Capitolo 33. Notte

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Le immagini di quegli ultimi istanti insieme a Tersicore si dissolsero lentamente, come fumo, e piano piano riportai la mia mente alla stanza in cui mi trovavo. 

Il vecchio Sacerdote continuava a studiare le mie espressioni. Doveva essere stata una notte molto intensa e molto dura per lui; abbandonando la solita intaccabile rigidità, si era concesso il lusso di poggiare la schiena alla parete. Per un attimo pensai che avrebbe perfino accavallato le gambe ma, ovviamente, non lo fece.

<<Cosa c'era nel lobulo di Tersicore?>> domandai.

<<I primi cultisti avevano sottoscritto un patto, incidendo una tavoletta di argilla coi propri sigilli e tracciando segni arcaici col proprio sangue. Roba di pessimo gusto, a parer mio...>> aggiunse, facendo una smorfia.

<<Che cosa stupida...>> commentai <<È come scrivere su un muro di aver commesso un omicidio. Perché lasciare in giro una roba così importante? Se qualcuno l'avesse trovata, avrebbero finito di esistere...>>

<<E così è stato, infatti.>> rispose Tersites <<Buon per noi. Non so che valenza potesse avere una cosa del genere. Di solito i patti di sangue hanno la funzione di un vincolo permanente, una tutela invisibile e solida a cui i membri di una setta decidono di sottostare. Ripeto, totale mancanza di gusto...>>

<<Capisco. Ma come hai collegato i cultisti e quella vecchia tavoletta a Laride e agli altri responsabili?>>

<<Come ho detto, la tavoletta in questione recava gli stemmi araldici di chi si era unito a questa sobillazione (Fui tentato di dirgli <<No, questo non L'aveva specificato.>> ma saggiamente tacqui). Come sai, è ancora oggi usanza tra i membri delle famiglie più antiche del villaggio portare anelli o diademi che attestino questa... nobiltà.>> pronunciò l'ultima parola con una strana inflessione <<Questa barbara tradizione deve essere continuata negli anni, a giudicare dai segni, ma poi qualcuno - e ormai è chiaro che quel qualcuno è stata proprio la fanciulla che hai conosciuto- ha sottratto la tavoletta e l'ha nascosta nella tomba. Evidentemente, l'intento era quella di denunciare l'accaduto ma, se gli oggetti si trovano ancora lì, mi vien da pensare che le sia stato impedito.>>

<<Tersicore... Lei è morta proprio nel corso di un rituale per contenere il potere di Anieska. Mi ha detto che c'era bisogno del sangue di un suo parente di sangue perché avesse effetto...>>

<<Allora è possibile>> disse Tersicore <<che proprio i cultisti abbiano scoperto il suo furto e preferito metterla a tacere. Conoscendo la mancanza di scrupoli, non mi è difficile immaginare che l'abbiano messa in condizione di non parlare con nessuno prima che il rito venisse effettuato. Mi hai detto che la ragazza delirava, possibile che sia stata drogata?>>

<<Non lo so.>> tagliai corto, ormai preda della nausea.

<<A ogni modo, la fortuna ha giocato di nuovo a loro favore.>> continuai <<Se è vero che la morte di un parente di sangue era necessario e interrompere le sparizioni al villaggio, c'è anche da dire che nessuna coincidenza di eventi avrebbe potuto essere più favorevole. La necessità del rituale si è intrecciata, per un macabro gioco del destino, con l'interesse personale di questi uomini subdoli.>>

<<<Immagino che quando ha capito di essere braccata, abbia pensato di nascondere quell'oggetto nell'unico posto che non avrebbero mai controllato. Non poteva sapere che l'avrebbero fatta morire sul fondo di una grotta... Povera Tersicore...>> sussurrai <<Incatenata ad una grotta per aver scoperto un segreto così importante...>>

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