CAPITOLO 6

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Will ed Elizabeth erano in auto-carrozza, diretti in un posto sconosciuto alla donna. L'ispettore si era infatti limitato a dirle l'indirizzo: 1839 di Herbert Street.

- Posso sapere dove stiamo andando? - gli chiese mentre procedevano lentamente a causa del traffico di prima mattina.

- A trovare l'uomo che ci aiuterà con questo ingranaggio. -

- Non stiamo andando dal signor Holmes, dico bene? -

- Hai detto tu che era indisposto, non penso che perderà tempo con noi; inoltre preferirei brancolare nel buio in eterno piuttosto che recarmi da quel pallone gonfiato. -

- Come mai questa riluttanza? -

- Non sono un ammiratore dei suoi modi. I miei colleghi potranno pure osannarlo, ma per me rimane un pomposo narcisista che si circonda di persone più stupide di lui per autocompiacersi; e io non voglio far parte del suo circo. -

- Hai ragione, i suoi modi sono terribili. - disse Elizabeth ridacchiando - Però devi ammettere che è stato più volte una risorsa essenziale per il nostro Paese. -

- Non lo metto in dubbio, ma sai, a volte vorrei incontrarlo da solo in un vicolo per fracassarlo di botte. - ci fu un attimo di silenzio, poi tutti e due scoppiarono a ridere.

- Penso che ti rintraccerebbe subito. - disse Elizabeth asciugandosi le lacrime.

- È vero, probabilmente mi riconoscerebbe da qualche assurda macchia di fango sulle mie scarpe. Siamo arrivati. - la vettura si arrestò di fronte ad un imponente edificio a più piani; una grande scritta in ottone campeggiava sulla facciata: "Steam Machine Inc. Sede amministrativa".

- È qui che si trova il tuo amico? - domandò Elizabeth scendendo dall'auto-carrozza.

- A meno che non l'abbiano trasferito di nuovo, sì. - Will guardò l'orologio da taschino, erano da poco passate le otto - Dovrebbe essere di turno a quest'ora. - si avvicinarono alla porta d'ingresso, ma era senza maniglie. Improvvisamente si udì un sibilo e le due porte si aprirono scorrendo di lato. Entrarono nell'androne dell'edificio, di fronte a loro si trovava la una scrivania con un'impiegata seduta dietro.

- Buongiorno. - disse la donna notando i due intrusi - Desiderate? -

- Vorremmo parlare con il signor Logan, del Dipartimento Ricerca e Sviluppo. - rispose Will.

- Ha un appuntamento? -

- No, sono un suo vecchio amico. -

- Capisco. Gradirebbe che lo avvisi? -

- Non si scomodi, gli farò una sorpresa. -

- Va bene. Conosce già la posizione del suo...ufficio? -

- A dire il vero no. Mi illumini. -

- Prendete l'ascensore fino al secondo piano. La sua porta è in fondo al corridoio a sinistra. -

- Grazie mille. Buona giornata. - i due seguirono le istruzioni e nel giro di due minuti si trovarono di fronte ad una targa in ottone con su scritto "Dipartimento Ricerca e Sviluppo".

Will bussò. Nessuna risposta. Riprovò colpendo con più forza. Ancora niente.

- Forse non è ancora arrivato. - suppose Elizabeth.

- Non credo proprio. - l'ispettore sospinse la porta che si aprì cigolando leggermente.

- Dopo di te. -

Il Dipartimento Ricerca e Sviluppo non era altro che uno stanzone con al centro tre grosse scrivanie disposte a ferro di cavallo. Le pareti erano tappezzate di scaffali stracolmi di componenti meccanici. Dal soffitto pendevano tre lampadari che illuminavano a giorno la stanza, insieme a dei cavi elettrici collegati a degli attrezzi posti sulle scrivanie. Queste ultime erano dotate di lampade pieghevoli per una maggiore illuminazione ed erano anche loro ricoperte di ingranaggi. Nonostante le dimensioni dell'ufficio, la mole di cianfrusaglie sparse in giro lo rendeva quasi soffocante.

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