Capitolo 13. Scoperta

166 17 17
                                    

Mi voltai all'istate, solo per constatare che la misteriosa presenza altri non era che la gattina di Tersicore.

Buttai fuori tutta l'aria che avevo nei polmoni, ringraziando il cielo che il mio abbassare la guardia non avesse portato a conseguenze ben più gravi. 

Mi rimproverai mentalmente, reprimendo un'imprecazione. Ero conscio di essermi esposto in maniera imprudente; in un'altra situazione avrei potuto essere facile vittima di un attacco alle spalle. Non potevo permettermi di rischiare in quel modo.

<<Sei tu, Milù.>> sussurrai pianissimo, ancora tremante per il sollievo <<Cosa ci fai qui?>>

La gattina si grattò l'orecchio con la zampa ed emise un miagolio sornione.

Mi girai verso la grotta, preoccupato che i suoi versi avessero potuto attirare l'attenzione; all'interno, il rumore di graffi continuava con la medesima frenesia, ininterrotto.

"Ma cosa diavolo sta accedendo là dentro?"

Feci per muovere un passo verso l'antro, scrutando l'oscurità alla ricerca della fonte di quei suoni. Neanche il tempo di fare un metro e Milù scattò in avanti, affondandomi gli artigli nella caviglia.

Riuscì a stento a mantenere l'equilibrio e a trattenere un gemito, dovuto però più alla sorpresa che al dolore.

<<Ehi, ma si può sapere che ti prende?!>>

La gatta guardava fisso davanti a sé, con il pelo ritto sulla schiena; soffiava rabbiosa e i suoi occhi sondavano il buio. Quel comportamento così strano bastò a demolire le mie precedenti intenzioni: qualunque cosa ci fosse là dentro, non doveva essere nulla di buono. Del resto, molti dicono che gli animali hanno una curiosa percezione del mondo e della natura, un occhio interiore che gli permettere di vedere cose di cui noi non c'accorgiamo minimamente.

<<Ok va bene, non entro. Hai vinto, torniamo al Tempio.>>

Indietreggiai, sempre attento a non fare rumore, ma stavolta la gatta non mi seguì. Era ancora lì ferma a fissare l'ingresso della caverna, soffiando con insistenza. Prima che potesse lanciarsi là dentro, la raccolsi da terra e la portai via con me.

*************************

Quando arrivai al Tempio, con la gatta in braccio, la tensione provata non mi aveva ancora abbandonato del tutto. Una serie di teorie mi avevano fatto compagnia lungo tutto il tragitto del ritorno.

Entrai finalmente nella sala.
Abohr e Khorine erano intenti a parlare tra di loro, forse interrogandosi sul significato delle visioni che avevo raccontato. Nieve sedeva accanto a loro, ma sembrava persa nei suoi pensieri.

<<Hey, Alekos.>> mi fece Abohr, vedendomi entrare.

<<Hey.>> risposi atono, poggiando la gatta sul pavimento. Quella corse ad acciambellarsi vicino alle gambe di Nieve.

<<Sei stato via per un bel po'. Mica hai avuto problemi?>>

<<No, assolutamente>> mentii.

Detestavo non essere sincero con loro, ma in quel momento eravamo già tutti piuttosto agitati, quindi se proprio dovevo aggiungere ulteriore tensione, volevo almeno accertarmi che ne valesse la pena.
Dovevo vederci chiaro prima di parlare apertamente della mia recente scoperta.

E, a questo proposito, c'era solo una cosa da fare.

<<Dov'è Tersicore?>>

<<È dentro al Tempio.>>

ANIESKA | Le Anime PerduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora