9 - Logan

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Sto baciando la ragazza di fianco alla quale mi sono seduto. "Davis!" sento la voce del coach ammonire l'unica ragazza che non mi muore dietro.
Distolgo l'attenzione dal bacio per portarla verso la partita, manca un solo un punto alla nostra squadra per vincere contro la storica rivale.

Noto Davis un po' spaventata, senza pensarci cerco di incitarla, che cosa sto facendo? Forse lo faccio perché mi piace punzecchiarla, ma la vedo sorridere e questa cosa mi destabilizza, magari sta svanendo l'odio che prova per me, mi perdonerà ne sono sicuro.

Preso dai miei pensieri neanche mi accorgo che la ragazza di fianco a me se n'è andata. L'arbitro fischia la fine della partita e osservo Davis prima che venga sommersa dalle sue compagne in un abbraccio di gruppo, rivedo lo stesso sorriso che le ho fatto comparire io pochi istanti fa.

"Amico ci vieni alla festa?" Cody si appoggia sulla mia spalla.
"Che festa?" di solito sono sempre il primo a sapere se ce n'è una.
"Una ragazza della squadra ha appena invitato tutti a festeggiare la vittoria, me l'ha detto Ethel" non la sopporto quella, è dal primo anno di liceo che fa la gatta morta con Cody per attirare la mia attenzione, così facendo illude lui e innervosisce me.

"Boh, si ci vengo, ma ho bisogno di un passaggio" sicuramente berrò e non potrò tornare a casa con la moto.

...

"E così ho fatto pace con Brooke" Cody, al volante, ci sta raccontando ridendo questa storiella, se solo sapesse come sono andate veramente le cose perdonerebbe me, non lui.

"È davvero patetica" Ethel, nel sedile del passeggero, allunga una mano verso la gamba del mio migliore amico, questa scenetta è davvero patetica.

"Le ho già organizzato uno scherzo, Cody deve solo completare il piano" dice poi voltandosi verso di me.

"Perché ce l'avete tanto con lei?" in fondo non ha fatto niente a nessuno dei due.

"Quella ragazza cercava di portarmi via il mio Cody" dice avvicinando la sua mano al cavallo dei pantaloni del mio amico, salterei giù dalla macchina in corsa ora come ora.

"Almeno posso sapere che scherzo volete farle?" dopo quello che ha architettato il biondo al volante lo scorso anno ho molta paura di quello che possono aver pensato.

"È inutile che ti preoccupi, siamo stati gentili e abbiamo pensato alla sua vita sessuale inattiva"

"Non sto capendo" cosa intendeva dire il mio migliore amico con quella frase?

"In poche parole stava dicendo che metteremo alcune di queste nel suo bicchiere e poi dirà a un ragazzo della squadra che la tua piccola amica ha chiesto di lui" dice la bionda estraendo dalla tasca una bustina con delle pillole colorate.

"La mia piccola amica?" vorrei dire a entrambi che fanno schifo come persone, che li denuncerei in prima persona, ma l'unica cosa che riesco a dire è questa cavolata.

"Credi che non abbiamo visto alla festa come l'hai portata via?" mi ammonisce il mio amico.

"E non dire che non te la sei scopata" rincara la dose la bionda.

"Avete completamente ragione" non ho fatto niente con lei ma se glielo dicessi mi prenderebbero per un perdente.

...

È da un po' che osservo Davis, sapendo quello che vogliono fare non mi sorprenderei se mi mettessero in mezzo come complice, perciò devo tirarmene fuori difendendola.Per ora ha bevuto un bicchiere e basta, spero che non siano riusciti a metterci dentro niente.

Vedo Cody girarsi verso di me e farmi un cenno con la testa verso Davis, non ne capisco il motivo fino a quando il ragazzo al mio fianco inizia ad avvicinarsi a lei. È il mio momento. In un attimo sono dietro il tipo, lo seguo fino al tavolo di beer pong stando attento a non farmi vedere.

La prende per i fianchi e le sussurra qualcosa all'orecchio, non so perché ma questa cosa mi fa molto imbestialire, sei solo dispiaciuto per il modo in cui la sta trattando, continuo a ripetermelo mentre prendo a pugni il ragazzo e la trascino via con me.

Per strada mi rendo conto che ho la mano stretta intorno al suo polso e il modo in cui guarda il contatto tra di noi mi fa subito ritrarre, come se avessi avuto paura di farle del male.

"Grazie" dice talmente piano che credo di essermelo immaginato.

"Dovere" rispondo con non curanza mentre mi accendo una sigaretta per scaldarmi. La sento deglutire, è imbarazzata tanto quanto lo sono io.

"Puoi anche smetterla di fissarmi ora, è abbastanza inquietante" dico le prime cose che mi vengono in mente, si stava creando uno strano imbarazzo. Non risponde. Alzo gli occhi dopo aver messo via l'accendino, incrocio i suoi occhi verdi, una sensazione mai sentita mi incolla a quello sguardo, come se non ne avessi mai abbastanza.

"Perché vivi da sola?" distogliendo lo sguardo le porgo la prima domanda che mi viene in mente, quella che mi tormenta da tempo.

"Se mai mi fiderò di te lo saprai" sento ancora il suo sguardo su di me mentre continuiamo a camminare.

"Di me puoi fidarti" provo a sorriderle ma mi esce il mio solito ghigno, quello che so non piacerle.

"Sappiamo entrambi che non è vero" una strana risata le esce dalla bocca e mi fa star male, è possibile che abbia sbagliato quando ho creduto che mi potesse perdonare?

"Ce l'hai ancora con me?" dico forse un po' troppo sorpreso.

"Hai appeso una mia foto intima, che ho mandato al tuo migliore amico, al mio armadietto, la gente mi crede ancora una poco di buono. Sai come mi fa sentire?" non lo so e non lo posso sapere, vorrei raccontarle come sono andate veramente le cose ma, come non ho voluto spezzarle il cuore allora, non posso farci niente adesso.

Il mio migliore amico venne da me a farmi vedere che Davis gli aveva mandato una foto provocante ridendo di lei, mi resi subito conto di aver sbagliato ad accettare la proposta di aiutarla a conquistare quello stronzo di Cody. Mi rifiutai di guardarla, 'sono cose private' pensai, insomma lei si era fidata ciecamente di lui.
Ad un certo punto mi disse che aveva avuto un'idea, avevo già immaginato cosa volesse fare ma sentirglielo dire mi ha fatto render conto di quanto fosse meschinamente perverso. Così mi offrii per compiere quell'atto empio, non potevo lasciare che il ragazzo per il quale stravedeva le spezzasse il cuore, così appesi quella foto al suo armadietto e incitai la gente a deriderla.

La vedo piangere, mi fa sentire un verme, una persona spregevole, vorrei soltanto andarmene, scappare dal problema, ma non ci riesco. Le mie gambe fanno l'opposto di quello che dice la mia testa, mi avvicino lentamente a lei, come se muovendomi troppo velocemente potessi farla scappare. Le asciugo una lacrima ma si scansa, che delusione.

"Non posso sapere quanto ti abbia fatta soffrire, ma so che mi dispiace" sembra la frase di un film, ripetuta talmente tante volte da aver perso di significato. Fa una smorfia che percepisco come una pugnalata in pieno petto, chino il capo "Sono sincero" cercheró di farmi perdonare, in fondo ti ho sempre solo voluta proteggere.

Dal momento in cui ci siamo sfioratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora