Dalla tua parte

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"Mi stanno cercando ancora?" domandò lei alla fine, rialzando lo sguardo verso di loro.
I due si strinsero nelle spalle, in silenzio. Avrebbero tanto voluto riportarla a casa, anche se Tony non aveva mai risposto alla loro richiesta di fermare le ricerche. Probabilmente avevano abbandonato la missione.
"Tornerai con noi?" chiese impaziente Sam. Lei lo fulminò con lo sguardo.
"Non credo proprio, Sam. Sono sicura che qualcuno voglia portarmi di nuovo a Wilmington per farmi uccidere da una squadra di incompetenti." sbottò guardando Steve in cagnesco. Il ragazzo era mortificato, ma non poteva fare altro se non avvisarla ed aiutarla a trovare un biglietto last minute per l'Europa.
"Non ho intenzione di metterti di nuovo in pericolo, Olivia. Ti ho già chiesto scusa in mille modi diversi. Ti prego, perdonami e torna a casa." disse lui sporgendosi sul tavolo nella sua direzione. Lei rimase in silenzio ed abbassò lo sguardo.
"Fallo per Bucky." le disse alla fine. Lei si lasciò scappare un sospiro e si coprì il viso con le mani.
"Sei comunque in pericolo, qui. Le tue foto hanno già invaso il web." Sam le stava porgendo il cellulare con una miriade di foto di quello che era successo quel pomeriggio. Lo osservò in silenzio e fece scorrere verso il basso. Mugolò appena e allontanò il telefono da sé, buttandosi con la schiena contro alla sedia.
"Cosa posso fare?" chiese poi incrociando le braccia al petto. Era confusa e terrorizzata. La sua normale vita era stata rovinata. Non sarebbe potuta tornare a scuola, ma non poteva nemmeno rimanere a Cork. L'avrebbero trovata, aveva i minuti contati per scappare di nuovo.
"Sei al sicuro, con noi." Steve le stava sorridendo dolcemente e poggiò il dorso della mano sul tavolo, con il palmo rivolto verso l'alto. Voleva dimostrarle che erano ancora amici e che l'avrebbe protetta davvero, questa volta, anche se questo voleva dire andare contro il volere di Tony.
La ragazza esitò appena e si sporse in avanti, prendendogli la mano con lo sguardo basso. Per quanto fosse ancora arrabbiata con lui, era una delle poche persone di cui si fidava, che considerava una famiglia.
"Combatteremo insieme, se dovesse servire. Siamo dalla tua parte e sappiamo che non sei cattiva." Sam le sorrise e si alzò dal tavolo, avvicinandosi alla finestra. Socchiuse gli occhi, guardando la strada sottostante adiacente al parco.

Non appena sentì l'aereo decollare, strinse impulsivamente le mani dei ragazzi che stavano seduti accanto a lei. Odiava volare e non si era mai abituata a farlo. Fece sprofondare la testa nel sedile dietro di sé e chiuse gli occhi, facendo respiri così profondi che le bruciavano la gola.
Non vedeva l'ora di vedere James. Di riabbracciarlo. Finalmente si sarebbero rivisti e questa volta, forse, sarebbero rimasti insieme davvero. Ripensò per qualche istante a Simon e a Sean, a come li aveva abbandonati su quel marciapiede per scappare come una fuggitiva. Si sentiva in colpa. Ma Sean stava bene ed era convinta che Simon non avrebbe faticato a trovare un'altra ragazza con cui uscire. O forse sarebbe tornato, stremato, con sua moglie come aveva già fatto altre volte. Le aveva riscritto, ma lei aveva eliminato la conversazione e lasciato il telefono a sul tavolo del suo appartamento. Era una parte della sua vita che non la rappresentava, non sentiva sua. Ed ora stava tornando da James. Quanto avrebbe voluto ora incontrare di nuovo quella signora anziana, solo per dirle che sì, ora si stava spostando per amore. Le sarebbe piaciuto rivedere gli occhi sognanti della donna mentre le raccontava dell'uomo che l'aveva amata per una vita intera, prima di spegnersi sul letto candido di un ospedale a Londra. Avrebbe voluto dirle che anche il loro amore era durato per così tanto tempo. Che si erano amati con la guerra. Che si erano fatti la guerra, anche. E che anche dopo tutti quegli anni, si amavano quanto si erano amati un tempo. Quando sui loro volti brillava ancora la scintilla della giovinezza. Quando lei aveva scritto alla madre che era innamorata di un ragazzo e lei, in tutta risposta, le aveva detto che avrebbe dovuto concentrarsi per non farsi uccidere. Peccato che non sapesse che aveva rischiato più di una pallottola per colpa di James. Era estremamente distratta, quando stava con lui.

Finalmente riuscì a sentire l'aereo atterrare, così riaprì gli occhi. Alla sua sinistra Sam stava dormendo sulla sua spalla, mentre le stringeva un braccio. Sorrise e poggiò per qualche istante il viso sulla sua testa. Anche lui, in fondo, era diventato un po' la sua famiglia. Non si sarebbe mai aspettata che nonostante si conoscessero veramente poco, lui si sarebbe schierato dalla sua parte. Aveva un cuore grande.
Steve la stava guardando con un sorriso stampato sul volto e la tempia poggiata al sedile. Le prese la mano e la strinse delicatamente. Lei si voltò.
"Mi dispiace averti sbattuto contro al muro." disse lei piano, accennando ad un sorriso.
"Non ti preoccupare, sono abituato alle botte." le rispose sorridendo, stringendole piano la pano ed accarezzandone il dorso con il pollice.
"James vorrà vedermi ancora, secondo te?" chiese, cercando di non muoversi per non svegliare Sam. Steve la guardò dritta negli occhi che lei stava cercando in tutti i modi di evitare.
"Bucky non ha fatto altro che cercarti per un anno intero. Ha rischiato di finire in carcere perché ha puntato il coltello alla gola di un ragazzo seduto ad un tavolo del bar con una ragazza simile a te." ridacchiò deglutendo a fatica per cercare di stappare le orecchie per colpa della discesa. Lei rise e poggiò di nuovo la guancia sulla testa di Sam, che si svegliò.

Mancavano poche decine di metri a casa e Olivia sentiva il cuore in gola dall'agitazione. Quando l'avrebbe rivisto? Quella sera? O lo avrebbe rivisto il giorno dopo? E se non si fosse presentato? E se Steve le stesse conducendo di nuovo dallo S.H.I.E.L.D.? Era spaventata, stanca e nervosa. Probabilmente Bucky non sarebbe stato là. Probabilmente avrebbe trovato degli agenti che l'avrebbero sedata e portata via di nuovo.
Steve prese l'ultima curva. Dai sedili dietro, Liv si sporse in avanti e strinse nervosa le loro spalle.
"Non voglio andare." disse veloce con le mani tremanti. I due amici risero e Sam mise una mano sulla sua.
"Smettila di fare la ragazzina, Liv."
Alzò lo sguardo. Qualcuno era seduto sul suo portico. Sentì il cuore stringersi e le mani tremare. Era lui. Quando Bucky vide la macchina avvicinarsi si alzò veloce, le mani affondate nelle tasche della giacca.
La ragazza non aspettò che la macchina si fermasse. Aprì la portiera e scese, correndo verso di lui. Sprofondò tra le sue braccia, affondando il viso nel suo petto per nascondere le lacrime che non riusciva a trattenere. Le braccia del ragazzo la tenevano stretta, il suo cuore batteva forte contro al suo orecchio.
"Liv!" disse lui riempiendola di baci sul viso, prendendole le guance tra i palmi delle mani. Si guardarono negli occhi lucidi e si scambiarono un bacio lento e colmo d'amore. Il tempo intorno a loro sembrava ghiacciato, fermo. In quel momento c'erano solo loro due. Insieme. Da soli.
Le mani del ragazzo stringevano forte la schiena di lei, fino a sentirne ogni osso. Le dita di lei erano poggiate delicatamente sulle sue guance. I loro occhi fissi gli uni negli altri. Profondi. Potevano vedere il loro passato, tutto quello che avevano passato. Sulle labbra di Bucky era comparso un sorriso dolce e sincero.
Steve e Sam erano scesi dalla macchina e si erano avvicinati a loro. Erano orgogliosi di quello che avevano fatto. Erano orgogliosi di come Bucky aveva affrontato la situazione e del fatto che Liv si fosse fidata di nuovo di loro nonostante quello che era successo.

"Non così in fretta, signorina Vasilevsky." una voce roca interruppe le risate colme di gioia.
I quattro si guardarono con un'espressione smarrita. Dal fianco della casa comparve una figura scura. Qualcosa nelle sue mani era illuminato dalla luce fioca della luna. Fece un passo in avanti, rivelando il suo volto ed una pistola scura tesa davanti al suo volto. Bucky strinse appena la ragazza tra le braccia per proteggerla, mentre Sam e Steve le si avvicinarono. Olivia poteva sentire la gola improvvisamente secca ed era sicura che le gambe le sarebbero cedute da un momento all'altro.

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