CAPITOLO 8

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- Che cosa?! - esclamò Elizabeth - Volete che interrompiamo le indagini? -

- Esattamente. - replicò pacato Sir Gray.

- Proprio adesso che abbiamo ottenuto un vantaggio sull'assassino? Ma perché? -

- È semplice, agente Windfield. Mi è giunta voce che negli ultimi giorni lei ha avuto una corrispondenza con l'ambasciata inglese a Mosca. Ho saputo che ha chiesto di un certo Michail Komaski, un ingegnere dato per morto dieci anni or sono, ma che in realtà è vivo e vegeto e lavora in segreto per il Governo russo. -

- Sì, è esatto. - ribatté Will - Quale sarebbe il problema? -

- Curioso che me lo abbia chiesto ispettore capo, credevo che ormai ci fosse arrivato. Il signor Komaski è un soggetto estremamente delicato; immagini se i nostri amici russi scoprissero che lei e l'agente Windfield vi siete messi in contatto con lui. Ha idea delle conseguenze che un simile incidente diplomatico potrebbe causare? -

- Non ci faremo scoprire. - asserì Elizabeth.

- Non potete evitarlo; Komaski è sorvegliato notte e giorno da poliziotti in borghese. -

- Ma signore... -

- Basta così! - la interruppe l'uomo; la sua voce serafica si era tramutata in un sibilo penetrante, i suoi lineamenti angelici ora erano contratti in un'espressione tanto severa da sembrare demoniaca, le sue iridi tremolavano in maniera innaturale. Nell'ufficio calò un pesantissimo silenzio che durò svariati secondi.

- Le forniremo delle informazioni. - disse improvvisamente Elizabeth.

- Come prego? - domandò Sir Gray, riassumendo i suoi tratti originali.

- Immagino abbia letto il mio rapporto sull'assassina del signor Hall. La tecnologia di quell'affare è anni luce avanti la nostra e siamo abbastanza sicuri ci sia Komaski dietro la sua progettazione. Se riuscissimo a metterci in contatto con lui potremmo carpirgli delle informazioni utili. -

- Non vedo come questo possa farmi cambiare idea. -

- Beh, il signor Komaski lavora per il Governo russo come ingegnere dell'industria bellica, chissà quanto ne sa sulla tecnologia militare del suo Paese. Non vorrà di certo perdersi un'occasione del genere, vero? -

Sir Gray incrociò le braccia sul petto: - Devo ammettere che l'idea mi attira. E va bene, potete continuare ad indagare. -

- Sul serio?! - esclamarono Will ed il Procuratore Finnegan.

- La ringrazio Sir Gray. Andiamo Will, abbiamo un viaggio da programmare. - Elizabeth fece un piccolo inchino ed uscì, tirando l'ispettore per il polso.

- Ah! Però, ha cambiato idea in fretta. - ridacchiò il procuratore versando dello cherry in un bicchiere e porgendolo al presidente del CSI.

- Deformazione professionale. - rispose laconico il suo interlocutore avvicinandolo alle labbra - Nel mio mestiere i cambi di programma sono all'ordine del giorno; l'obiettivo è cogliere sempre l'occasione migliore. -

Finnegan si lasciò cadere sulla sua sedia - Crede seriamente che riusciranno a trovare quell'uomo? -

- Se non lo credessi non sarei venuto qui oggi, non le pare? -

- Certo che il tuo capo è davvero inquietante - fece Will ad Elizabeth mentre scendevano in ascensore - non mi stupirei se avesse un quadro maledetto in soffitta. -

- Buona questa. - replicò lei con una risatina - E non l'hai mai visto quando è arrabbiato sul serio. - la grata si aprì una volta raggiunto il pianterreno. Entrambi ritornarono nell'ufficio di Will.

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