CAPITOLO 12

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Will ed Elizabeth tornarono in hotel nel tardo pomeriggio, scortati dal soldato che li aveva rapiti in una carrozza dai finestrini oscurati. Non appena ebbe attraversato l'uscio della camera l'ispettore capo si lasciò cadere sul divanetto, emettendo un gemito di dolore.

- Prendo del ghiaccio. - disse Elizabeth.

- Grazie, e già che ci sei porta qui del liquore. Va bene qualsiasi cosa. -

Qualche minuto dopo Will si stava massaggiando il naso con un impacco di ghiaccio, mentre con l'altra mano teneva un bicchiere riempito per metà di cognac. Nel frattempo Elizabeth stava trafficando con la sua valigia, alla ricerca di un kit di primo soccorso.

- Non ti facevo così organizzata. - disse Will mentre la donna gli si avvicinava con una scatoletta di latta in mano.

- Ci sono molte cose che non sai di me. Ora devo medicarti la ferita. - con estrema delicatezza rimosse l'impacco dal volto dell'ispettore, dopodiché aprì la scatoletta e ne estrasse dell'ovatta ed una boccetta di alcol. Imbevette l'ovatta con quest'ultimo e cominciò a tamponargli il naso. Will emise un mugolio soffocato.

- Scusa, ho quasi finito. - Elizabeth prese un batuffolo di cotone e lo appoggiò sul naso di Will - Tienilo fermo, servirà ad evitare che si infetti. Adesso devo controllare se ci sono ossa rotte. Avvisami se dovessi sentire dolore. - con la punta delle sue piccole dita cominciò a sfiorare il petto dell'ispettore, applicando una leggera pressione in alcuni punti; Will tuttavia non provava alcun tipo di dolore, anzi, trovava quella sensazione così lieve piuttosto piacevole. Dall'intermittenza della pressione capì che le mani di Elizabeth tremavano leggermente, forse temeva di fargli male.

- Dove hai imparato queste cose? - le domandò.

- Quando ti ferisci in missione non puoi andare in ospedale. Queste tecniche di pronto soccorso consentono a noi agenti di limitare i danni in qualsiasi circostanza. Hm, non sembra tu abbia alcun tipo di frattura, questo è un bene. Quantomeno Serjev si è trattenuto. -

- Già... a tal proposito, hai fatto un ottimo lavoro oggi, se non fosse stato per te ora saremmo sul letto di un fiume. -

- Ne sono onorata. - replicò la donna con tono eccessivamente cerimonioso; entrambi risero, dopodiché nella camera discese il silenzio.

- Lo sai che Komaski non è il prossimo bersaglio vero? - disse l'ispettore dopo un po' - Non ha senso proteggere qualcuno che non è in pericolo. -

- Oh, ma io non ho mai parlato di proteggerlo, ho parlato di continuare le indagini. Ora che possiamo interrogare Komaski quando vogliamo ci risulterà più facile trovare il vero obiettivo dell'assassina. -

- Allora andiamo a trovarlo. - Will fece per alzarsi, ma Elizabeth lo spinse all'indietro, facendolo sdraiare nuovamente.

- Tu non vai da nessuna parte. - disse con tono autoritario - Sei troppo malconcio per muoverti. Andrò io a parlare con Komaski e poi ti aggiornerò. -

- Da quanto tempo siamo qui Elizabeth? - replicò lui.

- Cinque giorni. -

- Appunto; il tempo stringe e se vogliamo catturare Natasha prima che uccida ancora abbiamo bisogno di quante più menti possibili concentrate sulle indagini. -

- Me ne rendo conto, per questo prima di partire ho contattato un aiuto. -

- Un aiuto? -

- Sì, nello specifico un uomo specializzato nel dare la caccia alle persone, o ai semi-automi in questo caso, dovrebbe arrivare domattina. Adesso, se vuoi scusarmi, vado a farmi una doccia. -

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