Il tintinnio acuto e martellante della sveglia destò dal sonno l'ispettore capo William Pitwood, Will per quei pochi amici che aveva; come se ciò non bastasse, nella sua camera fece irruzione Russell, il suo golden retriever, che balzò sul letto del padrone e cominciò a leccargli il viso. L'uomo allontanò gentilmente il muso del cane e si mise a sedere; accarezzò l'animale e si stropicciò gli occhi con la mano sinistra, poi volse lo sguardo verso l'orologio sul comodino: le sette e dieci. Will scese dal letto per stiracchiarsi, si diresse verso la cassettiera attaccata alla parete, sulla quale era poggiata la protesi meccanica del suo braccio destro; con fare di chi è ormai abituato a quel genere di operazioni la agganciò alla base metallica che copriva il suo moncone. L'arto ebbe un fremito ed iniziò a muoversi secondo la volontà del proprietario. Will fece alcuni movimenti di prova, quindi si vestì ed uscì dalla stanza, seguito a ruota da Russell; appena giunto in salotto, bussarono alla sua porta: era Sebastian, il garzone della padrona di casa; aveva in mano un vassoio con una caffettiera, del pane e del burro.
- La sua colazione signore. - asserì il ragazzo.
- Preciso come sempre. - replicò Will - Grazie Sebastian. - prese il vassoio e si chiuse la porta alle spalle. Aprì una scatoletta di carne e la versò nella ciotola di Russell, poi consumò voracemente il suo pasto. Dieci minuti dopo Will era vestito di tutto punto ed uscì dal suo appartamento, al 223 di Baker Street. Era una tiepida mattina di marzo del 1894, circa sette anni dopo gli eventi di Parigi. Da allora la vita dell'ispettore era stata abbastanza tranquilla, per quanto la vita di un poliziotto possa definirsi tale. Certo, la promozione a ispettore capo lo aveva caricato di lavoro e di responsabilità, ma sinceramente preferiva quello a dare la caccia ad assassini psicopatici in giro per l'Europa. Stessa cosa non si poteva dire per il suo collega Amadeus Brown, alla costante ricerca di criminali da sfidare. Le loro strade si erano separate nel settembre del '91, quando Brown aveva accettato di trasferirsi negli Stati Uniti per fornire aiuto alla Polizia Federale.
Will chiamò un'auto-carrozza con un fischio. - Mi porti al 4 di Withehall. - disse al vetturino mentre saliva a bordo; in meno di dieci minuti la vettura si trovò di fronte alla scalinata in marmo antistante il vecchio edificio che ospitava la sede centrale di Scotland Yard. L'ispettore scese, pagò il conducente e si diresse verso l'entrata. Compì le tipiche azioni di rito: attraversò l'androne per timbrare il cartellino, lo tagliò nuovamente per raggiungere la grande scalinata in legno, salì al primo piano ed entrò in uno stanzone con quattro file di scrivanie identiche. C'era silenzio, troppo silenzio. I suoi colleghi lo fissavano, neanche fosse uno sconosciuto; ma appena Will si voltava per chiedere spiegazioni distoglievano lo sguardo. "E ora che succede?" si domandò procedendo lentamente verso il suo ufficio, in fondo ad un corridoio formato dalle scrivanie. Aprì la porta e scivolò dentro, tenendo fissi gli occhi sullo stanzone in attesa di un segno rivelatore.
- Ispettore capo! - soggiunse una voce femminile alle sue spalle: era la sua telegrafista.
- Buongiorno Betty, come mai hanno tutti un'aria strana lì fuori? -
- Signore deve scusarmi; ho cercato di impedirle di entrare ma non ha voluto sentire ragioni. -
- Cosa? Chi? - Will si voltò più confuso che mai, quando notò che, seduta di fronte alla sua scrivania, c'era una persona.
- Ispettore capo Pitwood, finalmente ci incontriamo. - asserì lo sconosciuto, o per meglio dire la sconosciuta. Si alzò di scatto e si voltò verso Will. Era una donna sulla trentina, vestita con un sobrio ma elegante vestito blu scuro che ne metteva in risalto il viso perlaceo, incorniciato da una chioma color rame legata in una treccia dietro la schiena. I suoi occhi erano grandi e luminosi, di un celeste intenso, e trasmettevano sicurezza e attitudine al comando. Tra le mani teneva un cappello dello stesso colore del vestito. Qualsiasi cosa di quella donna faceva trasparire ordine e disciplina, ma al contempo un'indomita forza vitale.
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ERGO EST
Fiksi IlmiahSequel di "Homo Ex Machina". Sono passati sette anni dagli eventi di Parigi; da allora l'ormai ispettore capo William Pitwood conduce una vita relativamente ordinaria. Ma una nuova minaccia incombe sulla caotica metropoli di Londra, gioiello dell'in...