- E così era tutto il frutto di un progetto segreto finanziato dagli uomini più influenti d'Europa. - riassunse Sir Carl Gray, Presidente del CSI. Si trovava nell'ufficio del Procuratore Finnegan, insieme a Will, Elizabeth e Finnegan stesso.
- Che mi venga un colpo! - esclamò il Procuratore sbattendo il pugno sulla larga scrivania - Questa storia ha dell'incredibile. Certo che se li sceglie proprio bene i casi, ispettore capo Pitwood. -
- Piuttosto - intervenne Sir Gray - ho letto il suo rapporto, agente Windfield, mi pare di averle ordinato massima discrezione per evitare incidenti diplomatici. E invece ho scoperto che non solo la sua copertura è saltata, ma ha anche avuto un tête-à-tête con il Presidente Serjev. -
- Ha ragione, signore. - rispose Elizabeth - Ma se posso dire qualcosa a mia discolpa, la collaborazione con il Presidente Serjev è risultata quanto mai fruttuosa: è grazie ad egli se è stato possibile catturare l'assassina, ed il rapporto tra i nostri due Paesi è diventato più solido. -
- A tal proposito - ribatté lui - Che ne è stato delle informazioni sulla tecnologia militare russa che mi aveva promesso? -
- Non ne abbiamo trovate; Komaski era tenuto all'oscuro di tutto, il suo lavoro consisteva esclusivamente nella verifica di progetti sconnessi, il che rendeva impossibile avere una visione d'insieme. -
- Suvvia Carl, le nostre risorse hanno fatto anche troppo. - intervenne Finnegan - Io li farei congedare. -
L'uomo esitò un istante, poi fece un cenno di assenso. - Sì, sono d'accordo. -
Will ed Elizabeth uscirono dall'ufficio ed entrarono in ascensore. Una volta dentro emisero entrambi un sospiro di sollievo.
- Ce la siamo cavata per un soffio. - disse Will.
- Ma che, avevo tutto sotto controllo. - ribatté Elizabeth con tono altezzoso.
- Oh sì, il tuo capo ci era cascato con tutte le scarpe: "Komaski era tenuto all'oscuro, non sapeva niente". -
- Ma piantala. -
Ci fu un attimo di silenzio.
- Volevo chiederti, cosa vi siete dette tu e Natasha prima che lei morisse? -
- Le ho chiesto perché mi avesse dato la possibilità di vendicarmi di mio padre. -
- E lei cosa ti ha risposto? -
- Mi ha detto che credeva fosse la cosa giusta, che lo meritassi. -
- E tu cosa credi? -
- All'inizio lo credevo anche io, ma poi ho capito che così facendo non avrei fatto altro che aggiungere l'ennesimo anello a quella catena di morti. L'unica cosa che si può meritare è il perdono. È difficile ottenerlo, e ancor più difficile darlo, ma forse è proprio per questo che è così prezioso. -
- Quindi l'hai perdonata. -
- Sì. -
- Cosa ti ha fatto cambiare idea? -
- Tu. -
- Io? -
- Esatto, se non fosse stato per te non so come sarebbe andata a finire su quel tetto. Potresti anche aver fatto breccia nella fredda armatura di Natasha con le tue parole. -
- Stai esagerando, ho solo... - con un movimento fulmineo Elizabeth si avvicinò a Will e gli diede un bacio sulle labbra. In quel momento gli parve che il tempo si fosse arrestato. Le labbra di Elizabeth erano morbide e calde, infondevano tutto il suo corpo di un piacevole tepore. Poteva sentire il profumo dei suoi capelli e della sua pelle, l'aria che fuoriusciva dalle sue narici e scivolava lungo il suo viso. Rimasero fermi in quella posizione per qualche secondo, qualche minuto, qualche ora, qualche giorno, ad assaporare l'uno le labbra dell'altra.
L'ascensore si arrestò al pianterreno. Poco prima che la grata a soffietto si aprisse, Elizabeth si discostò dall'ispettore capo.
- Ci vediamo Will. - glidisse sorridendo, quindi uscì dalla cabina.
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ERGO EST
Science FictionSequel di "Homo Ex Machina". Sono passati sette anni dagli eventi di Parigi; da allora l'ormai ispettore capo William Pitwood conduce una vita relativamente ordinaria. Ma una nuova minaccia incombe sulla caotica metropoli di Londra, gioiello dell'in...