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<<Parliamo.>>
Quelle parole risuonarono nella testa del beta per tutto il tragitto.
Dopo che Theo aveva acconsentito a parlare con lui, Liam, aveva iniziato a camminare, consapevole del fatto che il più grande lo avrebbe seguito senza il minimo indugio.
Non aveva ben chiaro dove effettivamente stesse andando, ma le gambe sembravano procedere da sole.
Si ritrovò improvvisamente ai margini del bosco e ne fu quasi grato ai suoi stessi piedi.
Amava quel posto, quasi quanto amava quella chimera psicopatica che respirava calmo dietro di lui.
Come faceva a stare così tranquillo?
Lui era sicuro di star emanando tanta di quella tensione e tanto di quel nervosismo, da rimbambire il più grande; ma Theo no.
Theo riusciva sempre a sembrava impassibile.
Oppure no? Oppure davvero non gli importava di essere lì...aveva acconsentito solo per dirgli di lasciarlo stare, di non stargli più addosso e uscire dalla sua vita.
Ma allora perché era lì?
Se davvero voleva levarselo di torno, perché seguirlo per quasi mezz'ora, senza una meta e in un silenzio assordante?
Ma soprattutto, perché baciarlo?
Perché voler dormire la notte abbracciato a lui?
Perché voler arrivare addirittura a fare altro, con lui?
Tutti questi pensieri gli riempivano la testa.
Eppure, sempre la solita vocina che tanto gli voleva del male, continuava a ripetergli che per Theo lui non era altro che uno svago.
Magari gli faceva solamente pena, non provava le stesse cose che Liam provava per lui.
Ma allora perch-...
<<La smetti con tutti questi pensieri?>> sbottò di colpo Theo, alle sue spalle.
Il più piccolo, talmente preso dal rimuginare, si spaventò e sobbalzò portandosi una mano al petto.
<<Ma sei impazzito?!>> squittì, appoggiandosi poi al tronco di un albero.
<<Io?>> spalancò gli occhi Theo, <<ti rendi conto di quanto cazzo pensi?>>
Liam gonfiò le guance, con tutto lo sdegno di cui era capace.
<<Non si può nemmeno pensare in pace adesso?>> disse digrignando i denti.
Il fatto era che tutta la situazione gli metteva nervosismo, non Theo.
Certo, la chimera lo portava all'esasperazione praticamente tutti i giorni, ma esattamente come lo accendeva, facendolo arrabbiare, al tempo stesso lo sedava.
Il più piccolo non aveva più perso le staffe da quando Theo era tornato a far parte della sua vita.
E anche nel periodo in cui era di nuovo scomparso, a Liam bastava pensare alle forti braccia del più grande che di notte lo stringevano a se, per placare gli attacchi.
<<Il problema non è che pensi, ma ciò che pensi...>> riprese Theo, interrompendo nuovamente i pensieri del biondino.
Fu in quel momento che Liam si fermò, o meglio, fermò il suo cervello.
Come diavolo faceva Theo a sapere ciò che pensava?
<<T-tu...>> balbettò, avvicinandosi piano al più grande.
Theo deglutí piano.
Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.
E menomale che doveva andarci con cautela.
Cazzo.
E ora? Che avrebbe fatto?
Non poteva dire semplicemente "ehi Liam, siamo compagni e se non mi ricambierai per tutta la vita, mi lascerò morire lentamente nell'agonia...figo eh?"
Non avrebbe funzionato, no...
Serviva un po' di tatto, cosa che ovviamente lui non aveva.
Come poteva? Era stato cresciuto dai dottori del terrore e all'età di nove anni aveva già strappato il cuore dal petto della sorella.
"Tatto" non era un aggettivo che gli si appellava molto bene.
<<Theo.>>
Il moro alzò lo sguardo su Liam.
Era paonazzo e si stava strappando le pellicine delle mani.
A Theo venne da sorridere, lo trovava così dolce e piccolo.
<<Si?>> chiese piano; così piano che non credette di essere stato sentito; ma quando vide la faccia contrariata del più piccolo, dovette ricredersi.
<<Hai un udito soprannaturale, cretino. Rispondi.>> sbottò Liam, incrociando le braccia al petto.
Theo alzó gli occhi al cielo e iniziò a pensare come strutturare il discorso.
E si stava impegnando tanto, quando notò l'espressione sconvolta di Liam.
<<Li?>> tentò con un sopracciglio alzato, <<stai bene?>>
Il biondino non cambiò espressione, torturandosi sempre di più le mani.
<<I-io...i-io ti sento..?>> gli uscì più come una domanda che come un'affermazione.
<<Come diavolo faccio a sentire quello che pensi?!>> sbraitò con un filo di voce.
Fu allora che Theo gli si avvicinò, fermandosi a pochi passi dal corpo dell'altro.
<<Cosa senti?>> tentò non capendo bene come stesse prendendo la cosa il più piccolo.
Liam prese a mordersi il labbro, ma non appena riuscì a sentire alcuni pensieri poco casti e soprattutto poco consoni alla situazione della chimera, smise immediatamente rivolgendogli un sorrisino imbarazzato.
Theo si schiarì la voce, cercando di riprendere il controllo sul suo istinto.
<<Cosa senti?>> richiese, cercando di concentrarsi su altro e non sul labbro del biondino.
Liam deglutí e chiuse gli occhi per qualche secondo.
<<Te.>> rispose semplicemente riaprendo gli occhi e piantandoli in quelli glaciali davanti a lui.
<<Perché ho la sensazione che sai il motivo di tutto questo?>> chiese poi di getto.
Theo si ritrovò semplicemente a sospirare.
<<Ok...Liam, dobbiamo parlare seriamente.>>
E rimase interdetto quando gli arrivò un pugno dritto in faccia.
<<Tu mi prendi per il culo.>> sbraitò il biondo.
<<Ma che cazz...>>urlò Theo mentre si massaggiava la mascella.
<<È un'ora che mi hai detto di parlare, un'ora...ti decidi ad aprire quella cazzo di bocca oppure no?>>
La chimera alzò le mani, in segno di resa e non poté trattenere una risata.
Il più piccolo lo stupiva in continuazione.
<<Si, é vero.>>






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