𝐒𝐞𝐠𝐫𝐞𝐭𝐢

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«Oh...ciao Draco!»
Lilith si spostò dall'altro lato del divano per farlo sedere.
Lui fece un sorrisetto e si accomodò scaldandosi davanti al camino scoppiettante.
«Handler, senti-» iniziò a dire
«Sì, so già di cosa vuoi parlare...e...non so,insomma-»
«Effettivamente nemmeno io so cosa dire...»disse accennando una risata «....però non l'ho odiato» e appoggiò la schiena al divano inclinando di lato la testa per guardare la ragazza.
Alzò un sopracciglio con fare compiaciuto.
«A te?» chiese, ma non ottenendo risposta continuò «Va bene, so di essere affascinante, ma non pensavo di incantarti in questo modo, a tal punto di non parlare, Handler»disse ridendo.
Roteò gli occhi «Spiritoso! Comunque non so, nemmeno io l'ho odiato, ma...»
Draco sentì un dolore alla pancia, come se una mano invisibile avesse preso le sue viscere e le tenesse strette strette. Cercò di nasconderlo.
«Ti faccio impazzire, non è vero Handler?»
A quel punto l'ego di Lilith prese il sopravvento.
«Anche io»rispose lei
«Non sei divertente»
«Peccato, in molti mi dicono di sì»
Fu il turno di Draco di roteare i suoi trasparenti occhi.
Lilith spostò  il suo sguardo sulle mani del ragazzo, le dita si accartocciavano ansiose l'una con l'altra, girava e rigirava i suoi anelli tra le dita.
Si ritrovarono ancora con le labbra a un millimetro di distanza, i loro respiri di fusero di nuovo.
«Stavi dicendo che non l'hai odiato, poi ti sei fermata. Cosa volevi dire?»
Lilith prese un bel respiro.
«I nostri genitori...»
«Oh, giusto. Beh, allora non lo rifaremo più, non si sa mai che lo scoprano, sopratutto i tuoi genitori. Siamo in un accordo. Io non mi avvicinerò alle tue labbra, ma tu mi aiuterai a...»
Lilith lo guardò stranita.
«A...?»
«A scoprire cosa c'è dietro questo odio. Noi non ne sappiamo niente, non sei curiosa?»
«No»
«Come?»
«No, non mi interessa. Non mi interessa più niente della mia famiglia» la sua voce uscì spezzata. Il ragazzo le aveva fatto ritornare in mente il fresco ricordo della morte di suo fratello.
«Beh, allora non so come ma mi aiuterai e basta, anche se non sei curiosa»
«Va bene dai, accetto. Ma non ti assicuro che troveremo una risposta.»
«E invece la troveremo, altrimenti si rompe l'accordo. E io mi avvicinerò di nuovo. Ma tanto non ti ha dato fastid-»
« E se tu ci riprovi ti farò venire il ciclo in faccia.»
«Scu....in che senso?»
«Nel senso che ti spaccherò il naso se non la smetti, Draco.» disse lei sarcastica, ricevendosi un'occhiataccia dal serpeverde.
«Ma non farmi ridere»
«Farti ridere non è mia intenzione» rispose lei
«A volte sei davvero insopportabile»continuò ancora.
E Draco lo sapeva, ma non poteva farci niente.
Era così abituato a nascondersi dietro il finto carattere insopportabile e migliaia di strati di sarcasmo. Fingere gli veniva davvero bene, anche a Lilith.
Il problema era che con lei si era lasciato andare, l'aveva fatta scovare arrivando nel profondo dell'anima fino a farle scoprire  le sue fragilità. Ma non riusciva ancora a liberarsi dalle pesanti catene del sarcasmo, le fondamenta del suo odioso carattere.
E decise di non rendersi più vulnerabile neanche un'altra sola volta davanti al quella ragazza...sapendo però che non avrebbe resistito.
Sul suo volto prese spazio uno sguardo triste e nascosto invano. Lilith lo vide, ma non disse niente, limitandosi a guardarlo.
L'orgoglio colpiva ancora.
«Perché te ne sei andata?»
«Beh ecco, in realtà è perché-»
«Lo so, probabilmente perché non sono il tipico ragazzo dolce e estroverso che vorrest-»
«No, Draco-»
«In effetti hai ragione, insomma, chi mai vorrebbe stringere i rapporti con me? Mi odiano,e-»
«Draco! Smettila, va bene? No, niente di tutto questo.» esclamò scandendo bene le parole.«Datti una calmata, non è colpa tua. Solo avevo fatto un incubo e mi sentivo strana perché non avevo mai "baciato" un ragazzo prima d'ora, non conoscevo la sensazione e-»
«Ferma. Tu? Proprio tu?» chiese interrompendola di colpo.
«Sì Draco, proprio io, che c'è di strano?»
«È strano che nessuno non ci abbia mai provato con te,sai?»
«Beh, è così» rise lei
«Onorato di essere stai il tuo primo bacio, allora» disse mentre un sorriso tirava le labbra di entrambi.
Draco appoggiò la sua spalla contro quella della mora e la guardò negli occhi.
«Hai i capelli umidi. Sembra che tu abbia sudato» disse lei
«Un'altro incubo, niente di che»rispose
« Sicuro?»
« Stai pensando male, non è vero?»
«Sì»
«Oh, diamine Lilith! Quando te ne sei andata erano le quattro di mattina! Avrò avuto sonno, no?»rise lui seguito dalla serpeverde.
«Va bene, quando vuoi raccontamelo, magari si alleggerisce il pensiero.»
Sapeva come ci si sentiva a svegliarsi in piena notte con il cuore che minaccia di uscirti dal petto da un momento con l'altro.
Poi cerchi di riaddormentarti ma non ci riesci.
Però dai, pian piano ti addormenti.
Ma arriva un altro brutto sogno.
Così per tutta la notte, come una routine.
Un brutta routine. Una battaglia persa, una continua tentazione senza risultati.
E, diamine, se ti demoralizza.
«Tranquilla, va tutto bene» rispose ancora con il suo fiato sul collo dell'altra, avvicinandosi.
Non riusciva a trattenersi. Ogni volta che vedeva le labbra secche della ragazza aprirsi per parlare, ogni suo leggero movimento lo mandavano in tilt.
E anche a Lilith.
Solo che lei era di gran lunga migliore nel nasconderlo, come tutte le altre emozioni.
Le sentiva scendere verso il basso, fino ad arrivare a terra, e lì fingeva di calpestarle con i piedi.
E boom. Sparivano.
Era tutta questione di concentrazione, ovviamente. Ma quando sei abituata, diventa molto molto semplice.
Si avvicinarono sempre di più, stavano per cedere. I loro sguardi si alternavano tra la bocca e gli occhi dell'altro.
«L'accordo» ricordò lei con voce rotta
«Giusto» rispose lui.
Controvoglia si risistemarono composti a guardare il camino come via di fuga da quella situazione.
Lilith si fermò a osservare una piovra gigante attaccata a una delle grandi vetrate della loro Sala Comune.
Dondolò le gambe sentendo sotto i piedi il soffice tappeto verde, al cui centro, tra loro e il camino, campeggiava un tavolino in legno.
Sembrava che stesse per cedere da un momento con l'altro. Sul tavolo c'era qualche candela ormai consumata, un libro di incantesimi e un libro di pozioni, tutti impolverati.
Qualcuno da dietro li stava osservando.
Era Gladys, ma loro non se ne accorsero.
Lilith aveva ancora il libro che stava leggendo stretto in grembo, decise di posarlo sul tavolino.
Gladys lanciò una piccola risata soffocata, e i due si voltarono entrambi.
«Tranquilli ragazzi, farò finta di non aver visto niente, promesso» disse lei facendo una faccia maliziosa.
«Gladys Moor!» la guardò male la mora.
La sua migliore amica era appoggiata a una colonna di marmo grigia esattamente dietro al divano dove erano seduti Lilith e Draco.
Anche lei era già in divisa, aveva raccolto i suoi capelli biondi in una morbida mezza coda.
«Che ci fai qui?» chiese la Handler
«Beh, mi sono svegliata presto, ho bussato alla tua porta ma non apriva nessuno, così ho pensato che tu fossi già scesa, ma...sorpresa! Eravate in due! Così potrei essere mi goduta lo spettacolo!» esclamò con aria da finta innocente.
Draco soffocò una risata e fece affondare la sua fronte sullo schienale del divano dall'imbarazzo. Lilith invece si sbatté una mano in fronte e mimò con le labbra a Gladys «Ti uccido di persona, tesoro» ma non riuscì a non ridere quando la sua migliore amica mimò con le mani il gesto del cuore tra lei e Draco.
« Sei proprio fuori di testa» disse la mora
«Non credo» rispose l'altra.
Un'altra figura entrò nella Sala.
Blaise.
«Ehi amico»disse al biondo« che ci fai qui? Che avete combinato?Lilith?»
«Ma...niente! Che avete tutti?»rise Draco
Blaise alzò le sopracciglia facendo un'espressione compiaciuta.
Lilith aveva il sospetto che, a quel punto, tutta l'intera casa dei Serpeverde li avesse spiati.
Blaise si avvicinò di più a loro, notando la sua amica appoggiata alla colonna.
«Oh, ciao Gladys, non ti avevo vista»la salutò
«Ciao Blaise» ricambiò sorridendo timidamente
Si scambiarono due occhiate e poi posarono lo sguardo sugli altri due.
La bruna cercò un qualche indizio che le dicesse che quei due si fossero già visti in privato, ma niente.
"Bene, me lo racconteranno loro." pensò.
«Beh, vi lascio chiacchierate tra ragazze, vah!» rise Draco.
Lilith e Gladys lo salutarono con un cenno del capo, così lui si alzò e iniziò ad andarsene.
«Amico, ti ricordo che non sono una ragazza.»gli disse Blaise
«Oh,scusa Zabini, non lo sapevo» gli rispose con aria di sfida
«Che vendetta patetica rispetto ad uno spionaggio, Malfoy.»si vantò lui
«Smettila o ti lancio una maledizione, amico.»
«Oh, che emozione.»
«Oh,avanti, andiamo!»
Risero di gusto e se ne andarono, mentre Gladys si accomodò al posto di Draco e rivolse un sorriso all'amica.
«Hai fatto progressi, Lil, eh?» iniziò, ricevendosi un'occhiataccia.
«Anche tu, amica, ho visto male?» rispose l'altra
«Lilith!» esclamò «Comunque voglio sapere i dettagli, insomma, di cosa parlavate? Te ne sei andata? Da dove? Quando?» chiese lei tutto d'un fiato.
«Calma, calma! » esclamò «non ho voglia, è troppo lungo da spiegare. Quindi c'è troppo fiato da sprecare! »rise
«No, adesso tu mi racconti tutto, lo pretendo. Farai rifornimento di fiato più tardi!» la incalzò Gladys.
Lilith cedette e le raccontò tutto, tralasciando il piccolo grande particolare di Kilgarrah.
« Adoro! Quindi in teoria voi-»
«Non farmi quella domanda»
«Invece sì! State insieme»
«No, Gladys! Ci siamo solo sfiorati le labbra.  E poi i nostri genitori si odiano. Possiamo parlare sì, essere amici...ma stare insieme...no»
«Beh, hai ragione. Ma ti piacerebbe?»
«Oh Gladys...insomma, non lo so, ripeto, ci siamo solo sfiorati! Piuttosto, come va con Blaise?» cercò di deviare in discorso.
«Cosa? In che senso come va con Blaise? Io non sto con Blaise» cercò di dire il più naturalmente possibile, sapendo di non riuscire a mentire con Lilith.
Infatti. Beccata.
«Certo, magari no, ma tutte quegli sguardi che vi lanciate? Eh? Ti ho beccata vero? »chiese ridendo.
L'altra posò lo sguardo sulla piovra gigante ancora attaccata alla grande vetrata, e osservò i libri nello scaffale accanto. Erano di ogni tipo, tra cui i manoscritti di Merlino. Per un attimo le tornò ancora in mente Kilgarrah. Non avrebbe potuto parlarne con anima viva. E temeva parecchio riguardo al fatto che centrasse lei stessa con la sconfitta del Signore Oscuro.
I libri erano tutti molto antichi, per lo più rilegati in pelle marrone o nera.
Gladys spostò di nuovo lo sguardo su quello della mora.
«Seriamente parlando, Gladys, ti piace? Insomma...»
«Oh sì, può darsi. Abbastanza...penso»
«Beh, sono felice per te!» esclamò
«Buongiorno Ragazze! Dobbiamo andare a lezione!» le chiamò una ragazza. Era Daphne.
«Giusto, dimenticavo! Andiamo Gladys!»
Dopo aver raggiunto Daphne, andarono alla lunga lezione di Storia della Magia con i Grifondoro che le aspettava.
Strada facendo, Lilith pensò che forse doveva avvertire Harry. Non di Kilgarrah, ma di Lord Voldemort. Sapeva che Harry conosceva Voldemort più di lei stessa, ma non poteva starsene lì ad aspettare quando lei poteva salvare il mondo e fermare il Signore Oscuro. "Presto arriverà la tempesta nel nostro mondo. Bisogna stopparla"ricordò le parole del drago.
Di colpo urtò contro qualcuno, un piccolo corvonero, e, scusandosi, le venne in mente il ragazzo morto del quarto anno.
Sì, doveva apprendere informazioni, al più presto.
E a chi chiedere se non al famosissimo Harry Potter?
Iniziò presto a sentirsi abbastanza responsabile della vita o della morte di tutte le persone, in particolare dei Nati Babbani, dei Mezzosangue. Ma soprattutto, se voleva salvarli, doveva combattere anche contro suo padre Edwin. Un Mangiamorte. Maledizione.
Lo seppe in quel momento, leggendo un altro bigliettino che mai aveva notato, nel libro regalatole da Karen. Se lo era portato a lezione, nel caso la facessero annoiare, e il Professor Binns ci stava riuscendo alla perfezione.
La rabbia stava prendendo il sopravvento, iniziò a graffiarsi insistentemente le mani, ma l'autocontrollo la placò.
Sospirò e continuò a leggere il biglietto, mentre il professore-fantasma non cessava di spiegare.
Il biglietto recitava che Edwin era un Mangiamorte, e che suo fratello aveva studiato lì ad Hogwarts, non alla Ilvermorny. Questo era uno dei motivi per il quel i suoi genitori non la mandarono nella splendida scuola in cui si trovava in quel momento.
L'altro motivo...era proprio Voldemort. Sapevano dell'energia dei poteri della figlia, del fatto che avrebbe potuto sconfiggere il Signore Oscuro. E ad Hogwarts studiava proprio il prescelto, Harry Potter.
Dovevano tenerla lontana da tutto. O almeno, questo era ciò che voleva Edwin.
Era tutto così ingiusto.
Suo padre un Mangiamorte...sapeva che disprezzava i Nati Babbani, ma non pensava così tanto da diventare un...seguace di Lord Voldemort. Suonava davvero orrendo.
E suo fratello...
E il fatto di volerla tenere ignara da tutto.
Quanto segreti poteva ancora nasconderle la sua famiglia?

The Heir || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora