L'auto-omnibus si arrestò fischiando. A causa della frenata i giovani passeggeri all'interno furono sospinti in avanti, qualcuno di loro cadde addosso al vicino facendo ridere i compagni. Dalla porticina fece capolino Nevskij, che batté le mani per attirare l'attenzione: - Siamo arrivati a destinazione. Indossate i vostri soprabiti e prendete i bagagli. -
I dieci bambini obbedirono; improvvisamente la porta scorrevole del veicolo si aprì con uno sbuffo sottile, facendo entrare nell'abitacolo una folata di aria gelida. Uno alla volta i passeggeri scesero dall' auto-omnibus; all'esterno tirava un ventaccio tremendo, mentre una coltre di neve alta fino al calcagno, quantomeno per i bambini, copriva il terreno circostante. Intorno a loro era buio pesto, eccezion fatta per una serie di lampioni ad una decina di metri da loro. Questi ultimi illuminavano un gigantesco portone metallico, che si socchiuse non appena furono scesi tutti.
Da ultimo, anche il filantropo lasciò il veicolo, il quale ripartì per svanire nelle tenebre. Con un cenno della mano indicò ai fanciulli di seguirlo e si diresse verso il portone. Mentre si avvicinavano Luka diede uno strattone a Natasha: - Guarda su. -
La bambina alzò lo sguardo e socchiuse la bocca per lo stupore. Ora che erano più vicini poteva vedere le reali fattezze dell'edificio: una mastodontica massa di mattoni e acciaio si stagliava danti a loro, nascosto nella penombra; Dal tetto si erigevano tre enormi comignoli, che assomigliavano più a delle ciminiere.
- Andiamo Natty. - la voce di Luka la riportò a terra; senza accorgersene aveva rallentato fino a rimanere indietro. Affrettò il passo ed attraversò la gigantesca soglia, dopodiché quest'ultima si chiuse con un cigolio grave.
I dieci bambini si ritrovarono in un androne dal soffitto alto, illuminato da lampade a gas. Al centro, una larga scalinata conduceva ai piani superiori. Dopo qualche secondo dei passi riecheggiarono nella sala. Dalle scale discese una giovane donna vestita di nero e con i capelli raccolti. Con un inchino salutò il signor Nevskij, il quale ricambiò chinando il capo.
- Lei è la signorina Amelia, vi spiegherà le regole dell'istituto e si occuperà di voi. -
- Seguitemi bambini. - soggiunse la donna. La sua voce era sottile, quasi un sussurro; il suo tono era gentile, ma alquanto freddo. I suoi occhi sembravano scrutare cose visibili solo a lei, apparendo spenti e distanti. Condusse i dieci fanciulli per le scale fino al primo piano, procedette per un corridoio dal pavimento di assi di legno lucido e si arrestò davanti ad una porta: - Questo è il dormitorio maschile, quello femminile è in fondo. I bagni si trovano a metà strada tra i due. Disfate pure con calma le vostre valige, la cena sarà pronta tra una ventina di minuti. - metà del gruppo entrò nella stanza, mentre l'altra metà seguì la signorina in fondo al corridoio.
- Per qualsiasi bisogno, la mia stanza è dall'altra parte del piano. - disse aprendo l'unica porta presente, quindi si allontanò.
Il dormitorio consisteva in una lunga camerata, provvista di tre file parallele di letti e diversi armadi e comodini. All'interno, Natasha e le sue compagne trovarono una decina di bambine, tutte più o meno della loro età, intente a chiacchierare o giocare con le bambole. Si fermarono per un attimo quando la porta si aprì, scrutando in silenzio le nuove arrivate, quindi rivolsero nuovamente la loro attenzione verso ciò che stavano facendo. Le cinque bambine si spostarono timidamente lungo la camerata, cercando dei letti vicini; una volta trovati si tolsero i soprabiti e disfecero le loro valige. Rimasero poi per qualche minuto immobili come statue, guardandosi a vicenda in cerca di chi sarebbe stata così coraggiosa da rompere il ghiaccio. La risposta non venne da nessuna di loro: una ragazzina dai capelli mori si staccò dal gruppo più grande, avvicinandosi con una bambola di pezza in mano; con un sorriso a trentadue denti stampato in viso disse: - Ciao, volete giocare con noi? -
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ERGO EST
Ficção CientíficaSequel di "Homo Ex Machina". Sono passati sette anni dagli eventi di Parigi; da allora l'ormai ispettore capo William Pitwood conduce una vita relativamente ordinaria. Ma una nuova minaccia incombe sulla caotica metropoli di Londra, gioiello dell'in...