Capitolo 16. Segni

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Gli ultimi rumori di Anieska che si allontanava, ormai invisibile ai nostri occhi, si spensero gradualmente. Nella radura tornò il silenzio, rotto solo dal sibilo del vento sulle chiome degli alberi.

Lentamente mi rimisi in piedi, nonostante il dolore alla gamba, ancora scosso per l'aggressione subita e per ciò a cui avevo appena assistito.

<<Parlava di me...?>> mormorò Tersicore, scossa da un tremito.

<<Così pare.>> risposi atono.

<<Non capisco...>>

Onestamente, non capivo neanche io. Perché Anieska reagiva così alla vista di Tersicore?

"Assassina".

È così che l'aveva chiamata. Come aveva fatto Iri quando era sotto la sua influenza.

La cosa non mi piaceva per niente.

<<Beh comunque...>> mormorò Tersicore, come imponendosi di tornare lucida <<a prescindere da questo, sono felice che siate sani e salvi.>>

<<Già, ma vi prego adesso rientriamo.>> disse Nieve, ancora stesa per terra dopo la caduta <<Non siamo al sicuro qui.>>

Fece per alzarsi, ma appena poggiò il peso sul piede ferito trasalì e fu costretta a risedersi.

<<Stai bene?>>

<<La caviglia...>> rispose con una smorfia <<Devo essermi ferita nella caduta... Ma non preoccuparti, dovrei riuscire a farcela.>>

Malgrado le parole, appariva pallida e sofferente.

Mi misi al suo fianco e mi accucciai.

<<Ecco, ti aiuto.>>

<<Ma smettila!>> dice, trattenendo un'altra smorfia di dolore <<Non sei obbligato...>>

<<Poco male.>> risposi, allorché mi venisse da esitare, ricordando la fierezza con la quale si era opposta all'idea di essere l'anello debole del gruppo.

<<Immagino sia stupido da parte mia rifiutare per cocciutaggine, eh?>>

Senza aggiungere altro, le porgo il rotolo di pergamena trovato alla grotta e poi le passo un braccio sotto le gambe. Mi cinge le spalle e io le metto l'altro braccio sulla schiena.

Lentamente mi alzo, tenendola in braccio. I nostri volti si ritrovano molto più vicini di quanto previsto.

Tersicore ci fa strada, anticipandoci di qualche passo.

<<Come stai?>> mi rivolgo a Nieve.

<<Non si sta male quassù, in effetti.>> risponde <<Solo che... è stranamente intimo farsi portare così.>> aggiunge ridacchiando.

<<S-sì è vero.>>

Ogni volta che mi guarda per parlare, sento il suo lieve respiro che raggiunge il mio viso.

<<Non peso troppo, vero?>>

<<Assolutamente no.>>

<<Era quello che volevo sentire. Forse dovrei farmi portare così più spesso.>>

<<Non dicevi che era troppo intimo per i tuoi gusti?>>

<<Ciò non vuol dire che mi dispiaccia.>> risponde sorridendo. Poi la sua espressione tornò di nuovo seria <<Grazie per avermi aiutata. In un modo o nell'altro, finisco sempre per dipendere da te, eh?>>

ANIESKA | Le Anime PerduteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora