"Cody ci ha visti... nel corridoio intendo" inizia a parlare. "Pensa che mi ha anche detto che secondo lui provi qualcosa per me" ridacchia il moro sul sedile del passeggero.
"Se permetti, non capisco cosa possa avere a che fare con l'essere una stalker psicopatica" gli faccio notare seria.
"Ci sto arrivando, con calma" alza le mani mimando di rallentare.
"Mi aveva detto di starti lontana dopo quel che è successo alla festa di Halloween" perché avrebbe dovuto? Ormai l'ho capito pure io che non è stata colpa mia.
"Quando ci ha visti nel corridoio mi ha detto che dovevamo parlare di quello che stava succedendo e così abbiamo fatto" prende un respiro.
"Mi ha raccontato delle brutte cose e la mia coscienza continua a dire che è tutto vero" sono sempre più curiosa.
"Che brutte cose?" cerco di sembrare calma.
"Mi ha detto che lo seguivi in giro, gli facevi le foto tipo paparazzi e cose del genere, in poche parole mi ha detto che se ti innamori di uno non lo fai neanche più respirare" dice incredibilmente serio, la mia testa si pone subito la domanda di cosa possa essere passato per la mente a Cody per dire una cavolata simile.
"Punto primo non ero innamorata di lui, era una cotta passeggera, e punto secondo non ho mai fatto una cosa del genere neanche per scherzo, sono la prima che prende molto sul serio la privacy" spiego quanto più calma possibile, non mi capcito di come Logan abbia potuto credere al suo amico.
"In effetti non regge la sua versione, e pensare che ero arrivato a pensare che la storia con il tuo vicino-criminale fosse stata per colpa della tua oppressione nei suoi confronti" ride poi anche se non ci trovo niente di divertente, le sue parole mi feriscono molto.
Freno inchiodando nel bel mezzo della strada vuota, era stato lui a dirmi che la colpa per la sua pazzia non era mia e ora pretende di scherzarci sopra così?
"Scendi" dico tenendo lo sguardo fisso sulla strada. "Ti ho detto di scendere!" urlo stringendo ancora di più il volante, gli occhi mi iniziano a diventare lucidi ma non voglio fargli vedere che sto male. "Scendi da questa cazzo di auto!" mi spazientisco e inizio involontariamente a piangere e singhiozzare pateticamente.
"Non te la sarai presa per quello che ho detto?" mi prende il mento con due dita e mi fa voltare verso di lui.
"Non mi toccare" interrompo il contatto fisico e visivo mentre cerco di ricompormi. "Per favore scendi" non è da me dire 'per favore' a Miller ma del resto non è da me essere su un'auto con lui all'una di notte.
"C'è un motivo se ho creduto alle parole del mio migliore amico" è molto ostinato a rimanere ma io sono testarda e non lo lascerò avere la meglio sulla mia tenacia.
"Non lo voglio sapere, scendi" un'auto ci sorpassa mentre continuo a tenere lo sguardo fisso sulla strada.
"Dentro di me speravo di piacerti almeno un po', ero davvero molto arrabbiato con me stesso per iniziare provare qualcosa per te" dice per poi scendere dall'auto e incamminarsi per la città, devo ammettere che questa sua rivelazione mi lascia senza parole, prova qualcosa per me?
Tra di noi non ci sarà mai niente, siamo come gatto e topo, come superman e la kryptonite, io sono una persona impacciata e incasinata mentre lui è così forte e sicuro di sé che mi fa invidia.
Ma allora perché quelle sue parole mi continuano a risuonare in testa? Sperava davvero che provassi qualcosa per lui? Ma soprattutto, provo qualcosa per lui?
Mi pongo un milione di questi interrogativi mentre torno a casa, continuo a ripensare a tutto quello che è successo dall'inizio dell'anno a oggi per capire se ho fatto qualcosa che possa avegli fatto fraintendere le mie intenzioni, insomma uno che ti odia non inizia a provare qualcosa da un giorno con l'altro.
...
Mi sveglio di soprassalto come suona la sveglia, ringrazio mentalmente di essermi svegliata anche perché stavo sognando di essere in auto come ieri notte e baciare Miller, 'sono gli ormoni' continuo a dirmi, la verità è che nella mia testa risuonavano ancora le sue parole.
Arrivo a scuola e mi siedo in classe aspettando che la lezione inizi, il mio pensiero torna costantemente a Miller, com'è possibile che non mi sia accorta di niente? Insomma mi voleva baciare in corridoio ma non credevo ci fosse qulcosa dietro quel gesto per lui abituale con qualsiasi ragazza.
"A dopo amico!" sono con la testa appoggiata al banco mentre 'riposo gli occhi' ma riconosco benissimo la voce del ragazzo che è andato a raccontare cavolate sul mio conto, così alzo la testa decisa ad affrontarlo.
"Dobbiamo parlare" gli dico appena entra nella classe vuota.
"Mi stavi aspettando?" uno stupido sorriso compare sul suo viso dando ai suoi connotati un'aria peccaminosa.
"Ho soltanto riconosciuto la tua stupida voce dal corridoio" mi alzo e inizio ad prendere sicurezza.
"Di cosa vuoi parlare?" si avvicina a me ma non mi intimidisce per niente.
"Non lo so, magari che vai in giro a dire falsità sul mio conto" dico innoqua ma decisa a fargli capire che deve smetterla.
"Te la sei presa perché ti ho messo contro il tuo adorato Logan?" dice con una voce stupida, come per prendermi in giro, quello che non sa è che sono terribilmente seria al momento.
"Non mi importa di Logan ma del fatto che stai minando la mia già terribile reputazione" trattengo il forte impulso di tirargli uno schiaffo.
"Credi che non l'abbia capito che tra di voi c'è qualcosa? Sei così stupida a volte che mi fai ridere" dice girandomi attorno e fermandosi dietro di me per poi spostarmi una ciocca di capelli.
"Tra di noi non c'è niente e non sono stupida" cerco di girarmi ma mi tiene ferma dove sono.
"Avevate complicità anche quando volevi me, è per quello che volevo vendetta con la foto" sussura al mio orecchio, è stata sua l'idea della foto?
"So che te lo stai chiedendo, lui l'ha fatto solo per non farti star male, insomma io ti piacevo e non ti biasimo, ma sì, l'idea è stata mia" le sue ultime affermazioni mi scioccano, come ho fatto a non pensarci prima? Come ho potuto credere per tutto questo tempo che Cody fosse quello buono e gentile?
"Sei una merda di persona" mi libero dalla sua presa per poterlo guardare in faccia mentre gli dico quello che penso di lui.
Gli leggo in volto quanto non gliene possa fregare di meno di quello che penso di lui, che grandissimo stronzo.
Faccio un passo in avanti e gli tiro una ginocchiata proprio dove so che gli farà più male, si piega in due dal dolore, ben gli sta, ma per sfortuna la prof ha visto il mio gesto e mi urla di andare dalla preside.
Si prospetta una giornata terribile.
STAI LEGGENDO
Dal momento in cui ci siamo sfiorati
RomansaBrooke, una ragazza semplice ma con molte insicurezze, è cresciuta in una base militare sotto la rigida supervisione del padre e dei colleghi fino a quando, a dodici anni, decide di voler cambiare vita. Dopo pochi anni nella città nativa della madre...