[notifica]

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George's pov

Una mano mi si poggiò sulla spalla.

Mi girai e vidi un uomo alto e moro, con i lineamenti, era mio padre, esattamente come me lo ricordavo.

Erano mesi che non lo vedevo, e nonostante questo sembravano passato anni.

Mi girai per abbracciarlo ma scomparve.

Il suono di un messaggio mi svegliò.

Ero sul divano di Clay, abbracciato a lui e, poco lontano da noi due, c'era il mio telefono, illuminato da una notifica.

«Buongiorno» iniziai a leggere «mi dispiace dirti che non siamo riusciti a prendere le ferie e prenotare il volo per l'America» il messaggio era di mia madre «speriamo di vederti presto per le vacanze estive!» il mio entusiasmo si attenuò sempre di più «ci manchi tanto Georgie❤️»

Spensi il telefono e mi passai la mano sugli occhi, cercando di capire se quel che avevo appena letto era reale o meno.

Tirai un grosso sospiro e mi riavvicinai di più a Clay, stringendolo più di prima, probabilmente quasi a svegliarlo visto che anche lui mi strinse forte di rimando.

Sorrisi e mi riaddormentai, cercando di non pensare a quello che avevo appena scoperto.

[la mattina dopo]

"Buongiorno" ci salutò Drista entrando in cucina e sedendosi accanto a Clay.

"Buongiorno" la salutammo io e lui di rimando.

Clay si girò verso di me, ricordandosi qualcosa "per caso ti sei svegliato all'improvviso stanotte?" mi chiese con sguardo interrogativo.

"Non vi ho visto salire in camera ieri sera" osservò Drista "avete seriamente dormito sul divano?" continuò ridendo.

Clay annuì non badando tanto a sua sorella e continuando a guardarmi, aspettando che rispondessi a quello che mi aveva chiesto.

"Non vedrò i miei genitori almeno fino all'estate" dissi sprofondando la faccia tra le mani cercando di trattenere la tristezza.

La mano di Clay mi si appoggiò sulla schiena tentando di confortarmi "tranquillo, non manca molto" provò a dire "ho sentito dire che quando trascorri un anno all'estero è meglio se i tuoi genitori non ti vengono a trovare" disse, continuano a muovere la sua mano calda sulla mia schiena.

"Stai tranquillo, in ogni caso puoi sempre andare a trovare loro dopo la maturità e puoi sentirli tutti i giorni" Clay continuava a parlare ma le sue parole non avevano alcun effetto su di me.

Alzai la testa e dissi "non importa, prima o poi li rivedrò" tirando un piccolo sospiro.

Clay si avvicinò ancora di più a me e mi diede un piccolo bacio sulla fronte. Gli sorrisi e lui ricambiò subito dopo.

"Ciao ragazzi" ci salutò Sap entrando in cucina.

Diede un veloce sguardo a me e Clay e aggiunse "che sta succedendo qua?" con tono sospettoso.

"Niente" borbottò Clay, seguito subito da me "i miei genitori non possono venire a trovarmi qui, almeno per quest'anno" dissi tirando un altro sospiro.

"Mi dispiace George" disse Karl affacciandosi in cucina ed avvicinandosi a me e lasciandomi una lieve pacca sulla schiena.

"Dai non pensiamoci" dissi cercando di evitare di peggiorare la giornata a tutti "alla fine passerò più tempo con voi" continuai guardando Clay, che ricambiò il mio sguardo dolcemente.

La mattinata passò veloce e, passato l'orario del pranzo, decisi che era l'ora di tornarmene a casa.

"Noi andiamo ragazzi" annunciò Clay dopo essersi messo la giacca "a dopo" disse salutando tutti, seguito poi da me.

"Sai che non devi venire per forza, vero?" gli feci notare io appena chiusa la porta.

"Volevi stare da solo?" mi chiese lui un po' tristemente.

"No assolutamente" risposi io sicuro "anzi" continuai stringendogli la mano "mi fa piacere che tu sia con me" lui sorrise e mi strinse a sé con un braccio.

Arrivati a casa ci stendemmo subito sul divano "George" mi chiamò Clay dall'altra estremità.

"Sì?" risposi incerto, per poi vedere con quale agilità era riuscito ad alzarsi e buttarsi sopra a me, senza che io mi muovessi di un millimetro perché spaventato dalla velocità delle sue azioni.

"Dai Clay" mi lamentai io "così mi schiacci" continuai iniziando a divincolarmi, inutilmente visto che avevo un ragazzo che pesava più di me e con nessuna intenzione di muoversi.

"Oh Georgiee" disse lui alzandosi sui gomiti, guardandomi negli occhi con fare malizioso "così va meglio?" chiese piano, aspettando un mio cenno, che non tardò ad arrivare.

"Bene" commentò lui, sempre fermo sui gomiti a guardarmi sorridendo.

That's the best i can do now i'm sorry

è parecchio più corto del solito però intanto l'ho scritto :')

mi dispiace non essere attiva in questo periodo ma 1) non ho avuto molte idee 2) sto per iniziare a lavorare 3) la fine della scuola mi ha uccisa :'))

spero vi sia piaciuto, penso il prossimo capitolo sia uno degli ultimi, ma poi ci sarà il continuo quindi yey? almeno per quello ho un po' di idee :))

grazie per seguire comunque la storia nonostante abbia per un periodo smesso di pubblicare, grazie mille <3

spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di pubblicarne un altro presto

love you all💗

Tutta colpa di una festa.. [dream not found]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora