Capitolo 28. Rituale

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Sfruttando quell'inaspettato colpo di fortuna, ci fiondammo fuori dalla casa. Fui l'ultimo a uscire, lasciando passare le tre ragazze davanti a me, e poi sbattei violentemente la porta alle mie spalle. Non che servisse a chissà che cosa, al massimo ci avrebbe permesso di guadagnare qualche secondo.

Fortunati o meno che fossimo, non ci fu bisogno di parlare perché tutti ritenessimo opportuno allontanarci il più velocemente possibile dalla casa. Ci portammo rapidamente lungo la stradina principale, percorrendola tutta fino quasi ai margini del villaggio; a quel punto decidemmo poi di deviare a lato e nasconderci provvisoriamente dietro uno dei tanti casolari dismessi. Mentre le ragazze cercavano di ricomporsi da quella fuga improvvisa, chi respirando profondamente, chi sedendosi un attimo, io sorvegliavo furtivamente la casa. Cominciavo ad averne fin sopra ai capelli di tutti quelle corse e quei mezzi infarti cui andavamo puntualmente incontro.

<<Non so perché tu sia venuta a cercarci Tersicore...>> dissi, sporgendo la testa da dietro il muro dell'abitazione cedevole dietro la quale eravamo riparati <<...ma sei arrivata appena in tempo.>>

<<Cosa ci facevi al villaggio?>> domandò Nieve, asciugandosi il sudore dalla fronte.

<<Temevo che potesse accadervi qualcosa...>> rispose <<Finora sono sempre rimasta nel Tempio ad aspettare, mentre voi rischiavate la vostra vita qua fuori. Volevo fare qualcosa per aiutarvi e ho deciso di raggiungervi, nella speranza di poter essere utile.>>

<<Hai corso un bel rischio...>>

Tersicore alzò le spalle <<Sapevo che, qualora avessi incontrato Anieska, sarebbe stata stesso lei a girare alla larga. Confidando in questo fattore, ho pensato che magari sarei riuscita a trovarvi senza problemi.>>

<<Sono felice che tu abbia...>>

<<NNNOOHHH!!!>>

Gemendo di rabbia e di dolore, Anieska piombò bruscamente fuori dalla casa. La violenza del suo impeto fu tale che la porta di ingresso fece un giro completo sui cardini e sbattè violentemente contro la parete della facciata. Il rumore e il grido animalesco ci fecero sussultare.

La creatura saltò tutti gli scalini con un singolo balzo, atterrando al centro del viale. La sua testa roteò bruscamente da una direzione all'altra, alla ricerca della nostra presenza. La bocca era tirata in un grugno, mentre le narici dilatate mi ricordarono l'aspetto di un toro infuriato. Appena i suoi occhi si furono posati su di noi - purtroppo le macerie non erano in grado di schermarci totalmente - scattò senza esitazioni in avanti.

<<Ma non aveva paura di Tersicore?!>> esclamò Nieve, osservando come paralizzata la donna furiosa che avanzava verso il nostro nascondiglio.

<<Probabilmente il desiderio di riavere la scatola è più forte della paura!>>

Manco a dirlo, abbandonammo subito il nostro rifugio, dirigendoci a tutta velocità verso i cancelli che si aprivano sulla Foresta.

<<MIOOO FIGGLLIIOOOHHH>>

Le urla di Anieska ci tallonarono per tutto il percorso, sibilando alle nostre spalle come dardi nell'aria. Rallentare o inciampare in qualche pietra, in quel momento, probabilmente avrebbe significato andare incontro a morte certa. La rabbia di Anieska era qualcosa di indescrivibile. A dirla tutta, anzi, quell'insistenza nell'inseguirci, la noncuranza per la presenza di Tersicore - fatto salvo lo stupore iniziale - e la quantità di urla e strepiti che sentivamo levarsi alle nostre spalle mi fecero automaticamente pensare che, sì, la scatolina che avevo in mano doveva per forza contenere il cordone che stavamo cercando. A cos'altro potevamo imputare quella reazione così violenta?

ANIESKA | Le Anime PerduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora