Natasha si svegliò di scatto, non vedeva niente ed aveva freddo. Le sue mani toccavano qualcosa di ruvido e spugnoso, una coperta. Si stropicciò gli occhi ed aguzzò la vista; da una piccola apertura di fronte a lei filtrava della luce, che illuminava debolmente la stanza in cui si trovava. Nella penombra riuscì a distinguere una sedia, un tavolino e il letto in cui si trovava.
Improvvisamente la camera fu inondata di luce dall'alto, accecando la bambina. La fessura di fronte a lei divenne lo spioncino di una porta di ferro; la stanza, dalle dimensioni fino ad allora indefinite, assunse la forma di una cella dalle pareti bianche. In un angolo vi erano un piccolo gabinetto ed un lavello, costruiti su misura per un bambino.
"Dove...sono?" pensò Natasha guardandosi intorno; non c'era nessuno oltre lei. In quel momento si ricordò della fuga, del piccolo villaggio, del poliziotto corpulento... e di Luka. Dov'era Luka?
- L- Luka? - chiamò la ragazzina; scese dal letto, indossava una camicia da notte, si chiese quando se la fosse messa. Si avvicinò allo spioncino e ripeté con voce più alta: - Luka? -
Sentì dei passi riecheggiare sempre più vicini. Istintivamente si allontanò dalla porta, la quale si aprì rivelando un uomo dalla statura imponente; indossava una strana divisa verde e la guardava con severità. Teneva tra le mani un vassoio, sul quale erano poggiati un piatto, un bicchiere d'acqua ed una cartellina di legno; scrutò la ragazzina, quindi fece un passo in avanti. Pose il vassoio sul tavolino, prese la cartellina e proferì con tono freddo: - Mangia. -
Con un gorgoglio sommesso lo stomaco di Natasha le ricordò che non mangiava da molto tempo. La bambina sedette al tavolino, osservando l'uomo con la coda dell'occhio. Il piatto era colmo di una strana pappetta grigiastra; non emanava alcun odore, ma l'aspetto era tutt'altro che invitante. Un secondo gorgoglio incitò Natasha a riempirne un cucchiaio e portarlo alla bocca. La consistenza viscida ed il sapore amarognolo della pietanza penetrarono ogni singola papilla gustativa, causando nella ragazzina un brivido di ribrezzo. Si fece forza e deglutì senza masticare, riempì nuovamente il cucchiaio e lo portò alla bocca. Ogni volta che ripeteva il processo aumentava di poco la velocità, così da sentire quel saporaccio il meno possibile.
Non appena ebbe finito, l'uomo le ordinò: - Indossa le pantofole e seguimi. - Natasha esitò per qualche istante.
- Sei sorda? Muoviti! - la incalzò, rendendo la sua voce simile ad un latrato. Intimorita, Natasha fece come le era stato detto. I due procedettero per un lungo corridoio, anch'esso dalle pareti bianchissime; poste ad intervalli regolari vi erano molte porte di ferro, identiche a quella della cella di Natasha. Ad un certo punto raggiunsero una doppia porta di legno.
- Entra. - le intimò l'uomo.
La ragazzina eseguì l'ordine. Oltre l'uscio vi era uno stanzone, con all'interno diversi strumenti di cui Natasha ignorava l'utilità; su una delle pareti era appeso un grande specchio, che la ricopriva per tutta la lunghezza. Natasha si guardò intorno, sempre più confusa.
- Cavia numero 13, riesci a sentirmi? - improvvisamente una voce fuoriuscì da quello che sembrava uno strano grammofono, il quale spuntava da un angolo del soffitto. La bambina si voltò nella direzione di quel suono.
- Ottimo. Spero tu abbia dormito bene. - la voce del grammofono era decisamente più gentile di quella dell'uomo in divisa.
- D- dove mi trovo? - domandò Natasha.
- Ti prego di parlare solo quando richiesto. Vorrei che salissi su quel trasporta-nastro alla tua destra. - La ragazzina volse lo sguardo in direzione di un bizzarro marchingegno, costituito da una serie di cilindri metallici avvolti da un tappeto simile a quello che aveva visto all'istituto; ad una delle estremità di quella macchina era saldata una sbarra, abbastanza alta da potercisi appoggiare con le mani.
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ERGO EST
Science FictionSequel di "Homo Ex Machina". Sono passati sette anni dagli eventi di Parigi; da allora l'ormai ispettore capo William Pitwood conduce una vita relativamente ordinaria. Ma una nuova minaccia incombe sulla caotica metropoli di Londra, gioiello dell'in...