- Luka, ma che stai dicendo?! - esclamò Natasha con voce alterata.
- Shh, stai zitta o ci scoprirà. - ribatté Luka portando l'indice destro alla bocca.
- Chi ci deve scoprire? -
- La signorina Amelia. -
- Perché hai tanta paura di lei? -
- Se ci trova qui potrebbe sospettare. -
- Sospettare cosa? -
- Ma allora sei sorda? Sospettare che abbia capito che questo non è un vero istituto. -
- Quello che dici non ha senso; e anche se lo avesse, cosa te lo fa pensare? -
- Ti ricordi di quanto sembrasse enorme questo posto? In tutto questo tempo siamo stati letteralmente ovunque, eppure sembra come se non ne avessimo esplorato neanche la metà. E poi, non ti sembra strano che, oltre alle cameriere, la signorina Amelia sia l'unica ad occuparsi di noi qui dentro? -
- Sono sicura che c'è una spiegazione per queste cose, non sarai mica diventato pa...para... - Natasha incespicò tentando di dire quella parola difficile.
- Paranoico. - la aiutò Luka - E se vuoi saperlo, la risposta è no. Trovami una spiegazione a questo: non c'è neanche una finestra in questo posto, tranne che per un ripostiglio dove c'è una specie di lucernaio che dà sull'ingresso. Quando i bambini vengono spediti, come pensi che ci vadano? -
- Che ne so, con un auto-carrozza penso... -
- Esatto. Una volta, prima che alcuni partissero, sono andato in quel ripostiglio per vedere se veramente ci fosse un'auto-carrozza, e sai cosa ho scoperto? -
- Cosa? -
- Non c'era niente. Sono rimasto per quasi mezz'ora in quel ripostiglio, ma non ho visto niente. -
In quel momento Natasha scoppiò a ridere: - Ho capito, stai provando a farmi uno scherzo. Non ci casco Luka, pensavi veramente di spaventarmi con queste assurdità? Sei un cretino. -
- Non sto scherzano Natty! - replicò il bambino irritato.
- Sì, certo, e io sono la Zarina. -
- Non mi credi? Va bene. Allora rispondi a questa domanda: dove ci troviamo? Sulla mappa intendo. -
Natasha rise sommessamente, poi il suo sorriso lasciò il posto ad un'espressione di sgomento.
- Non lo sai eh? - fece Luka dopo un po' - Una volta ho sentito un bambino chiederlo alla signorina Amelia, è stato spedito il giorno dopo. -
- Perché dici spedito? -
- A questo punto non penso che i bambini che se ne vanno vengano mandati a delle nuove famiglie. -
- D- dove pensi vadano? - chiese Natasha tradendo una crescente angoscia.
- Non lo so, e francamente non voglio scoprirlo. Dobbiamo andarcene da qui Natty, non possiamo restare. -
- Ma, come faremo a fuggire? E anche se ci riuscissimo, dove andremo dopo? Non sappiamo neanche dove ci troviamo. -
- Mi inventerò qualcosa. Tu bada a non far parola di questo con nessuno. Dobbiamo fingere che vada tutto bene, o verremo spediti anche noi. -
- E gli altri bambini? -
- Non possiamo portarli con noi, ci scoprirebbero più facilmente. -
- Ma i nostri amici... - gli occhi di Natasha si riempirono di lacrime, si accovacciò sul pavimento ed affondò la testa nelle braccia incrociate. Luka le si sedette accanto e la consolò circondandole le spalle con il braccio: - Non preoccuparti, una volta che avremo trovato aiuto torneremo a prenderli. -
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ERGO EST
Science FictionSequel di "Homo Ex Machina". Sono passati sette anni dagli eventi di Parigi; da allora l'ormai ispettore capo William Pitwood conduce una vita relativamente ordinaria. Ma una nuova minaccia incombe sulla caotica metropoli di Londra, gioiello dell'in...