I giorni, le settimane, i mesi erano passati e la missione continuava, anche se con molti sacrifici.
Lord Voldemort continuava a comunicare nella mente di Harry, a vedere e scoprire che faceva per essere imbattibile.
E poteva diventarlo, se non ci fosse stata lei.
Ma questo Voldemort non lo sapeva affatto.Mancavano da distruggere solo due Horcrux, la coppa di Tosca Tassorosso che avevano trovato, e dovevano infine cercare Il Diadema di Corinna Corvonero. La cosa che sapevano era che dovevano assolutamente andare ad Hogwarts.
I tre grifoni e la Serpeverde erano sempre più uniti, nonostante le rarissime dimostrazioni di affetto di Lilith.
Era più fredda del ghiaccio che d'inverno quando lo tocchi con la mano ti congela anche il cuore.
Lo senti nelle ossa, nel profondo, nell'anima.Quando lei ti fissava assente negli occhi, provavi la stessa sensazione. Era come essere sfidati da una creatura sovrumana, da qualcosa contro cui sai che perderai, perciò ti tiri indietro, cerchi di difenderti.
Ma se ti sceglie come preda, allora non hai scampo.Lei è come l'acqua troppo fredda della doccia, come il gelo che senti al petto quando fuori fa freddo, come un lago che d'inverno si ghiaccia, come come il vuoto che senti nell'anima quando una persona a te cara se ne va.
Ogni suo tocco o movimento è gelido, ogni sua parola è fredda e distaccata.
Ma forse c'era qualcuno in grado di far tornare la primavera in lei come stava accadendo là fuori.Le giornate piano piano si allungavano, il sole era sempre più caldo, la neve si era ormai sciolta e gli alberi erano più rigogliosi.
Più tutto quanto rinasceva più lei si sentiva fuori luogo.
Come un angelo dell'inverno, o meglio, un diavolo dell'inverno.«Ciao, scusate volevo stare un po' da sol-» Harry fu bloccato da Lilith che alzò la mano in segno di aspettare
«Zitto un secondo»
«Come?»
«Shh!» lo sgridò Hermione
«C'è qualcuno, lo sento» sussurrò Lilith spostando lo sguardo su Ron «Anche tu?»
«Sì, ho sentito dei passi» disse, e Hermione annuì
«Ma guarda qui chi abbiamo! Harry Potter e la sua piccola squadra di perdenti?» si rivolse uno dei due Mangiamorte al prescelto, mentre l'altro gli afferrava la gola.
Si girarono di scatto anche gli altri tre.Ron prese inaspettatamente la mano di Hermione.
Si guardarono, poi il rosso puntò la bacchetta contro il Mangiamorte.«Lascialo andare» impose
«Oh, ma come siete carini insieme! Ma mi spiace, non saresti capace di battermi moccioso, non farmi rider-»
«Zitto, e andatevene» ordinò di colpo Lilith, con voce completamente ferma
«Oh, ti prego, e ora tu chi saresti? Sai-»
«Cazzo, ho detto esplicitamente di andarvene ora!» disse di nuovo, stavolta alzando la voce man mano che finiva la frase
Poi non contenne più la rabbia e il rischio di essere uccisi era alto. Doveva uscire allo scoperto.
Il cielo blu dei suoi occhi si dipinse del solito giallo ocra simile a quello degli occhi di Kilgarrah.
Le sue mani si tesero scattanti in avanti, e, in un nano secondo, i due Mangiamorte furono colpiti in pieno petto dalla sua magia e scaraventati a terra a quasi dieci metri di distanza.
Il tempo sembro fermarsi.
Scoppiarono in mille pezzettini. Erano morti.Ron e Hermione rimasero a fissarla con la bocca spalancata e l'espressione stupita.
Harry invece sorrise, consapevole.La Serpeverde deglutì.
«Sì, ho...ho poteri molto forti...»
«Ma...» sibilò Ron
«Ma perché non ce l'hai detto prima? È una cosa...strabiliante. Di che avevi paura?» chiese Hermione balbettando, ancora allibita
«Non potevo dirvelo. Doveva rimanere segreto...solo Harry lo sapeva perché sapevo che se glielo avessi detto mi avrebbe fatto venire con voi. E io vi servivo»
«Molto modestamente» la canzonò Potter e gli altri risero
Anche Lilith.«Ora se non vi dispiace...vado, ehm...» si allontanò, ma la riccia la raggiunse
«Vai dal tuo Draco, eh?»
Lilith roteò gli occhi e rise.«Okay, probabile»
***
Eh già.
Anche per Draco i giorni, le settimane e i mesi erano passati e lei non le era passata minimamente di mente.
Da quando se n'era andata di nuovo, sapeva solo che il Marchio Nero gli faceva un male cane, che la sua famiglia era in pericolo, che non voleva stare dalla parte di Voldemort ma suo padre e la sua famiglia glielo impediva, che era ansioso, che non sapeva cosa fare, che a causa di tutto ciò stava cominciando a diventare mentalmente instabile, che aveva paura, e che non sapeva dove si trovava e come stava Lilith.
Ecco, quest'ultima cosa gli risultava la più grave, su tutto il resto.Perché ormai ciò che contava davvero per lui era lei, proprio lei, quella confusa ma testarda ragazza dai poteri formidabili, con lunghi capelli che assomigliavano alla pece, con i lineamenti così fini che sembravano disegnati da un pittore esperto, con quelle lentiggini sottili, con quella pelle bianca ma che risaltava quegli occhi blu mare.
Con lui si era comportata in un modo che nessun altro aveva mai fatto, lo faceva sentire vivo quando gli sputava in faccia la verità, perché era questo che voleva.
Era stanco delle migliaia di bugie che gli erano state dette nel corso della vita, aveva voglia di verità.
E lei riusciva ad accontentarlo.
Finalmente aveva avuto un vero scontro diretto con qualcuno, quella sera in cui la incontrò per la prima volta nel corridoio, dove lei aveva reagito come nessuno aveva mai osato fare con lui.
Perché era il bullo, perché era il cattivo.In parte è vero, la colpa era sua ad essere codardo e aver paura di ribellarsi.
Ma se c'era qualcuno che poteva dargli la forza di farlo, allora era proprio lei.
Ma se n'era andata da tempo e non sapeva nemmeno se fosse viva.Per l'ennesima volta Draco aveva saltato la cena, e stava appoggiato stancamente contro il muro bianco mentre fissava il suo riflesso allo specchio.
Guardò il suo anello con la pietra nera, di cui il gemello l'aveva regalato a Lilith.
Così nella sua mente venne a galla il ricordo di quella splendida notte.Sorrise.
Sorrise dopo tanto tempo.Girò la testa ti scatto quando sentì un rumore dalla camera.
Un rumore di qualcuno che cadeva.«Blaise, che diavolo fai?» immaginò fosse lui, ma nessuna risposta
Spalancò la porta e per poco non gli mancò il respiro.
Era lei, era Lilith.
La sua Lilith.
Si stava rialzando da terra, probabilmente aveva perso l'equilibrio smaterializzandosi.
Draco voleva fare qualcosa, ma non ci riusciva.
I suoi muscoli, le sue ossa, ma sua mente, era tutto bloccato, paralizzato.Si fissarono intensamente negli occhi, per minuti che sembravano ore.
«L...Lilith» la chiamò per nome senza accorgersene
«Draco...» pronunciò in un sussurro
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The Heir || Draco Malfoy
Fanfiction[ COPERTINA DI: @sophiecovers ] L'erede. La discendente. Del mago più potente di tutti i tempi. No, non Lord Voldemort. Qualcuno di ancora molto più importante... Lilith Handler. Ragazza dalla personalità complessa. Strega arrivata ad Hogwarts l'ult...