Alle otto precise mi faccio trovare fuori dalla casa della mia ragazza, la mia testa è colma di dubbi riguardanti la situazione che si è venuta a creare e la mancata telefonata.
Non diventa per me difficile pensare di aver sbagliato qualcosa, d'altronde mi è sempre venuto meglio ferirla piuttosto che farla stare bene.
Suono al campanello e tutti i miei pensieri diventano offuscati quando capisco che l'unica cosa che desidero è rivedere il suo sorridente volto, per questo non appena apre la porta mi fermo a fissarla come un ebete: mi era mancata molto.
"Non me lo dai un bacio?" abbozza un sorriso che percepisco, a tratti, malinconico.
Poso le mie labbra sulle sue e cerco di tenerla stretta a me quanto più possibile, non ti farò allontanare di nuovo piccola.
"Menomale che sei qui" mi stringe in un forte abbraccio non appena pongo fine al bacio.
Sul punto di domandarle il motivo della sua mancata chiamata e successiva assenza in questi giorni mi blocco, non ho alcuna intenzione di apparire eccessivamente opprimente.
"Andiamo che se no si fa tardi" la accompagno verso l'auto e le apro la portiera da vero gentiluomo.
Non appena mi siedo al posto del guidatore noto la mia ragazza sporgersi verso i sedili posteriori come se stesse cercando qualcosa.
"Ci sei? Possiamo partire?" provo a riportare la sua attenzione verso di me.
"S-sì sì, vai" balbetta dopo aver preso un profondo respiro, le accarezzo la guancia prima di mettere in moto.
Il viaggio sembra durare un'infinità di tempo, poiché nessuno dei due parla: nonostante abbia molte cose da dire continuo ad avere dubbi se farlo o meno e trovo stupide motivazioni che mi spingono a ricacciare indietro i pensieri.
Arrivati, inizia ad avvicinarsi gente per salutarmi ma Brooke ne sembra scocciata così le suggerisco di andare a prendere qualcosa da bere per entrambi.
"E se per qualsiasi motivo non riusciamo più a trovarci veniamo qua all'entrata, ok?" cerco di rassicurarla, annuisce e scompare nella folla.
Vado alla ricerca del padrone di casa, nonché mio nuovo amico, al contrario di quello che pensassi mi trovo molto bene con Pit: con lui posso parlare di Brooke senza sentirmi giudicato, cosa che non posso fare con Cody (con il quale non ho ancora chiuso e fatico a comprenderne il motivo).
Quando intravedo il ragazzo che stavo tentando di trovare mi avvicino ma noto che si trova in compagnia della mia ragazza e, per sbaglio, sento un pezzo della loro conversazione ma, solo per colpa della curiosità, mi sorprendo ad origliare il resto.
"Lo so che sei preoccupato per me ma non ne hai motivo, sto benissimo" non suona per niente convinta lei.
"Brooke guardami, ti sei appena fatta una canna quindi non credo tu abbia la minima idea di cosa stia dicendo" risponde Clark.
"L'ho fatto solo per mettere a tacere i pensieri ma grazie a te non ha fatto effetto" risponde lei con supponenza.
"Se con Miller va male puoi dirmelo, non farti intimorire dal fatto che ora siamo amici" scherza il biondo.
"N-no con lui va anche fin troppo bene, è per un altro motivo che sta mattina stavo così" segue un momento di silenzio. "A proposito, sempre questa mattina ho notato perfettamente che tu e Logan adesso siete pappa e ciccia" ridacchia lei.
Cosa intende dire? Era a casa di Pit, questo l'ho capito, ma non comprendo il motivo di tale omertà.Mi allontano sconsolato, insomma non vedo la mia ragazza per dieci giorni e quando torna inizia a comportarsi in modo strano: canne e segreti? Questa non è Brooke.
Inizio a berci sopra per evitare il problema, in quanto scappare posso dire di essere davvero molto bravo avendo avuto il migliore degli insegnanti (vale a dire mio padre).
Una birra tira l'altra e prima che possa rendermene conto è già mezzanotte meno dieci quindi decido di andare a cercare la mia ragazza per darle il bacio di rito ma mi rendo presto conto di fare fatica a reggermi in piedi data l'enorme quantità di alcol bevuta sta sera, scelgo così di andare ad aspettare pazientemente nella hall (dove le dissi che ci saremmo ritrovati) il suo arrivo.
Il tempo passa e di lei nemmeno l'ombra, perdo totalmente le speranze quando sento qualcuno gridare che mancano solo trenta secondi al nuovo anno.
"Trenta, ventinove, ventotto...." mi giro ripetutamente su me stesso ma senza avere troppe aspettative.
"Quindici, quattordici, tredici, dodici...." prendo il telefono per chiamarla ma c'è davvero poco campo in questa baita.
"Quattro, tre, due, uno....Buon anno!" gridano tutti in coro.
"Buon anno amore" sento gridare dietro di me da una voce che non mi sembra familiare. Mi volto per vedere ma in meno di un secondo Brooke mi sta baciando quindi mi lascio andare.
"Stronzo che cazzo fai?" mi arriva un pugno sullo zigomo che fa davvero molto male.
Mi giro verso la mia ragazza, o meglio la ragazza che stavo baciando che scopro non essere Brooke ma Ethel.
Brillo e barcollante cerco di articolare una frase di senso compiuto per giustificare il mio errore al padrone di casa, il quale me le ha appena date, ma il mio sguardo si posa sulla mia ragazza che osserva la scena dalle scale con gli occhi rossi e lucidi."Brooke pensavo fossi tu" grido per farmi sentire dalla mora ma lei non mi presta attenzione facendo vagare lo sguardo da tutt'altra parte.
"Piccola lo giuro, devi credermi" continuo a supplicarla mentre scende le scale avvicinandosi a me.Finalmente mi concede il contatto visivo ma per un solo secondo dato che poi devia il suo percorso per avvicinarsi al suo migliore amico e iniziare a baciarlo con foga.
"Bella vendetta, matura" dico per farle capire di aver recepito il messaggio, così lei si volta verso di me con un sorriso beffardo.
"Ti porto a casa, quante canne ti sei fatta?" la sollevo e me la poso sulla spalla come se fosse un sacco di patate.
"Una sola" grida forte per poi darmi due pacche sui glutei.
"Una?" domando io non troppo sicuro.
"Una sola" ripete lei. "Bella forte" si mette a ridacchiare. "E anche qualche birra" continua con tono sorpreso.
La faccio tornare coi piedi per terra solo quando siamo di fronte alla mia auto per aprirla e tento di farla sdraiare sui sedili posteriori ma si rifiuta con tutte le sue forze e insiste per viaggiare seduta davanti "insieme a te" mi strappa un sorriso.
"Promettimi solo che un giorno mi spiegherai perché stai così" dico mentre metto in moto.
"Lo prometto solo se stanotte dormi da me" mette la mano vicino al cavallo dei miei pantaloni.
"Accetto" faccio fatica a dire.
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Dal momento in cui ci siamo sfiorati
RomanceBrooke, una ragazza semplice ma con molte insicurezze, è cresciuta in una base militare sotto la rigida supervisione del padre e dei colleghi fino a quando, a dodici anni, decide di voler cambiare vita. Dopo pochi anni nella città nativa della madre...