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<<Ufficio dello sceriffo, qual è l'emergenza?>>
Erano le dieci di un normale martedì mattina; normale si, perché ormai era un anno che quella cittadina si poteva definire tale.
Parrish se ne stava seduto alla sua scrivania, gli occhi annoiati e una smorfia sul viso, non succedeva più nulla di esaltante e, con esaltante, si intendeva sovrannaturale, ovviamente. Sempre animali scappati di casa, piccoli furti, schiamazzi notturni...sicuramente questa volta non sarà diverso.
La persona dall'altra parte del telefono rispose e Parrish credette proprio di aver sentito male; doveva avere le allucinazioni.
Scattò in piedi così velocemente che la sedia dietro di lui si capovolse, tutti i colleghi si girarono a guardarlo. Aveva un'espressione viva, sorpresa, gli occhi spalancati fecero incuriosire tutti all'interno della centrale, tanto da smettere qualsiasi lavoro stessero facendo e rivolgere tutta l'attenzione al vice sceriffo.
<<Ci pensiamo noi, non si preoccupi>>, rispose conciliato; attaccó e sbattè le palpebre più volte mentre ricollegava ciò che gli era stato detto al telefono.
<<Sceriffo!>> urló subito dopo, tanto da far sobbalzare un'agente che gli sedeva accanto. Nessuno era più abituato a tutta quella vitalità.
Lo sceriffo Stilinski uscì immediatamente dal suo ufficio, <<Parrish, che succede?>> domandò riferendosi alla chiamata.
L'aria all'interno della centrale era tesa, tutti erano in attesa di chissà cosa.
<<Omicidio.>> Sospirò il vice sceriffo, ma non era affranto, quasi...emozionato? Si poteva provare una cosa del genere davanti a un omicidio? Si sentì subito in colpa.
Stilinski sussultò appena osservando il suo amico. Nessuno parlò, ma i pensieri di entrambi andarono subito a qualcosa di soprannaturale. Non vi erano più omicidi in quella città, poteva forse essere un caso che da un momento all'altro ne usciva fuori uno?
Forse si, potrebbe esserlo ma di certo non a Beacon Hills, lo sceriffo ne era certo.
<<Prendi la macchina Parrish, andiamo a controllare.>> disse, riponendo la pistola nella fondina; aveva gli occhi così luminosi e sentiva l'adrenalina salire ad ogni secondo che passava.
Parrish quasi si mise a correre, obbedendo all'ordine.

<<Ti ho detto che questa storia mi puzza! C'è qualcosa che non va in lei, ha quell'odore che...non mi convince, okay?>>
Liam alzò gli occhi al cielo.
Era quasi una settimana che questa storia andava avanti. Mia era diventata molto amica del gruppo, passavano molte ore a studiare insieme, al bar o a casa del beta a guardare film.
<<Hayden, é apposto. Cos'è che non ti piace di lei? È fantastica!>>, si pentì subito di quelle parole, non voleva dirle ma quando si trattava della nuova arrivata, doveva ammettere, che tutti facevano o dicevano cose un po' troppo ambigue.
Gli occhi di Hayden cambiarono, assumendo una sfumatura gialla; la ragazza ringhiò e fulminó Liam con lo sguardo.
<<Io ti ammazzo.>> sentenziò, facendo sì che il piccolo beta indietreggiasse temendo per la sua incolumità. <<Intendevo come amica!>> si affrettò subito a dire, aveva gli occhi sbarrati e iniziava a sudare freddo. <<Come amica è fantastica, nel senso che è molto simpatica e disponibile.>> terminó, vedendo come la ragazza dinnanzi a lui si fosse calmata leggermente; <<Liam...>> provò sospirando Hayden, ma venne fermata dalle labbra del beta sulle sue; un tocco che ormai conosceva alla perfezione.
<<Stai tranquilla, okay? È un ragazza normale che sta semplicemente cercando di ambientarsi a scuola. Dobbiamo darle una mano..>> sussurrò Liam vicino alle sue labbra, prima di sbuffare ancora una volta e alzare gli occhi al cielo, <<non è normale, Liam! L'hai sentito l'odore che ha.>> Hayden lo sorpassò e aprí con fare nervoso l'armadietto.
Era vero, Liam lo sapeva perfettamente che quell'odore non era umano, ma la ragazza nuova non aveva ancora toccato minimamente la questione e il beta di Scott non voleva forzarla; avrebbe parlato quando si sarebbe fidata abbastanza di loro. D'altro canto, neanche loro avevano minimamente accennato al branco.
<<Finora non ha dato modo di pensare male, parlerà quando si sentirà pronta. Non posso costringerla o scapperà.>> affermò convinto Liam, passandole la mano sul braccio per calmarla. <<Solo...dalle una possibilità, sei l'unica ragazza del branco ti farà bene avere un'amica...>> le sorrise e lei si ritrovò a sospirare esasperata, annuendo poi al ragazzo.
Liam si voltò, sentendo i passi dei suoi amici avvicinarsi.
<<Hey, hey, hey!>>, Alec si avvicinò tamburellando le mani sul petto di Liam.
<<Ciao ragazzi, pronti per il test di storia?>> chiese Mason che aveva il naso immerso tra le pagine del libro, intento a ripassare.
<<Ho studiato tutta la notte>> piagnucolò Liam, lasciandosi cadere contro il proprio armadietto, affranto.
<<Oh vuoi dire che hai studiato fino alle dieci per dopo crollare sul letto come un tricheco spiaggiato! Già, uno studio molto intenso!>> lo riprese Hayden alzando gli occhi al cielo e posando il gomito sulla spalla di Liam, ora oltremodo oltraggiato per la voltata di spalle di quella degenere della sua ragazza.
Tutti risero della faccia del beta, <<piantatela.>> sibilò a denti stretti; Hayden si accorse che stava iniziando a tremare e subito si scostò, guardandolo.
<<Liam?>> lo richiamò Mason, alzando gli occhi dal libro di storia, <<stavamo scherzando, rilassati>>; ora tutti lo guardavano con un cipiglio sul volto grande quanto tutto il Messico.
<<Vado in classe.>> sputò fuori il beta e senza aspettare una risposta si allontanò, ringhiando di tanto in tanto.
<<Continua a peggiorare>>, sospirò triste Hayden; Corey le si avvicinò, posandole un braccio sulle spalle. <<Lo aiuteremo noi! La caccia selvaggia e i cacciatori lo hanno stremato, gli serve solo più tempo di noi per riprendersi. Vedrai...starà meglio!>> la rassicurò il camaleonte, con sempre quel suo sorriso sul volto, <<e poi abbiamo un ponte da organizzare! Sicuramente lo rilasserà molto la montagna.>> terminò facendole un occhiolino.
Hayden sorrise, Corey era davvero un punto fermo del branco, l'unico che pensava sempre positivo.
<<Ciao ragazzi!>>, Mason, Hayden, Alec e Corey si voltarono, vedendo avvicinarsi Nolan e Mia.
<<Hey>> risposero insieme, tutti...tranne Hayden che studiava con cipiglio la ragazza.
<<Allora, pronti per il test?>> ammiccò Mia e subito tutti i ragazzi sembrarono entrare in trance.
<<Ehm...noi, si.>> balbettò Corey.
<<Si, se hai bisogno di una mano chiedi pure a me!>> si fece avanti Alec, sfoderando uno dei suoi sorrisi più belli.
<<Beh, o me. Dato che sono il più bravo della classe!>> lo corresse Mason, guardando male il beta. Nolan rise.
Hayden continuava a non capire, da quando era comparsa questa Mia i suoi amici erano strani; era sempre come se ci fosse una competizione tra loro.
<<Scusate ragazzi, ma credo che il più bravo della classe in storia sia Liam.>> Sogghignò Mia, lanciando un'occhiata di sfida a Hayden.
Quest'ultima fremé un attimo e tirò su la schiena, <<si ma lui è già prenotato.>> ringhiò guardandola con un sopracciglio alzato. Dopo di che, prese lo zaino sbattendo l'armadietto e si incamminò verso l'aula lasciando i quattro ragazzi ancora imbambolati su Mia e quest'ultima tremendamente divertita dalla sfida lanciatole da Hayden.

<<È stato ritrovato a brandelli nel bosco. La chiamata ci è stata fatta da un signore che faceva jogging da queste parti.>> Spiegò uno degli agenti allo sceriffo Stilinski.
<<Animali?>> chiese il padre di Stiles, esaminando attentamente i morsi e le ferite sul corpo.
<<Così pensiamo, stiamo aspettando la scientifica per esaminare bene le ferite; vedendo il corpo, però, credo proprio siano morsi.>> Sospirò l'agente, portandosi due dita sotto il mento, assorto.
<<Lupi?>> provò ancora lo sceriffo, questa volta il tono gli uscì più esaltato del normale, attirando l'attenzione di tutti; Parrish, al suo fianco, fremeva.
Gli agenti lo guardarono un attimo con cipiglio, le sopracciglia alzate ritraevano confusione.
<<Non ci sono lupi a Beacon Hills da decenni, signore.>> L'agente parlò piano, scandendo bene le parole, ma con timore; era pur sempre allo sceriffo che si stava riferendo.
Erano agenti inviati a Beacon Hills da qualche mese, dato che dopo gli ultimi avvenimenti molti colleghi di Stilinski erano partiti, lasciando la Contea.
Lo sceriffo sospirò, pensando a quante cose fossero estranee a queste persone e sentí un risolino lasciare le labbra del vice sceriffo accanto a lui, il quale mascherò la risata con un colpo di tosse.
<<Ultimamente ci sono stati avvistamenti, da queste parti.>> Parlò lo sceriffo, schiarendosi la gola. <<Vi ringrazio, potete andare. Qui ci pensiamo noi.>>
L'agente sgranò gli occhi, <<signore?>> sussurrò, non capendo.
<<Ce ne occupiamo noi, tornate agli uffici.>> Fu Parrish a parlare questa volta, mentre Stilinski si avvicinò maggiormente al corpo, osservandolo attentamente.
Gli agenti, se pur perplessi, obbedirono e si avviarono alle auto per tornare agli uffici.
<<Lupi, sceriffo?>> chiese, fremendo, Parrish.
Stilinski continuò a guardare il corpo, era morso in alcuni punti, in altri mancano proprio dei pezzi...era stato in parte mangiato.
<<Chiama la scientifica, digli di non venire.>> affermò solamente.
<<E col corpo come facciamo?>> chiese Parrish, sapendo però già la risposta.
Lo sceriffo lo guardò, un sorrisetto comparve sul suo volto. Sorrisetto che venne copiato dal vice sceriffo, il quale prese il telefono e compose un numero.
Dopo due squilli il diretto interessato rispose.
Parrish continuò a muoversi, non riuscendo a stare fermo per la troppa emozione.
<<Deaton, abbiamo bisogno di te.>>

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