CAPITOLO 16

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Le giornate in quel vecchio casolare passavano tutte più o meno allo stesso modo: dalle otto alle undici di mattina il Presidente riceveva nel suo studio un uomo, probabilmente inviato dal Palazzo del Governo. Era di poco più basso di Will, indossava dei vestiti semplici ed un cappello di feltro, tenuto talmente basso da rendere impossibile guardarlo in viso. Giungeva in carrozza, dichiarava le sue intenzioni a Dimitri e veniva scortato da quest'ultimo alla camera di Serjev; una volta terminato il colloquio usciva dall'abitazione senza proferire parola, saliva sulla carrozza e tornava indietro. La precisione e la rigidità dei movimenti di quell'individuo lo facevano assomigliare più ad una macchina che ad un essere umano, il che, unito al modo in cui portava il cappello, insospettì sia Will che Elizabeth sulle prime. Ciononostante, il fatto che parlasse e che fosse sempre seguito da Dimitri presto dileguarono ogni dubbio.

Il momento del pasto era l'unico in cui tutti i "coinquilini" erano riuniti nella stessa stanza. Dando sfoggio di inaspettate capacità culinarie, Elizabeth si occupava della preparazione dei piatti, aiutata da Komaski che le consigliava i dosaggi di alcuni ingredienti. Sembrava che l'agente si trovasse perfettamente a suo agio nella situazione in cui si trovavano, tanto che non risparmiò di incaricare Will e Dimitri per qualche commissione, e poco ci mancò per Serjev. All'ispettore fu dato il compito di ripulire l'intera casa da polvere e ragnatele, mentre al soldato di comprare occasionalmente cibo e bevande. L'emporio più vicino si trovava all'ingresso della ex zona industriale, a circa cinque chilometri da loro, eppure Dimitri era sempre di ritorno entro dieci minuti, grazie all'esoscheletro che indossava continuamente. Durante la notte Will, Elizabeth e Dimitri si alternavano in turni di guardia da quattro ore, durante i quali si appostavano sul tetto dell'edificio in modo da osservare la strada sottostante.

Nonostante si trovasse all'interno di un complesso industriale semi abbandonato, c'era da dire che i dintorni del casolare erano tutt'altro che disabitati. Alcuni degli edifici erano infatti occupati da piccoli gruppi di nomadi, che trovavano tra quelle fatiscenti mura un posto dove sostare tra una tappa e l'altra del loro viaggio senza fine.

- Credevo di essere stato chiaro quando dissi di portare Serjev e Komaski in un luogo isolato. - fece notare una volta Will ad Elizabeth.

- Parli dei nomadi? Non preoccupartene. Non stanno mai per più di due giorni nello stesso luogo e sanno tenersi lontani dagli affari altrui, non ci daranno alcun fastidio. -

Una settimana dopo

Il morale dei "coinquilini" era decisamente basso. Il ripetersi delle stesse azioni giorno dopo giorno aveva sfiancato tutti. La sensazione opprimente di essere chiusi in gabbia, seppur per un bene superiore, si era ormai insinuata negli animi di tutti. Persino l'impassibile Dimitri cominciava a dare segni di cedimento: capitava che non portasse a casa i viveri che Elizabeth gli aveva chiesto, e quando lei glielo faceva notare borbottava qualcosa in russo ed usciva senza aspettare nuovi ordini. Dal canto suo, Will era abituato a passare molto tempo appostato in attesa che il criminale di turno compisse un errore, ma quell'attesa era nulla in confronto a questa. Adesso era sia preda che predatore, e non sapeva quale dei due ruoli avrebbe interpretato alla fine della storia.

Per quanto riguardava Elizabeth, erano giorni che non faceva altro che controllare, oliare e lucidare i suoi bracciali multiuso; a volte sembrava quasi che parlasse loro, promettendo di soddisfare la loro sete di sangue.

- Sapete, penso che stiamo perdendo tempo qui. - esordì una sera Serjev - È passata una settimana, ho dovuto far scrivere al mio medico un certificato falso che attesta che ho subito una ricaduta per poter continuare a stare qui, eppure di quella creatura non si è vista neanche l'ombra. Comincio ad essere stufo di questo piano da romanzetto per signorine. E come se non bastasse, l'opposizione politica ha colto la palla al balzo come prevedevo ed ora mi sta attaccando da tutti i fronti. -

ERGO ESTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora