È da una settimana che Miller mi ignora nonostante io faccia di tutto per parlargli.
Dopo quella mattina non sono più riuscita a pensare o sognare altro, il che è un bene dato che sono diminuiti drasticamente gli incubi su Fred ma è davvero terribile che l'immagine costante nella mia testa sia quella di Miller.Oggi mi sono recata a parlargli mentre usciva dallo spogliatoio per andare in palestra ma sia lui che Cody mi hanno completamente ignorata, come se fossi trasparente e perciò non mi avessero vista, mi ha fatto davvero molto male perché mi è sembrato di ritornare a quando, dopo l'uscita di quella foto, tutti mi ignoravano o mi parlavano solo per insultarmi.
Sto per andare a dormire, mi infilo sotto le coperte viola del mio letto a una piazza e mezza e mi accoccolo al cuscino abbracciandolo, che fatica la vita da single.
Proprio mentre il mio cervello sta iniziando a rilassarsi mi squilla il telefono e devo fare uno sforzo immenso per rispondere, chi mai può volermi chiamare a mezzanotte?
"Pronto?" non ho nemmeno guardato il nome sullo schermo tanto sono addormentata.
"Brooke menomale che hai risposto" è Pit, il suo tono è davvero molto affannato, come dopo una corsa.
Improvvisamente mi ricordo che sta mattina a scuola mi aveva detto di avere un 'torneo' di incontri in un capannone abbandonato e io gli avevo risposto di stare attento a non farsi troppo male perché domani è martedì e sarebbe dovuto andare a scuola.
Ora che l'ho ricordato mi inizio a preoccupare, che gli sia successo qualcosa durante gli incontri?
"Stai bene?" gli domando davvero molto preoccupata.
"Io si" risponde velocemente, dal tono sembra anche vero, ma allora perché mi ha chiamata?
"È Miller quello che non credo stia bene" dice dopo aver preso un bel respiro.
"Che intendi dire?" gli chiedo mettendomi seduta nel letto.
"Era da un po' che lo vedevo agli incontri, prima spacciava e basta, ogni tanto scoppiava una rissa e riusciva sempre a sedarla, ma oggi è anche salito sul ring" non vorrei ma mi preoccupo per lui, perché lo fa?
"Non vorrei dire una cavolata ma credo che non sia una sua idea, l'avranno visto durante le risse e poi son riusciti a convincerlo a combattere" per quanto abbia senso come motivo non riesco a pensare al fatto che stia facendo una cavolata, Pit si allena tutti i giorni per farlo ma Logan non credo.
"E perché me lo stai dicendo?" mi sembra molto strano che mi chiama per parlare di Miller.
"Io... non lo so. Credevo che avresti potuto convincerlo a non farlo" dice balbettando un po'.
"Sì ma, perché proprio io?" con tutta la gente che poteva chiamare viene dirlo a me con cui non parla da una settimana?
"Ho solo fatto quello che mi diceva l'istinto, so che ti starà ad ascoltare" subito mi chiedo se magari ha visto qualcosa quella mattina in corridoio, mi rispondo che è impossibile perché se no me ne avrebbe di sicuro parlato.
"Quindi vuoi che venga lì?" gli chiedo sconsolata mettendo la mano libera davanti alla bocca per sbadigliare.
"Ti prego fai questo sforzo" dice supplicante Pit, gli rispondo che farò del mio meglio e riattacco per prepararmi.
Dopo poco meno di mezz'ora esco di casa, guido velocemente fino al capannone abbandonato secondo le indicazioni di google maps e in circa cinque minuti sono arrivata, Pit mi aiuta a passare oltre il buttafuori, la discrezione in questi posti è prima di tutto.
Il biondo mi accompagna dove si preparano gli atleti prima di salire sul ring, oltre a uno che ci prova, gli altri sono davvero molto gentili e mi aiutano a trovare Miller.
Quando lo vedo si sta mettendo una fasciatura sulle nocche già spaccate.Mi fermo a guardarlo, mi tremano le gambe mentre mi avvicino a lui, come faccio a convincerlo a venire via se è da una settimana che tra di noi c'è solo gelo?
"Che ci fai qui?" chiede senza nemmeno guardarmi in faccia per poi sputare per terra, che schifo.
"Potrei spiegartelo mentre ce ne andiamo" dico con tono ansioso.
"Ci hai provato stronza" ridacchia alzandosi in piedi.
"Si può sapere perché mi tratti male da una settimana?" butto fuori senza pensare.
"Io non ci voglio nemmeno parlare con quelle come te" dice con disprezzo concedendomi finalmente il contatto visivo.
I miei connotati assumono un'aria scioccata, cosa intende con 'quelle come te'?
"Se devi dirmi qualcosa fallo senza giri di parole" il contegno che stavo cercando di tenere va totalmente a farsi fottere dopo il contatto visivo, il tono della mia voce diventa tremante.
"Sei una cazzo di psicopatica Brooke, non voglio avere niente a che fare con te" al sentire pronunciare da lui il mio nome anziché il cognome mi fa venire un brivido, le sue parole d'altronde mi feriscono profondamente nell'anima, nessuno mi aveva mai dato della psicopatica.
"E cosa avrei fatto per esserlo?" chiedo non troppo sicura di volerlo sapere, ho l'ansia a mille.
"Sai, Cody mi ha detto tutto" le parole escono dalla sua bocca con un tono serio che decisamente non gli appartiene.
"Non so di che stai parlando" interrompo il contatto visivo spostando lo sguardo verso un muro completamente grigio.
"Non far finta di non essere una stalker del cazzo" ridacchia ancora, si può sapere come gli vengono in mente certe cose?
"Fammi indovinare, anche questo te l'ha detto quel coglione di Cody?" lo guardo determinata negli occhi, vorrei fargli capire che son tutte cazzate ma non mi starà mai ad ascoltare.
"Ehm sì" balbetta poco convinto, devo attaccare adesso che è fragile.
"Io non ho mai stalkerato nessuno ma se vuoi possiamo parlare di quello che ti ha detto Cody mentre ce ne andiamo" gli porgo la mano come per sigillare un patto.
"Va bene" dice dopo un po' sbuffando e stringendomi la mano, la sua salda presa non mi inimorisce e con le mani ancora giunte inizio a trascinarmelo dietro fino alla macchina, anche se tutti sappiamo che non potrei spostarlo nemmeno con tutta la forza che ho in corpo.
Entriamo e metto in moto, il silenzio che aleggia nell'aria è decisamente molto più imbarazzante di tutti quelli mai vissuti in passato con lui.
"Voglio che mi racconti per filo e per segno tutto quello che ti ha detto il tuo amico" pronuncio decisa quelle parole, ho intenzione di farmi valere da ora in poi.
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Dal momento in cui ci siamo sfiorati
RomanceBrooke, una ragazza semplice ma con molte insicurezze, è cresciuta in una base militare sotto la rigida supervisione del padre e dei colleghi fino a quando, a dodici anni, decide di voler cambiare vita. Dopo pochi anni nella città nativa della madre...