CAPITOLO 5

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- Ma che diavolo?! - Will si voltò di scatto nella direzione da cui proveniva il coltello; dietro di lui c'era la domestica sordomuta, il braccio destro ancora teso nell'atto del lanciare. Senza battere ciglio afferrò con entrambe le mani la pelle alla base del suo collo e tirò con forza verso l'alto, era un travestimento! La donna rivelò il suo vero volto, o per meglio dire quello che sarebbe dovuto essere il suo volto: il suo cranio era composto da placche metalliche, che ne simulavano uno umano. Una maschera color giallo scuro, dall'espressione terribilmente serafica, le faceva da viso. In seguito si tolse i guanti e si sbottonò il vestito, facendolo cadere a terra. Will rimase sconcertato da quella vista, nonostante ne avesse passate molte negli anni: il corpo di quella ragazza era fatto interamente di metallo, neanche un lembo di carne affiorava tra quelle piastre. Al centro del torso c'era una grande presa d'aria circolare, posta lì probabilmente per mantenere costante la temperatura di quella macchina senziente. La strana creatura cominciò a muoversi, producendo un fischio sordo.

- Oh no, non ci pensare neanche. - Will si alzò in piedi e distese il pollice e l'indice destri; l'estremità di quest'ultimo si piegò verso il basso, scoprendo la canna di una pistola. L'ispettore la puntò alla testa della cosa che aveva davanti: - Non muoverti, o ti aprirò un'altra presa d'aria all'altezza del cervello, sempre che tu ce l'abbia lì. -

La creatura fissò per un secondo Will, poi la parete alla destra di quest'ultimo, sulla quale si apriva una finestra, quindi si incamminò verso di essa.

- Ehi! Mi hai sentito?! - disse Will ad alta voce, venendo completamente ignorato. - E va bene, lo hai voluto tu. - piegò in avanti il pollice meccanico; dall'indice venne sparato un proiettile ad altissima velocità, che colpì in pieno la fronte dell'essere, rimbalzandovi come se fosse stato di gomma.

- Dovevo immaginarlo. - disse Will digrignando i denti. Nel frattempo il fragore dello sparo aveva attirato nello studio tutti i poliziotti presenti su quel piano, compresa Elizabeth. Alla vista del suo padre adottivo chino sulla scrivania, immerso in una pozza di sangue, la donna urlò: - Thomas! -

- Portatela via di qui, subito! - intimò Will ai sottoposti - Quanto a te - si avvicinò all'automa semovente ricomponendo la sua protesi - sarai anche antiproiettile, ma vediamo come te la cavi nel corpo a corpo. - le assestò un poderoso pugno con l'arto meccanico; grazie ad un movimento fulmineo l'automa gli afferrò il polso prima che la colpisse, e strinse fino a farlo cigolare. Will trasformò nuovamente la sua protesi e sparò un colpo all'altezza della tempia della sua avversaria che allentò istintivamente la presa e si portò le mani alle orecchie; con un altro pugno, stavolta indirizzato alla gabbia toracica, sfondò il bocchettone della presa d'aria, da cui cominciò ad uscire del vapore bollente.

Il calore elevato costrinse Will ad indietreggiare, coprendosi il volto con il braccio sinistro. Anche l'automa indietreggiò, cercando con le mani di riparare al danno; nel frattempo gli uomini di Scotland Yard la circondarono, tenendola sotto tiro.

- Arrenditi. - fece Will tra un colpo di tosse e l'altro - Non hai via di scampo. -

La macchina si guardò intorno, valutando la situazione; scoprì la presa d'aria ed assunse la posizione eretta.

- Così va meglio. - l'ispettore fece per avvicinarsi, quando una nube di vapore fuoriuscì con violenza dal petto dell'automa, inondando tutta la stanza. Era così fitta che Will non riusciva a vedere ad un palmo dal suo naso; improvvisamente sentì un rumore di vetri infranti. Si precipitò alla finestra ridotta in frantumi e vide l'automa correre sul tetto dell'edificio antistante l'abitazione, rimpicciolendosi fino a sparire nel buio della notte.

- Accidenti! - imprecò, poi si rivolse ai poliziotti nella stanza - Sta andando da quella parte; non farà molta strada in quelle condizioni. Avvisate tutti gli uomini e diramatevi, salite anche sui tetti degli edifici se necessario. Muoversi, muoversi! - i poliziotti uscirono rapidamente dallo studio e si riversarono in strada, dileguandosi anche loro nelle tenebre. Da ultimo anche Will abbandonò la stanza, dopo aver dato un ultimo sguardo al cadavere del signor Hall; chiamò con un cenno una cameriera che passava di lì e le ordinò di coprirlo con qualcosa. L'ispettore scese le scale e si diresse nel salotto; avrebbe dato anche lui la caccia a quella cosa, ma era consapevole che non sarebbe riuscito a stargli alle costole a lungo, vista la sua difficoltà nel compiere sforzi prolungati. E poi doveva sapere come stava Elizabeth...

ERGO ESTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora