𝐒𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢

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«Hai preso appunti, Lil?» chiese Luna mentre studiavano in biblioteca con Gladys, Hermione e Ginny.
Lilith guardò altrove, distratta.
Notò che la sala illuminata era praticamente del tutto vuota, c'erano solo alcuni Tassorosso del terzo anno seduti attorno a un tavolo in legno, tentando di studiare. Poi spostò lentamente il suo sguardo scrutatore, arrivando a un'altra piccola scrivania poco nascosta dietro a uno scaffale.
Lì era seduto lui, Draco. Insieme a Blaise.
Lilith dedusse che sul suo volto aveva dipinto un'espressione infastidita e svogliata, mentre il suo amico Blaise sembrava abbastanza divertito.
Sorrise tra sé e sé, ma in quel momento Draco agganciò i loro sguardi glaciali, e ammiccò anche lui un piccolo sorriso, per poi rivolgersi verso il moro.
Lilith fece lo stesso, prestando attenzione a Luna.
Draco sorrise a 32 denti e nascose le mani nelle maniche della divisa Serpeverde, infreddolito, giocando con i numerosi anelli argentati che tanto amava, specialmente quello regalatogli dalla madre Narcissa per il suo 15º compleanno.
Era tutto in argento, però al centro aveva incastonata una piccola e magnifica pietra preziosa di colore nero.
Ne fece anche una copia identica all'originale, nel caso ne perdesse uno.
Ci teneva davvero tanto.

5 Giugno 1995

«Draco vieni, siediti, è pronto il tè caldo, e anche la torta che mangeremo stasera con gli ospiti» sorrise Narcissa a suo figlio.
Draco si sedette nella poltrona accanto alla madre, a fianco del camino.
Si perse un attimo a osservare la sala che conosceva a memoria. Un grande lampadario di cristallo illuminava la sala dall'alto, il camino nel muro ospitava un fuoco rosso e ardente, un tappeto nero e soffice sottostava ad un tavolino altrettanto di cristallo, su cui erano ordinatamente sistemate alcune candele e degli scacchi. Nelle giornate di sole le ampie vetrate rischiaravano la stanza, ma quel giorno, pure essendo giugno, pioveva a dirotto ed era tutto mescolato in un grigio intenso.
Così le grandi tende verdi erano tirate, lasciando solo intravedere il grande parco curato, per pochi centimetri.
La mano di Narcissa che toccò la sua lo riportò alla realtà, mentre lei gli porse una scatolina rilegata in velluto grigio, dopo aver sorseggiato il suo tè. Sul volto di Draco apparve un'espressione curiosa.
«Questo è il tuo regalo di compleanno da parte mia. Auguri, figlio mio. Avanti, guardalo, spero ti piaccia. » spiegò la donna.
Appena lo aprì il biondino rimase a bocca aperta e con gli occhi grigi spalancati. Un bellissimo anello argento incastonato di una pietra nera preziosa brillava proprio davanti ai suoi occhi. Le sorrise, non sapeva che dire.
«Grazie, madre»
Narcissa sorrise a sua volta.
«L'ho fatto io»
«L'hai fatto tu?»
"Sì, Draco."
«È ... meraviglioso. Davvero...» rispose schioccandole un leggero bacio sulla pallida tempia.

Non lo toglieva mai, nemmeno per andare a dormire ... gli ricordava sempre i suoi momenti più belli con sua madre, prima che il suo mondo famigliare iniziasse a crollare interamente a pezzi.
E prima che lui diventasse un odioso e schifoso Mangiamorte contro ogni sua volontà, a causa del padre Lucius.
Lo trovava davvero ingiusto trovarsi tutta la verità addosso, di botto, avendo vissuto prima nell'ignoranza più totale.
Ora sapeva che suo padre era un vero perdente, un fallito ... e anche Lord Voldemort, ne era certo.
Per quanto detestasse Potter, sapeva che il Signore Oscuro non avrebbe vinto, non era possibile.
Anzi, a dire la verità ci sperava, eccome.
«Ti fa stare bene, non è vero?» gli chiese Blaise
«Cosa? No, cosa c'entra ora la Handler?» rispose poco convinto.
Poi realizzò, notando l'espressione sul volto di Blaise.
«Ancora una volta non ho detto chi, e tu ti sei fregato da solo. Sei proprio fuori di testa , amico» disse sorridendo
«Però almeno ora so la verità» concluse soddisfatto.
Draco si coprì il volto con le mani, ridendo.
«Ma perché sono così stupido?»
«Non lo so, ma mi fa strano che tu non mi abbia mandato al diavolo. Sei così bipolare che ora hai cambiato umore in mezzo secondo? Sembri contento»
«Non sono contento» rispose secco il biondo
«Ecco, ora sei seccato, sembra che tu mi voglia assassinare. Sei diventato più bipolare degli anni scorsi!» continuò il moro
«È colpa tua»
«O sua?» chiese Blaise indicando Lilith all'altro tavolo.
Draco roteò gli occhi al cielo, poi decise di ripagarlo con la stessa moneta.
«Anche tu sembri più felice e spensierato in questi giorni»sorrise malizioso guardando l'amico negli occhi
«Beh, sì, c'è...più tempo libero» rispose fingendo di guardare le nuvole correre in cielo, osservandole dalla grande finestra.
«C'è più tempo libero o c'è la Moor?» continuò a provocarlo Draco
«Smettila, Draco» sbottò, ma trattenendo un sorriso, mentre il biondo rise di gusto.
«Oh, tra tutti e due non ce la possiamo fare»osservò il moro
« Concordo» rise Draco
Forse c'era speranza.
Forse il suo amico Blaise non lo avrebbe abbandonato. Era una persona molto paziente e fedele agli altri.
Come la Luna...
Pensò a Lilith.
«Seriamente, Blaise, sembra patetico ma...che persona mi ritieni?»
«In che senso, amico?»
«Intendo...se mi ritieni una persona brava o orribile o...cose così, insomma»
«Che domande sono, non sei una persona orribile. Io disprezzavo tutti, indipendentemente dal loro stato di sangue, quindi ero ancora più arrogante di te. Poi...ricordi, finalmente sono cambiato e ho capito che non serve relazionarsi così con il mondo. Prendersela con gli altri per cose che capitano a te. E anche tu l'hai capito. Puoi essere un Mangiamorte, ma se lo diventi contro la tua volontà, allora non sei come uno di loro. Fidati. Bisogna lasciarsi i rancori alle spalle.»
Draco mostrò un grande sorriso di gratitudine, stupito dalle parole di Blaise.
Ed era vero, era diventato esattamente l'opposto. Ma viveva più sereno, si godeva di più la vita. E Draco voleva diventare così, lo desiderava tantissimo.
Ma si sente sempre in bilico.
In mezzo al bene e al male.
Dalla parte del bene c'era felicità, spontaneità, sollievo, tutte cose irraggiungibili ai suoi occhi e...forse, Lilith.
Mentre dalla parte del male c'era vuoto. Vuoto e basta. Ed era ciò che lui provava dentro di sé, ogni attimo della sua vita. A parte la notte prima...e poi, beh, lì si trovava la sua famiglia.
E rischiava di entrare anche lui nel male se non avesse combattuto contro sé stesso.
Da solo, e contro sé stesso.
«Grazie, amico» rispose
«Figurati. Sembriamo patetici ma...figurati»
«Oh, smettila e vai a conquistarti la Moor!»
«Non urlarlo, Draco! sei pazzo?»
«Sì»
«Di lei?» disse indicando ancora Lilith
«Come devo dirti di smetterla?» lo rimprovero ridendo alzandosi dalla sedia
«Va bene, va bene. Non dirò più che sei pazzo di lei. Dirò che sei cotto, va meglio?»
«Blaise Zabini ti conviene uscire dalla biblioteca o ti lancio una maledizione»
«Va bene, amico, va bene. Me ne vado» rise alzando le mani in segno di resa.
Uscirono entrambi dalla biblioteca per addentrarsi in giardino.
Draco lanciò un ultimo sguardo sorridente a Lilith, che ricambiò per poi spostarsi una ciocca di capelli mori dietro l'orecchio.
Erano rimaste solo lei, Gladys e Hermione. Le altre erano andate a prendere i libri per la prossima lezione.
La bionda tirò una gomitata a Lilith, notando lo scambio di sguardi e sorrisi tra lei e Draco, durante la loro sessione di studio in biblioteca.
«Gladys!» la rimproverò la mora.
Hermione alzò la testa di scatto cercando di comprendere di cosa stessero parlando le altre due.
«Abbiamo finito di studiare?» cambiò discorso Gladys
«No, io devo ancora finire di guardare gli appunti di Hermione, dato che...non ho ascoltato niente di niente. Tu se vuoi inizia ad andare, ti raggiungo dopo per la lezione.»
«Va bene, ciao ragazze!» rispose alzandosi dalla sedia e sistemandosi la setola divisa.
«A dopo!» risposero in coro
«Grazie, Hermione, non so come avrei fatto senza di te con gli appunti»
«Oh,non preoccuparti» rispose, ma nella sua voce Lilith notò una punta di tristezza.
Si ricordò che tra meno di una settimana Hermione, Ron e Harry sarebbero andati via...e lei con loro, perché Harry aveva accettato.
Senza ombra di dubbio, era rimasto incredulo da ciò che riusciva a fare Lilith, e non aveva esitato nemmeno un momento a permetterle di andare con loro, però facendole promettere di non parlare dei suoi poteri a Ron o Hermione.
Ma non li aveva ancora avvisati del fatto che sarebbe andata con loro.
«Stai bene, Hermione?» che domanda retorica.
«Oh, sì tutto bene, perché?»
«So che dovete partire» spiegò decisa
Hermione la guardò con i suo occhi dorati sbarrati, aprendo leggermente la bocca per dire qualcosa.
Ma uscì solo un leggero balbettìo.
«Cosa...tu com-»
Non fece in tempo a tartassarla di altre domande che un ragazzo corvino si piazzò tra loro, nel posto da capo tavola.
Occhiali tondi, capelli neri, occhi verde smeraldo, viso pallido, preoccupato, ansioso.
Harry.
«Vi devo parlare» spiegò con tono rotto.

The Heir || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora