« Tu sei la discendente di Merlino in persona. L'erede dei suoi poteri.»
annunciò Kilgarrah.
A quelle parole rimase a dir poco esterrefatta. Sgranò gli occhi con un espressione confusa, aprì la bocca tentando di formulare una frase di senso compiuto, ma la richiuse subito, non sapendo che dire.
Provò poi a darsi un pizzicotto sulla mano gelida per controllare di non trovarsi in un altro sogno, sotto l'espressione divertita del drago.
"Perché nessuno dei miei genitori non me lo aveva mai detto prima?"si domandò.
«Mi stai prendendo in giro, non è vero Kilgarrah?»
«Perché dovrei? Sono un drago, non ragiono come una persona. La mia mente è improntata in un determinato obbiettivo, è totalmente seria. Non ho tempo per giochetti di voi umani.»
Si inumidì le labbra spremendo il cervello di continui pensieri, e, tirando un sospiro, iniziò a tartassare di domande la creatura.
« Cioè tu intendi che...proprio...proprio lui? E proprio io? Come è possibile che solo io abbia ereditato i suoi poteri, e gli altri miei antenati no? E come fai a saperlo? Te l'ha detto lui? Stai mentendo?»
«Oh Lilith, calma!»rise di gusto il drago. « È il destino che ha voluto questo. Il destino a scelto te, e non si può sfuggire al proprio destino, lo sai. Non ti sto mentendo. I tuoi poteri hanno uno scopo ben preciso. Come ti ho raccontato prima, io esisto dai suoi tempi, l'ho aiutato, ero un suo amico, un appoggio fedele, proprio come lo sarò con te. E lui stesso, mi disse che questo giorno, o meglio questa notte, sarebbe arrivata.» rispose pazientemente Kilgarrah.
«Oh, capisco, ma...qual è lo "scopo ben preciso" di cui parlavi?»
«Il Signore Oscuro, Lilith. Non ti dico altro, ma penso che tu abbia già capito cosa intendo. Il mondo magico ha bisogno dei tuoi poteri, ha bisogno di te. Sta per arrivare una tempesta nel nostro mondo, e bisogna stopparla. La cosa importante ora è una: nessuno deve sapere della tua ereditarietà, tantomeno dei tuoi poteri. Se qualcuno ne è già a conoscenza va bene, l'importante è che la voce non si sparga per tutta Hogwarts.»la avvertì lui, avvicinandosi alla ragazza con il suo viso.
«Come mai?»
«Sarebbe troppo rischioso. Però, è importante che tu escogiti un piano per parlarne ad una persona senza raccontare di me. Al prescelto, Harry Potter. Lui è il prescelto che deve sconfiggere Voldemort, ma non riuscirà senza di te, perché il destino è stato scritto in questo modo. Tu Lilith Handler dovrai distruggere il Signore Oscuro. Quindi mettilo in guardia e aiutalo nella sua ricerca. Digli dei tuoi poteri facendogli promettere di non proferirne parola con nessun altro. »
Lilith annuì trattenendo l'entusiasmo e la paura mescolati insieme, due emozioni davvero contrastanti.
«E ora vai, è tardi. Ogni volta che avrai bisogno, io sarò qui» concluse.
Detto questo, rientrò lentamente nella rocciosa caverna, sparendo man mano nel suo tetro buio.
Lilith stette ancora un attimo in piedi dondolandosi sulle caviglie, si strofinò il pallido naso e disorientata, iniziò a camminare fuori dalla Foresta. A bocca aperta.
Era incredibile. Gliel'aveva detto...così...con leggerezza, come se tutto fosse normale.
Era successo troppo per una notte sola.
Non volle subito smaterializzarsi nella sua camera, così passeggiò per un po'.
Lì era sola, in pace con sé stessa, nessuna preoccupazione. Tutto scivolò via con lei, mentre si sedeva appoggiata ad un albero fuori dalla Foresta Proibita.
Il mantello di velluto la proteggeva dal freddo e dall'erba umida. Notò che la Luna stava pian piano sprofondando nel buio. Ciò significava che nulla di importante sarebbe più successo durante quella notte.
E direi che ne fu abbastanza sollevata.
Rannicchiò le gambe, lanciando un incantesimo riscaldante, senza la sua nobile bacchetta.
Poi, cominciò ad averne abbastanza di saltare da un pensiero all'altro della sua dannata mente, decise di tornare nella sua Sala Comune, e poi salire in camera.
Tutto era calmo, i libri disposti ordinatamente negli scaffali, insieme ai soprammobili di vario tipo che richiamavano il tema della loro Casa. Tutto era silenzioso, a parte il leggero sottofondo dell'acqua del Lago Nero che penetrava dalle finestre. Il magnifico fuoco verde nei cinque camini scoppiettava allegramente lasciando un calore familiare al suo corpo leggermente infreddolito, mentre si strinse nel lungo mantello sbadigliando pesantemente.
Si accasciò sul soffice tappeto davanti al camino con l'intento di riscaldarsi ancora un po'.
Qualche minuto dopo decise di aver bisogno di un gran bella dormita per metabolizzare tutto ciò che era successo in precedenza. Si avviò quindi verso le scale che conducevano ai dormitori quando la chiamò una voce da dietro.
« Ehi Lilith, che ci fai qui?»
Era Gladys.
«Gladys! Io...ehm, non riuscivo proprio a dormire.»
Sul viso le comparve un'espressione poco convinta, ma alla fine cedette.
«Ancora voci?» chiese
«Oh no no, solo un paio di incubi. Tu che ci facevi qui?»
«Nemmeno io non riuscivo a dormire»
«Che è successo? Hai fatto anche tu dei brutti sogni?» si preoccupò Lilith invitando l'amica a sedersi sul divano.
«No no, solo non chiudevo occhio»
La mora annuì.
«Che c'è che non ti fa dormire?»
«Nulla, null-»
«Nulla? Quando qualcuno ha "nulla" dorme tranquillamente, Glad»
«Sono preoccupata per ciò che ha detto Harry. Voldemort»
Lilith le mise una mano sulla spalla per tranquillizzarla.
«Anche io, Gladys» rispose.
"Più di chiunque altro" avrebbe voluto aggiungere.
Sì ricordò di Kilgarrah, e cercò subito un modo per dirglielo senza raccontare del drago.
«È sempre il solito incubo che hai fatto tu?»continuò Gladys
«Sì, dipende, mi capita di sognare anche mio fratello...e un'altra cosa...»trovò subito la scusa adatta«sogno anche una voce sconosciuta che mi dice che io sono l'unica che può distruggere il Signore Oscuro...sai, i miei poteri...» mentì in un sussurro
Gladys la guardò terrorizzata.
«Potrebbe...essere vero...»rispose la bionda
«Sì, ma non parlarne con nessuno, chiaro? Altrimenti...»
«Altrimenti?»
«Altrimenti si scatenerà un'agitazione unica e non voglio. È solo un incubo, e anche se fosse vero, teniamocelo per noi. D'accordo amica?»
«Te lo prometto» le sorrise Gladys
«Come va con Draco?» continuò
«In che senso?»
«Non vi siete più visti?»
«No, perché?»
«No, nulla. Che buon profumo, Lilith. È nuovo?»
Lilith deglutì tentando di nascondere l'imbarazzo. Caspita, sapeva di lui, aveva il suo profumo ancora addosso.
«Sì, è nuovo. Ti piace?» mentì per la seconda volta
«Sì, mi sembra di averlo anche già sentito qui nella Sala Comune. È da maschio?»
«Sì, era di mio padre...»
"Non me la racconta giusta...e io dovrei crederci? È il profumo di Draco, l'ho sentito quando si era seduto sul divano, e l'ho riconosciuto perché è identico a quello di mio padre, o per lo meno molto simile" ragionò Gladys ridendo tra sé e sé.
«Buono, davvero fresco.»
«Grazie! Andiamo in camera?» chiese Lilith impaziente
«Sì, anche io sto morendo di sonno ora»
La mora annuì, e insieme salirono le scale in marmo.
Arrivate al dormitorio, si salutarono dandosi la buonanotte.
«Ah,Lilith»
«Sì?»
«Sai cos'altro è bella?»
«No...?»
«La tua bugia» rispose sorridendo e strizzando l'occhiolino.
Oh,diamine.
Lilith scosse la testa ridendo ed entrò in camera buttandosi su letto.
Bene, il giorno dopo avrebbe anche dovuto inventarsi una scusa da dire a Gladys, del perché indossava il profumo di Draco.
Fottuto profumo.
"Oh, al diavolo" pensò Lilith
***
Sì svegliò lo stesso molto presto, non riuscendo a dormire. E anche Draco.
Che novità, non è vero?
Una brutta caratteristica in comune.
Lilith si trovava nella Sala Comune da sola a leggere.
Non sapeva cosa avrebbe detto a Draco, come si sarebbe rivolta a lui, ma poco le importava.
Si erano solamente picchiettati le labbra tra di loro...
Oh, sì, la loro anima era solamente quasi esplosa dalla felicità.
Si erano sentiti come volare nello spazio, e basta.
Sì, del tutto normale...
Ma aveva altro per la testa.
Era già vestita perfettamente con la sua divisa dei Serpeverde. Alla prima ora avrebbe avuto la lezione di Storia della Magia, ma era sicura che non avrebbe ascoltato un minimo di quello che avrebbe detto, come sempre.
La rassicurò il fatto che nel pomeriggio sarebbe andata a studiare con Luna, Hermione, Ginny e Gladys, almeno si sarebbe potuta confrontare con gli appunti.
Girava e rigirava le sue ciocche di capelli castani attorno al suo dito affusolato, cercando di distrarsi dal pensiero di Lord Voldemort.
La fine piano piano arrivava.
Poi il suo pensiero andò verso Draco, e sorrise, perché dentro di lei scattò ancora la scintilla che la teneva in vita.
Sentì una sensazione pesante allo stomaco, neanche avesse un mattone all'interno.
O farfalle...anzi elefanti, non farfalle.
Ma si sa, quando parli del diavolo, spuntano le corna.
È un dato di fatto.
Appunto.
«Handler?» la chiamò una voce alle sue spalle. Era lui. Si voltò a guardarlo allontanando il pensiero della sua ereditarietà di Merlino, di come il drago lo avesse detto con noncuranza, come se fosse normale.
Ma non era affatto normale.
Era destinata a diventare la più grande strega di sempre.
STAI LEGGENDO
The Heir || Draco Malfoy
Fanfic[ COPERTINA DI: @sophiecovers ] L'erede. La discendente. Del mago più potente di tutti i tempi. No, non Lord Voldemort. Qualcuno di ancora molto più importante... Lilith Handler. Ragazza dalla personalità complessa. Strega arrivata ad Hogwarts l'ult...