CAPITOLO 13

1 0 0
                                    

- Serjev?! - esclamò Will - Quel Serjev? -

- Proprio lui, il Presidente della Repubblica di Russia. - confermò Elizabeth.

- Questo cambia completamente le carte in tavola. - commentò Brown accarezzandosi il pizzetto - È impossibile che si tratti di una coincidenza, ci sono troppi elementi che convergono. -

- Non sapevo che Serjev fosse un ricco uomo d'affari. - intervenne Will - Elizabeth, tu ne eri a conoscenza? -

Ci fu un attimo di silenzio.

- A dire il vero - asserì la donna - Andrej Serjev è sempre stato un'incognita, sia per noi del CSI che per i suoi sostenitori. Non si sa nulla di lui, né delle sue origini o della sua vita precedente all'entrata in politica. Questo documento è la prima traccia rinvenuta sul suo passato. -

- A questo punto ritengo sia opportuno fare visita al Presidente per chiedergli spiegazioni. - sentenziò il giovane ispettore.

Il cielo velato della capitale era solcato da striature rosso fuoco, simili d una ferita inferta da una tigre alla sua preda. L'aria si raffreddava velocemente con l'imbrunire, lo si poteva constatare dalle nuvolette di vapore che fuoriuscivano con ritmo regolare dalle narici dei cavalli attaccati alle carrozze. Will, Elizabeth e Brown scesero davanti ad un imponente palazzo la cui entrata dava su una piazza. Le eleganti decorazioni della facciata suggerivano l'appartenenza dell'edificio al secolo precedente, uno stemma araldico in pietra fissato all'architrave dell'ingresso faceva pensare che si trattasse dell'abitazione di una nobile casata, confiscata dopo la rivoluzione e convertita a Palazzo del Governo.

- Voi andate - disse Brown appoggiandosi alla parete - io vi aspetto qui. Preferirei che la mia presenza rimanesse ancora nascosta. -

Dopo aver oltrepassato il pesante portone in legno massello Will ed Elizabeth si ritrovarono in un ampio atrio affollato da dipendenti statali; la donna si diresse verso un cartellone affisso alla parete laterale, seguita dall'ispettore capo.

- Vediamo un po'...eccolo qua: "Ufficio del Presidente: secondo piano" - disse decifrando ciò che vi era scritto sopra. Con passo svelto salirono due ripide rampe di scale, per giungere infine ad un lungo corridoio.

- A costo di sembrare scontato - ansimò Will per la fatica - mai come ora ho rimpianto un ascensore. -

Verso la fine il corridoio si allargava in una piccola anticamera. Seduta dietro una scrivania, una segretaria scribacchiava qualcosa su un foglio; non appena sentì il rumore di passi che si avvicinavano sollevò lo sguardo, quindi consultò una piccola agenda per capire se avessero un appuntamento.

La segretaria domandò qualcosa in russo.

Elizabeth rispose prontamente.

La segretaria ribatté con tono piatto, probabilmente si trattava di una qualche frase di protocollo insegnatale per mandare via chi non avesse un appuntamento.

Elizabeth replicò con tono autoritario, facendo quasi sobbalzare la sua interlocutrice, insieme a Will.

La segretaria esitò un momento, poi si alzò e si diresse verso la porta alle sue spalle; bussò, la socchiuse e scambiò qualche parola con chi era al suo interno. Socchiuse la porta ed invitò i due a proseguire.

Will ed Elizabeth entrarono in una spaziosa stanza arredata sobriamente. Al centro di essa, seduto ad una larga scrivania ricoperta di carte, sedeva il Presidente Serjev.

- Buona sera agente Windfield, ispettore capo Pitwood. - salutò mentre tentava di fare ordine - Anastasia mi ha riferito che mi cercavate con urgenza, devo supporre che abbiate fatto qualche passo avanti nelle indagini. -

ERGO ESTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora