<<Guarda.>> mi disse Khorine.
Quando si avvicinò a me stavo contemplando i miei piedi, perso tra mille pensieri; quasi non mi ero accorto di non essere più solo. Eravamo tutti al Tempio adesso, ma inizialmente io ero rimasto fuori di modo che Nieve potesse rivestirsi con calma. Nonostante la repulsione che provavo per la Dimensione, l'immobilità della radura circostante il Tempio era capace di infondermi un enorme e confortante serenità. La calma che ricercavo era il balsamo di cui assaporavo gli effetti, consapevole che quel momento sarebbe arrivato.
<<Tersicore mi ha dato la chiave trovata da Abohr.>>
Un modo abbastanza delicato per dire che forse era il momento di provare, per quanta tensione potessimo covare in segreto. Mi venne da sorridere di fronte al tatto di Khorine. Ma del resto, prolungare ancora l'attesa a cosa sarebbe servito? Che senso ha aver paura dell'inevitabile?
I nostri occhi si cercavano, come chiedendoci l'un l'altro, silenziosamente, se fossimo pronti ad affrontare quel rischio.
<<Ottimo.>>
<<Se anche tu sei pronto, potremmo andare anche adesso>> aggiunse Nieve che era venuta insieme in lei. Il suo sguardo volle comunicarmi incoraggiamento, determinazione. Io sono pronto, e tu? Mi sarai accanto?
<<Va bene.>> risposi <<Facciamolo. Decisi... E qualunque cosa succeda, vi voglio bene...>> aggiunsi.
****************************
Già dai cancelli potei constatare, volgendo lo sguardo in lontananza verso i vicoli, quanto la presenza dei bambini cadavere fosse notevolmente aumentata; vagavano per le strade, intenti a trascinarsi avanti e indietro come spesso avevamo visto fare. L'immagine di quei corpi viscidi ammassati vicino ai portoni o alle staccionate, in numero così cospicuo, risultò particolarmente tetra.
<<Non sarà facile stavolta.>> commentò sconsolata Khorine.
Non la stavo ascoltando, in realtà. La mia attenzione era rivolta a un gruppetto di infanti raccolto nei pressi delle rovine di una casetta distrutta. Il muro davanti era totalmente crollato e i rovi, grigiastri e spinosi, avevano invaso gli ambienti interni. Sembrava quasi, da come interagivano tra di loro, che fossero intenti a giocare. Dopo aver visto quanto il loro comportamento si avvicinasse così tanto a quello di bambini veri, la cosa rischiò quasi di non sorprendermi più di tanto.
Il mio sguardò vagò per i dintorni, quando poi si fermò sul familiare profilo della casa di Anieska. Manco a dirlo - trattenni a stento un sussulto, per la sorpresa - la stessa proprietaria era lì presente, accovacciata sui primi gradini delle scale, guardinga. Era lontana, quindi era impossibile che ci avesse visto, ma anche da lì la sua vista ebbe l'effetto di gelarmi il sangue nelle vene.
<<E adesso?>> fece Khorine <<Si trova proprio tra noi e la casa.>>
In effetti la donna sembrava trascinarsi intorno al perimetro dell'abitazione senza mai prendere l'iniziativa di allontanarsi. I suoi occhi sorvegliavano in maniera furtiva il villaggio. Ogni tanto si sollevava sui palmi delle mani, spingendo in avanti il collo, in modo da scrutare più in lontananza. Purtroppo giunsi presto alla conclusione che quel fare atipico poteva attribuirsi solo al fatto che si aspettasse il nostro arrivo.
<<Che diavolo sta facendo?>>
<<Evidentemente deve aver pensato che saremo potuti ritornare a curiosare...>> risposi.
Cercai di pensare rapidamente a una soluzione.
<<Potrebbe non servire a nulla... ma perché non proviamo a fare il giro dal retro della casa, sull'altro lato?>> propose Khorine.
STAI LEGGENDO
ANIESKA | Le Anime Perdute
HorrorNessuno può entrare nella Foresta Orientale prima della Cerimonia della maggiore età: al villaggio ne è fatto divieto assoluto, specialmente per i più giovani. Ogni ragazzo cresce abituandosi ai moniti dei più grandi, educato fin da piccolo a rispe...