"Eccomi" annuncio a Davis non appena mi siedo di fianco a lei sugli spalti del campetto.
"Che dovevi dirmi?" la sprono dato che sta fissando il vuoto e sembra non essersi nemmeno accorta della mia presenza.
"Scusa" dice soltanto con il tono di voce spezzato mentre il suo sguardo è ancora perso nel nulla.
"Per che cosa?" le chiedo in tono forse un po' troppo scherzoso. Non risponde.
"Non chiedermi scusa. Indipendentemente da cosa credi di aver fatto, sappi che non potrei mai avercela con te" la rassicuro mentre le prendo la mano, sono così eccessivamente smielato che mi faccio paura da solo.
"Per tutto questo tempo ti ho dato la colpa di cose che non hai fatto: prima la foto e ora la storia con Samuel" china il capo come se facesse fatica ad ammettere ciò che pensa.
"Non mi interessa, conta solo che adesso sai la verità" porto l'intreccio delle nostre mani vicino al mio viso e stampo un piccolo bacio sul dorso della sua.
Istintivamente si ritrae e ci rimango un po' male ma almeno mi concede il contatto visivo.
"Voglio che torniamo amici, non ho intenzione di perdere un secondo di più" a quelle parole il mio cuore si spezza, io vorrei di più ma una ragazza così buona e pura non me lo concederà mai.
"Tutto quello che vuoi, piccola" mi arrendo per cercare di non farle notare quanto in realtà io ci sia rimasto male.
Un enorme sorriso compare sul suo volto e un po' riesce a sanare la ferita lasciata dalla sua proposta, mi piace essere il motivo del suo sorriso.
Allargo le braccia per stringerla forte a me ma, nello stesso momento, si alza, si gira per salutarmi e se ne va lasciandomi qui come un cretino che ancora spera che questa cotta possa passare in fretta.
Faccio la doccia e torno a casa portandomi dietro l'enorme fardello della tristezza che mi perseguiterà ogni volta che la vedrò.
"Chico! Cos'è sta faccia?" mi apre la porta Adelita e subito nota che qualcosa non va.
"Vuole essere solo mia amica" con lo sguardo che fissa il pavimento cerco di superarla ma penso subito che forse sfogarmi come la scorsa volta sarà utile.
"Ti sei dichiarato?" mi chiede mentre richiude l'uscio alle mie spalle.
"No, è venuta da me e ha espresso il suo volere" sconsolato ripenso alla felicità quando l'ho vista arrivare al campo da football, ancora non sapevo cosa mi aspettava.
"Ma tu le hai detto che vuoi di più, vero?" insiste la donna.
"Come facevo a dirglielo? Lei non mi vuole, non desideriamo la stessa cosa ma non ho più intenzione di farla dispiacere" il mio tono suona come un urlo di disperazione. "È per questo che ho accettato la sua proposta di essere solo amici" abbasso la voce perché mi rendo conto di stare esagerando.
"Come fai a dire che non ti vuole se non glielo hai mai chiesto?" fa sembrare tutto facile, la verità è che non sa cosa si prova a non sentirsi abbastanza per qualcuno.
"Anche io credevo che Esteban non mi volesse eppure quando mi sono dichiarata ho scoperto che ricambiava. Guardaci ora, siamo felicemente sposati da più di vent'anni" ha ragione, loro due sono una bellissima coppia, eppure non riesco a non pensare che questa cosa, nella vita reale, è impossibile che succeda.
"Se davvero mi vuole, perché non me lo viene a dire?" ormai tento in tutti i modi di far cambiare idea ad Adelita.
"Magari è insicura, se prima non andavate d'accordo è normale che abbia paura di quello che prova, esattamente come è successo a te" mi prende per mano e mi trascina verso la porta. "Va da lei" riapre l'uscio e mi caccia via quasi con violenza, adesso che sono chiuso fuori casa devo per forza andare da qualche parte.
Metto in moto la mia vettura e, dopo aver girato a vuoto per mezz'ora, decido di andare da lei e togliermi il pensiero.
Parcheggio e mi avvio sul vialetto quando vedo uscire dall'abitazione Samuel Bennet mano nella mano con un ragazzo che non conosco.
"Amico!" mi abbraccia e mi da una pacca sulla spalla. "Volevo chiederti scusa per averti incolpato, Brooke mi ha raccontato come sono andate in realtà le cose con Ethel e quant'altro" gesticola in modo buffo, non capisco cosa questa storia abbia a che fare con la bionda.
"Non fa niente, ormai è passato" lo tranquillizzo abbozzando un sorriso.
"Che sbadato che sono!" esclama portandosi una mano sulla fronte. "Ti presento il mio ragazzo, Paul" indica lo sconosciuto al suo fianco.
"Piacere" allungo la mano verso di lui.
"Piacere mio" risponde afferandola e stringendola con forza.
"Noi andiamo ma lascia che ti avverta: Brooke è davvero molto felice in questo momento, se dopo che sarai entrato in quella casa lei diventerà triste te la dovrai vedere con me" non credevo che Bennet avesse il fegato di minacciarmi, a scuola nessuno mai si è permesso neanche per sbaglio.
"Tranquillo amico, non sono qui per fare casino" alzo le mani in segno di resa, se davvero pensa che mi diverta a farla star male non ha proprio capito niente.
Sorpasso la coppietta e suono il campanello con il cuore a mille.
"Avete dimenticato qualcosa?" domanda mentre sta ancora aprendo la porta, si irrigidisce non appena mi vede.
"In effetti sì" mi soffermo a guardarla: il suo corpo, coperto soltanto da una felpa larga, sembra ancora più minuto e il suo volto, visto sotto la luce di questa gelida sera, appare più bello e luminoso di come non lo sia mai stato.
"Che avresti dimenticato?" mi chiede giocosa per risvegliarmi dato che mi sono imbambolato a fissarla.
"Non sono stato del tutto onesto, vorrei entrare e parlare con te di alcune cose" non so da che parte iniziare e per uno come me restare senza parole con una ragazza è una cosa davvero molto rara.
"Accomodati" mi fa spazio ed entro in casa, subito la mia mente ritorna a quando l'ho quasi baciata sul pavimento del salotto.
"Dimmi tutto" si siede sul divano di fianco a me.
Penso al modo in cui dirle cosa provo ma non ci riesco, anzi non voglio comunicarglielo a parole perché non ho intenzione di sembrare ridicolo.
I suoi impazienti occhi mi scrutano in attesa della tanto temuta conversazione, che le ho detto di aver intenzione di sostenere, ma non credo arriverà.
Senza pensarci due volte prendo il suo volto tra le mani e la bacio fregandomene delle sue lamentele iniziali, che lasciano poi posto ad un bacio dato con molta passione da entrambe le parti.
STAI LEGGENDO
Dal momento in cui ci siamo sfiorati
RomanceBrooke, una ragazza semplice ma con molte insicurezze, è cresciuta in una base militare sotto la rigida supervisione del padre e dei colleghi fino a quando, a dodici anni, decide di voler cambiare vita. Dopo pochi anni nella città nativa della madre...