Capitolo 23. Verità

105 12 12
                                    

Tersicore rabbrividì e si portò le ginocchia al petto; intervallava gli ansimi al deglutire, fissando la parete di fronte a sé e toccandosi nervosamente i capelli di tanto in tanto. Si portò poi le mani al volto e un sospiro molto più forte dei precedenti fece sollevare bruscamente le sue spalle.

La guardai titubante. Ovviamente, la mia mente bruciava dal desiderio di saperne di più, di poter finalmente, dopo tutto quello che era successo, dare una risposta a tutte le domande che da tempo ci stavamo trascinando dietro. Dall'altra parte, però, di fronte a quel comportamento così pietoso, non potei non preoccuparmi per le sue condizioni, chiedermi se avessi potuto fare qualcosa per aiutarla a calmarsi. 

Mi inginocchiai di fianco a lei e delicatamente posai una mano sulla sua schiena. Tersicore sembrò trovare un enorme beneficio in quel contatto, quasi come se non se lo fosse aspettato. Il suo respiro riprese il ritmo fisiologico e, dopo un po', riabbassò anche le braccia, poggiandole mestamente in grembo.

<<T-ti va di parlarcene?>> domandai, muovendo piano la mano sulla sua schiena.

<<Devo.>> rispose, con lo sguardo fisso alla parete di fronte.

Nieve intanto aveva richiamato Khorine, la quale accorse nella stanza di fretta e furia. Come vide la sacerdotessa di nuovo cosciente, aprì la bocca come sul punto di dire qualcosa. Nel fare ciò, però, incrociò il mio sguardo e io le feci segno di aspettare.

Tersicore emise un lungo sospiro, chiudendo gli occhi. Ci disponemmo tutti intorno a lei, ansiosi di sentirla parlare; nell'aria si avvertiva l'importanza di quel momento, forse decisivo per le nostre sorti future. Il mio sguardo era fisso sulla sacerdotessa del Tempio.

<<Anche se Hamal è stato ucciso...>> cominciò Tericore <<nella famiglia c'erano ancora i figli di suo fratello. E io sono una loro discendente.>>

Silenzio totale nella grande sala mentre il peso di quelle parole iniziava piano piano a scavare la sua impronta nel mio cervello. Nessuno osò interromperla, ma lo shock di quella rivelazione aveva silenziosamente pervaso tutti e tre.

<<Molti anni fa, quando tutto ha avuto inizio, dopo la morte di Hamal...>> proseguì Tersicore <<Anieska è impazzita di rabbia e di dolore e ha iniziato a sfogare la sua follia su coloro che riteneva responsabili. Ha dunque iniziato a rapire i bambini del villaggio, a portarli via con sé, come preda di un cieco proposito che le ottenebrava la mente. Da quel momento, gli abitanti del villaggio iniziarono già da allora a vedere nella Foresta un luogo oscuro e maledetto, sebbene ignorassero che la causa delle sparizioni dei loro figli era in realtà imputabile proprio a una loro compaesana.>>

Rimasi come folgorato. 

Quindi... Anieska aveva iniziato a rapire i bambini quando era in vita... ancor prima di diventare lo spettro famelico che infestava i confini del villaggio. E, a rigor di logica...

<<Quindi ha iniziato a causare le sparizioni ben prima che nascesse la Dimensione?>> chiese Nieve, anticipando incredibilmente quella che sarebbe stata la mia stessa domanda.

<<Esatto.>>

<<Lo ha fatto per vendetta? O stava cercando di rimpiazzare Hamal in qualche modo?>> domandai.

<<Sicuramente è ciò che il suo spirito sta cercando di fare adesso.>> rispose Tersicore <<A ogni modo, è stata una tragedia per tutte le persone coinvolte. Da Anieska e Hamal fino ai bambini del villaggio e alle loro famiglie.>>

Venne da chiedermi cosa fosse successo ai bambini da lei rapiti a quel tempo. Non erano Hamal, non avrebbero mai potuto sostituirlo, anche perché altrimenti quella spirale di morti e sparizioni avrebbe dovuto interrompersi molto tempo fa. 

ANIESKA | Le Anime PerduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora