Mentre ce ne stavamo lì fermi, tutti e cinque a scrutare lo spettacolo desolante di fronte a noi, uno di quegli infanti scheletrici si avvicinò silenziosamente verso di noi, barcollando in un'andatura incerta e sbilenca. A Nieve scappò un sussulto isterico.
Lentamente, iniziammo a indietreggiare, temendo che anche quella strana creatura potesse rappresentare un pericolo per la nostra incolumità. Il suo aspetto era rivoltante.
<OOOOGGKKhh...SOLA...GGGGYYYOh>>
<<Cosa?! Ha parlato? L'avete sentito?>>
Il piccolo essere, biascicando suoni indistinguibili e sospiri profondi, sembrava infatti articolare delle parole di senso compiuto. Rimanemmo fermi a guardarlo; non sembrava volesse realmente nuocerci, pareva più intento a studiarci, come se anche lui non sapesse bene cosa fare. In poco tempo, un secondo bambino lo affiancò, seguito da un terzo. Era inevitabile il fatto che mi sentissi a disagio in quella situazione così strana, eppure una parte di me provò un certo sollievo nel costatare come, almeno all'apparenza, non sembrassero avere un atteggiamento aggressivo.
Uno di quegli esserini, non visto, si avvicinò di soppiatto e allungò la manina cadaverica verso il braccio di Nieve. Quella si ritrasse, spaventata, schiacciandosi su di me.
<<Va tutto bene, tranquilla Nieve.>> le dissi cingendola delicatamente con le braccia.
<<No che non va bene!>>
<<Calmati ora, su.>>
<<E come faccio?>> disse, la voce rotta dalla paura e forse dalla disperazione <<Guardati intorno. Non sappiamo manco dove siamo o cosa stia succedendo. È un incubo! Cosa facciamo adesso?>>
<<Non lo so, ma troveremo una soluzione, te lo prometto.>>
<<Voglio svegliarmi, voglio svegliarmi...>> mormorò, schiacciando la testa sulla mia spalla e tentando in tutti i modi di evitare il contatto con quegli strani esseri.
Nonostante la necessità di rimanere calmi e ragionare con lucidità, non potevo biasimarla, anzi mi sentivo esattamente come lei. Spaventato, disorientato, incerto. Non mi riuscivo a capacitare della quantità di cose che ci erano successe in un arco di tempo così breve.
Senza manco accorgermene, strinsi un po' di più Nieve tra le braccia, e guardai Abohr con un grande punto interrogativo sulla faccia. Khorine rimaneva in silenzio, ma mordendosi nervosamente il dorso della mano, pensierosa.
Nel frattempo, la creatura minuta, la stessa che aveva provato a toccare il braccio di Nieve, era rimasta là in piedi, a fissarci, con un'aria che aveva un che di molto infantile, quasi curiosa.
<<OOOOHH...TRISTE...HHHHMMMMM....'MICI>>
Rimasi interdetto. "Amici tristi"? Era questo che voleva dire? La creaturina stava forse cercando di fare amicizia?
<< V-Vi prego...M-Mandatelo via.>> farfugliò debolmente Nieve, singhiozzando con la testa affossata nella mia maglietta.
<<Non credo voglia farci del male, Nieve.>> rispose Abohr <<Addirittura... pare si sia accorta che siamo turbati.>>
<<E-Ehi bimbo.>> mormorò esitante Khorine <<F-Facciamo che non ti a-avvicini, ok?>>
La creatura la guardò interessato per poi emettere alcuni suoni confusi.
<<Troverai altri amici, su>> rispose lei, cercando di mantenere quel tono calmo.
<<Se non altro, sembra pacifico...>> fece Nieve, riemergendo.
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ANIESKA | Le Anime Perdute
HorrorNessuno può entrare nella Foresta Orientale prima della Cerimonia della maggiore età: al villaggio ne è fatto divieto assoluto, specialmente per i più giovani. Ogni ragazzo cresce abituandosi ai moniti dei più grandi, educato fin da piccolo a rispe...