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<<Hai scopato?>>
<<Lo ha fatto.>> annuì scioccato Corey.
<<Ragazzi...>> piagnucoló Liam, rosso in volto.
Si lasciò andare sul bracciolo del divano, ma una smorfia di dolore subito si palesò sul suo volto.
<<Eccome se lo ha fatto!>> ghignò Nolan sfregiandosi le mani e ricevendo un'occhiata di rimprovero da Alec, incapace anche lui di restare serio.
<<O mio Dio...>> continuava a ripetere Mason, camminando avanti e indietro con l'espressione di uno che stava vivendo una crisi in piena regola.
<<Ragazzi...>>
<<Cos'è che hai fatto, Liam?>> lo incalzò Theo, con la sua ormai nota faccia da stronzo e il sorrisetto impertinente che Liam tanto adorava.
Nonostante ciò, lo fulminó con lo sguardo intimandogli di tacere.
Il problema fu quel suo grosso segno violaceo sul collo a ricordargli di quanto il suo lupo fosse sottomesso a quello di Theo e che quelle intimidazioni facevano solo divertire di più l'altro.
Decise, quindi, di lasciare stare.
Sarebbe stata una guerra persa già in partenza.
<<Non sono cose che vi riguardano.>> la taglió corta il beta, alzandosi e andandosi a prendere un succo.
<<E dai Liam, non ti offendere.>> rise Nolan, incapace di valutare la situazione con più maturità.
<<Siete delle suocere.>>
<<O mio Dio...>>
<<Mason...>>
<<O mio Dio..>>
<<Amore, dai.>> provò Corey accarezzandogli la schiena.
<<O mio Dio...>>
<<Qualcuno può controllare che funzioni ancora?>> chiese Alec, con un sopracciglio alzato.
Theo, sentendosi preso in causa, fece spallucce e si apprestò ad avvicinarsi a Mason con la mano stretta in un pugno.
Fu nel momento in cui alzò la mano che Liam capì e si lanciò letteralmente sulla chimera, bloccandola.
<<Ma sei idiota?>> sbraitò Theo, mentre tutti presero a guardarli scioccati, persino Mason smise di blaterare.
<<Non prenderai a pugni il mio amico.>>
<<Ma è rotto, non lo vedi?>> insistette Theo.
<<Non è un telecomando che sbatti per farlo continuare a funzionare.>> continuò con tono perentorio il piccolo beta.
<<Fine della questione.>>
Theo sbuffò, roteando gli occhi.
<<Non apprezzate mai nulla.>> commentò indignato alzandosi e infilandosi le scarpe.
<<E ora dove vai?>> sospirò esasperato Liam.
<<Nel bosco, tu e i tuoi...>> fece un gesto vago verso il gruppo di Liam, <<qualsiasi cosa siano, dovete parlare.>> concluse aprendo la porta.
<<Ei! Dopo torni qui, vero?>>
La chimera non rispose e uscì, ma Liam sorrise sollevato.
<<Perché sorridi? Non ti ha risposto.>> fece notare Corey, ma Liam sorrise di più.
<<L'ha fatto, invece.>>
Non gli sembrava proprio il momento di parlargli del fatto di riuscire a sentire i pensieri l'uno dell'altro. Una cosa alla volta, si ripeté.
<<Voleva davvero darmi un pugno quel decerebrato?>> esplose Mason alzando le braccia.
<<Mas.>> lo riprese Corey.
<<Mas?! Davvero?!>> continuò il moro.
<<Non ti avrebbe dato un pugno.>> disse Liam, cercando di liquidare la questione con un gesto della mano.
<<E tu ne sei tanto sicuro perché...?>> lo incalzò Nolan.
Alec rise, accavallando la caviglia sul ginocchio opposto.
<<Lo conosco.>> rispose Liam non facendosi intimidire dalla faccia strafottente dell'ex cacciatore.
<<E anche molto bene, a quanto sembra.>> continuò Mason, non riuscendo a nascondere una risata.
Liam alzò gli occhi al cielo frustrato.
<<Siete delle emerite teste di cazzo.>>
Tutti scoppiarono a ridere, persino Liam.
<<E dai, siamo il tuo branco!>> squittì Alec curioso di sapere tutto.
<<Ti va di raccontarci?>> chiese Mason appoggiando un braccio sulle spalle del suo migliore amico.
Liam divenne rosso, ma era vero.
Erano il suo branco, la sua famiglia.
<<Si.>> rispose.
<<Ma prima ordiniamo una pizza.>>
<<Ha detto qualcosa di sensato ragazzi!>>






Nulla riusciva ad acquietarlo come sapeva fare il bosco.
Stare con Liam si avvicinava molto al senso di pace, ma non arrivava ancora a questi livelli così alti.
Non appena varcò il limitare del bosco, Theo, si acquattò e si sfilò la maglietta.
Non poteva andare avanti a romperle tutte, sarebbe rimasto senza e quel coglione di Mason lo avrebbe tartassato per portarlo a fare shopping.
Inorridì al solo pensiero.
Ispirò a fondo e con un gesto sciolto si lanciò in avanti prendendo le sembianze del suo lupo.
Quest'ultimo era perennemente concentrato su Liam, ma non appena sentì e respiró il bosco, tutto cambiò.
Sprofondò le unghie nella terra umida e iniziò a correre senza una meta precisa.
Tutto sfrecciava forte accanto a lui; ogni singolo rumore, odore, essere vivente gli arrivava ben chiaro alle orecchie.
Si sentiva vivo.
Ci mise ben poco ad arrivare su una piccola montagna a strapiombo e si sedette quasi sul bordo.
Tutta la città era ai suoi piedi.
Grazie alla sua vista così sviluppata, concentrandosi, riuscì ad individuare il piccolo quartiere dove abitava Liam e, con ancora un pizzico di concentrazione, scorse il motorino del fattorino avvicinarsi alla sua casa.
Il tizio parcheggiò, prese il cartone della pizza e si avvicinò alla porta.
Ancor prima di suonare, Alec aprì e Theo vide immediatamente Liam uscire per pagare il tizio.
Sorrise.
Sembrava così impacciato anche da lontano.
Continuó a fissarlo concentrato, quasi in modo maniacale, notando che anche se il fattorino era andato via e Alec aveva portato la pizza dentro casa, il beta era rimasto sull'uscio della porta a guardarsi intorno.
"Dove sei?"
Lo aveva percepito.
Liam lo aveva percepito.
Il loro legame si stava fortificando a vista d'occhio e questa cosa lo rendeva così emozionato.
Theo non rispose, continuò semplicemente a guardarlo.
Il beta iniziò a cercarlo più insistentemente finché non guardò nella sua direzione.
"Tana."
Theo roteò gli occhi.
"Ma non ce l'hai una vita?"
Vide Liam ridere e sorrise immediatamente anche lui.
"Si, in questo momento sta sullo strapiombo di una montagna. Credo voglia suicidarsi."
Gli aveva appena detto che era la sua vita?
Non poteva essere vero, no.
Decise comunque di restare sulle sue, infondo aveva una reputazione da difendere.
"Liam?"
"Si?"
"La pizza si fredda."
Nonostante il sorrisino sul viso del più piccolo, non potè non sentire che lo aveva ferito.
Subito una fitta al petto gli fece strizzare gli occhi e si maledisse immediatamente per il carattere che si ritrovava.
Ma cosa ci poteva fare?
Nessuno lo aveva mai amato e non aveva mai amato nessuno di rimando.
La verità era che si trovava in difficoltà con Liam.
Non sapeva come porsi davanti al cuore puro del beta.
Cuore che subito gli era stato aperto e donato senza rivangare il passato deplorevole della chimera.
E lui che faceva?
Rovinava tutto.
Liam rientrò in casa non provando nemmeno a nascondere il dolore che provava.
Dolore che arrivò immediatamente al cuore di Theo.
Sbuffò e sbattè una zampa a terra.
Si sarebbe sicuramente dovuto far perdonare, ma la realtà dei fatti era che non aveva idea di come fare.
Decise di accantonare momentaneamente questo pensiero e di riprendere la sua passeggiata nel bosco.
Dopo qualche minuto si ritrovò davanti alla sorgente maledetta (così la chiamava Mason) dove lui e Liam erano stati catturati e rinchiusi dalle sirene.
Un brivido gli percorse la spina dorsale nel ricordare gli orrori che lui, ma soprattutto, Liam avevano dovuto sopportare e la rabbia gli montó velocemente addosso.
Iniziò a tremare e il pelo gli si rizzò quando gli parve di risentire quel canto nauseabondo.
Qualcosa, però, non gli ritornava perché non sembrava essere solo un ricordo.
Sembrava reale.
Non potevano esserci ancora le sirene, lui stesso aveva ucciso la madre superiora, facendo crollare tutto il loro inquietante castello.
Però quella voce...
Era come se in passato l'avesse amata.
Come un posto sicuro nel quale torni.
Ma era solo la sensazione, perché Theo sapeva che non era un posto sicuro, ma una prigione.
Fu in quel momento che piano piano si girò, appiattendo più che poteva le orecchie.
Ed eccola che la vide.
<<Ciao, Theo.>>
Un ringhio gli uscì immediatamente dalla bocca.
Mia.





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