Capitolo 19. Fallimento

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Come ebbe pronunciato quelle parole, subito ci facemmo larghi per permetterle di agire senza intralciarla. Tersicore non indugiò oltre e srotolò un grande manto scarlatto sul pavimento del Tempio, esattamente al centro della sala. 

Ciò fatto, si avvicinò a un grosso vaso di ceramica e vi cacciò dentro la mano, ritirandola carica di una finissima polvere violastra.

L'entusiasmo e la gioia fecero posto a un silenzio carico di attesa.

Rapida, Tersicore tracciò dei grossi segni lungo la superficie del tessuto, facendo attenzione a non versarne neanche un granello sul pavimento. Complessi simboli, tortuosi ghirigori dall'andamento irregolare e forme di cui ignoravo l'origine e il significato presto ricoprirono buona parte del manto colorato. Un'ultima manciata di quella polvere finì nel vecchio braciere, che venne poi acceso con l'ausilio di un lungo fiammifero; nella stanza si diffuse una luce tenue, insieme a un vago profumo balsamico e penetrante.

Guardò un'ultima volta la pergamena, poi iniziò.

I movimenti di Tersicore erano calmi e aggraziati, una sinergia di vivacizzi scandita dal suono magnetico delle Campane dell'Alba. Le sue braccia e le sue gambe si muovevano in perfetta armonia, spostando il corpo nello spazio attorno con torsioni sinuose ed eleganti, enfatizzati dai volteggi del lungo saio e delle sue trecce nere.

Incantati, i nostri sguardi la seguivano automaticamente, come partecipando con la mente e con il cuore a quella danza mistica.

Un ultimo passo, poi si fermò.

Il suono delle Campane dell'Alba venne interrotto, scemando in un tintinnio sommesso. Nella stanza fu di nuovo silenzio, per un attimo sembrò che anche l'aria si fosse immobilizzata. Poi, lentamente, Tersicore riaprì gli occhi e volse lo sguardo intorno a sé. 

La sua espressione non mi piacque.

Era composta come al solito, certo, ma una sottile ombra di preoccupazione traspariva dai suoi lineamenti.

<<Non capisco...>> mormorò, dopo secondi che erano sembrati ore <<Ho eseguito l'intero rituale...>>

Feci vagare anche io lo sguardo per l'intera stanza ma di Hamal – qualunque cosa avrebbe dovuto essere una volta evocato – non vi era traccia.

<<Abbiamo sbagliato qualcosa?>> chiese Khorine, rompendo finalmente la tensione che era seguito a quella rivelazione. Si stava palesando, solo in quel momento per la prima volta, quell'unica possibilità che non avevamo considerato: il possibile fallimento del rituale.

<<Non lo so... Ma è evidente che deve esserci qualcosa che abbiamo trascurato.>> rispose Tersicore. 

Riguarda il rotolo, ma quasi subito scuote il capo.

<<Non capisco... Mi serve del tempo. Ho bisogno di studiare la pergamena.... E forse dovrei consultare le mie fonti...>>

Senza aggiungere altro, prese il rotolo con sé e si avviò verso la sua stanza, senza staccare gli occhi dalla pergamena.

Deglutii a fatica, cercando di mandare giù quel cocente senso di delusione che mi era avvampato nel torace.

<<Dunque questa è la fine...>> mormorò tetra Khorine.

La frase, per quanto melodrammatica, riassumeva abbastanza bene la situazione; fallito il rituale non solo eravamo punto e d'accapo, ma non avevamo neanche uno straccio di idea per tentare qualcosa di diverso. Almeno fino a quel momento avevamo avuto un filo d'Arianna, un sottile sentiero che avevamo percorso nella speranza di trovare la soluzione al nostro assurdo problema.

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