l'attendeva seduto sulle sue enormi zampe squamate.

«Sapevo saresti venuta» le disse salutandola

«Ciao, Kilgarrah. » rispose soffermando il suo sguardo sulle pietre grigie della caverna «Ho bisogno del tuo aiuto, stasera dovrò partire per-»

«Oh, lo so» le sorrise

«Come fai a saperlo? Come fai a sapere sempre tutto?»lo squadrò

«Io sono collegato a te, come lo ero con Merlino. Io so ciò che ti attende. Conosco lo scopo principale della tua vita.»

La ragazza lo guardò, confusa, e la creatura si spiegò.

«Altrimenti come avresti fatto a essere qua? In questa situazione? A conoscere di più sul Signore Oscuro? A conoscere il prescelto?»
Lilith annuì.

«Oh, capito, quindi tu... »si fermò a pensare «Oh, aspetta un secondo! Ciò che intendi dire è che...»

«Non ci hai mai pensato, signorina Handler?» la interruppe

«Non è stato un caso! Nulla è stato un caso, giusto...?» continuò

«Davvero non ci avevi mai pensato? Ovvio che non è stato un caso»

«Mi stai dicendo che...per esempio...io non sarei a studiare qui?»

«Esattamente! Sei arrivata ad Hogwarts solo ed esclusivamente grazie a me.»

Lei lo guardò spalancando gli occhi, e incontrando quelli gialli e vispi della creatura che soprastava di fronte a lei.

«Cosa?! Non ci credo...io...non ci avevo mai pensato» esclamò osservando uscire per l'ennesima volta le piccole nuvolette di fiato dalla sua bocca.

«Ma la mia vecchia scuola è stata distrutta a causa di un'incendio» rifletté lei

«E chi pensi che abbia causato l'incendio?»ribatté il drago

«Sei stato davvero tu?!» Non riusciva a crederci. Se non fosse stato per il drago, non avrebbe mai visto certe persone che aveva conosciuto lì...

Stava davvero pensando a quel biondo invece che a un problema molto più importante, Lord Voldemort.

Che egoista. Un'egoista con le farfalle allo stomaco, però.

«Ma avrai ucciso un sacco di persone lì dentro!» esclamò

Kilgarrah roteò gli occhi, privo di speranze.

«A volte sei proprio stupida per avere quei poteri, sai?» le disse

«Non sei per niente divertente» sbuffò lei «Ero solo distratta» concluse

«Distratta, eh? »sorrise «Comunque, era inizio estate, non ricordi? Non c'era nessuno»spiegò

«Oh, ora capisco, giusto» disse distrattamente, pensando ancora al biondo platinato che non riusciva a togliersi dalla testa. Gli sarebbe mancato, troppo. «In ogni caso, sai già che stasera partirò con Harry, Hermione e Draco perch-»

«Draco? Draco chi? »chiese innocente la creatura

«Oh, no, no...c-cioè, ho sbagliato...ehm...non intendevo dire lui, Draco è- è un mio amico ma non viene con noi» farfugliò gesticolando con una filo di tristezza sulle ultime parole, e il drago sorrise scuotendo la testa.

«Cara, dovunque tu vada comunica con me attraverso la mente quando ne avrai bisogno, e io ti guiderò da me»

«Grazie, Kilgarrah» gli sorrise arrossita per quanto successo prima, sistemandosi in testa il cappuccio di velluto.

La Luna splendeva alta nel cielo nero.

«Buon viaggio, Lilith Handler» la salutò per poi ritirarsi nella sua caverna, lasciando la maga con un senso di vuoto pesante allo stomaco.

The Heir || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora