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Le ore quella notte passarono lente.
Liam, per quanto ci provasse, non riusciva a spegnere il cervello e addormentarsi.
Piangeva e si dimenava sotto il lenzuolo; e quando terminava le lacrime si assopiva appena, svegliandosi immediatamente quando quegli occhi tornavano a fargli visita.
Non c'era nulla da fare, Theo era lì dentro di lui, sotto la sua pelle, impresso nella sua testa.
Ciò che più gli ritornava alla mente era l'esatto istante quando, prima di essere trascinato sott'acqua da Mia, la chimera gli lanciò una fugace occhiata, come per fargli capire che andava bene così, che non c'era nulla che potesse fare per aiutarlo e che non ce l'aveva con lui.
Ma il problema era un altro.
Era proprio Liam ad avercela con se stesso.
Quello sguardo lo tormentava e non riusciva a smettere di pensare a come sarebbe andata se si fosse ribellato prima dalla presa di Scott e fosse corso a strappare Theo da Mia, portandolo via con se.
Sarebbero tornati a casa, avrebbero fatto una doccia e si sarebbero messi sul divano, a litigare per qualsiasi film che il beta avesse scelto, perché sia mai che Theo gli dava qualche soddisfazione; ma a lui piaceva così.
Litigare con la chimera era, in un modo strano e insolito, divertente e liberatorio.
Con lui Liam poteva essere semplicemente se stesso, una cosa banale in se, eppure per lui così complicata.
L'aveva sempre protetto, anche lì davanti a quella sorgente, nel suo sguardo non c'era paura, ne desiderio di essere salvato; c'era solo tanta voglia di calmarlo e di rassicurarlo.
Anche davanti alla morte Theo lo metteva al primo posto...cos'è questo se non amore?
E le lacrime ripresero a scorrere veloci sulle sue guance, non appena la consapevolezza di ciò che non era mai riuscito a vedere si faceva strada in lui.
Theo era innamorato di lui, esattamente come lui era innamorato della chimera.
Che stupido che era stato. Tutto questo tempo a cercare di soffocare i suoi stessi sentimenti per la costante paura di un rifiuto, senza pensare che la vita è breve e che certi momenti non tornano più indietro.
E lui l'aveva perso, aveva perso il momento e aveva perso il suo Theo.



La mattina arrivò finalmente e Liam si trovava supino sul letto girato dalla parte dove dormiva Theo; la mano sul cuscino dell'altro, immaginando che quell'oggetto fosse il petto forte e muscoloso della chimera.
Aveva gli occhi gonfi e lucidi dal pianto e il viso stanco, stremato.
Si girò a pancia in su con la stessa immagine della sera prima negli occhi, quando sentì dei brusii bassi provenire dal piano di sotto.
Si concentrò su di essi.
Erano i suoi genitori che parlavano animatamente mentre preparavano la tavola per la colazione.
Si chiese distrattamente quando fossero tornati, ricordando poi che la sera prima gli era parso di intravederli e sentirli chiedere preoccuparti a Mason cosa fosse successo.
Sbuffò una risata amara.
Se solo avessero saputo tutta la storia.
A volte, da quando era stato trasformato da Scott, gli era balenato per la testa di parlarne a sua madre, ma aveva sempre troppo temuto una sua reazione negativa per fare o dire qualsiasi cosa.
Chissà se gli avesse detto di essere bisessuale come avrebbe reagito.
La cosa, però, non gli importava; Theo non c'era più e gli sembrava impossibile potersi innamorare nuovamente di un'altra persona.
Qualcuno bussò piano alla porta, quasi con timore e Liam sgranò gli occhi.
Non era assolutamente pronto ad affrontare i suoi, non sarebbe riuscito a mentire o a mascherare la situazione.
Avrebbe pianto ancora e, magari, distrutto qualcosa. Aveva paura di ferirli perdendo il controllo.
Non ricevendo alcuna risposta, la persona aldilà della porta la aprí piano e Liam emise un sospiro rassicurato, quando la testa di Mason fece capolino nella stanza.
<<Ehi...>> sospirò il moro entrando totalmente nella stanza buia e chiudendosi subito la porta alle spalle.
Nella camera vi era un odore angusto, di chiuso e, anche se Mason non era un essere soprannaturale, poteva sentire benissimo la tristezza che aleggiava nell'aria.
Liam fece un cenno con la testa rimettendosi poi sdraiato, abbracciando il cuscino.
Il moro si diresse verso la finestra e alzò di poco la tapparella, giusto per riuscire a vedere l'amico in penombra senza dover usare la luce artificiale.
Appena l'illuminazione fioca raggiunse il volto dell'amico, Mason sbiancò.
Liam era letteralmente a pezzi, non l'aveva mai visto così.
Gli occhi chiedevano pietà, gonfi e rossi per il pianto.
Il viso, premuto sopra il cuscino, sembrava completamente spaccato.
<<Amico...>> disse ancora con il tono amareggiato e Liam riprese a singhiozzare sommessamente.
Mason si sedette sul letto accanto a lui e prese a massaggiargli piano la schiena, in segno di conforto.
<<C-che...che hai detto ai m-miei?>> singhiozzò ancora il beta e al moro gli si strinse il cuore nel petto.
<<Beh, mi sono dovuto inventare che stai così male perché hai rotto con Hayden. Sai...sono molto preoccupati, si sono spaventati nel vederti in quel modo ieri sera.>>
Liam sembrò pensarci su un po', poi annuì.
<<A proposito...g-grazie per ieri sera...>> continuò poi, tirando su con il naso e sfregando il viso sul cuscino che stringeva al petto.
Mason gli strinse leggermente una spalla e lo guardò attentamente mentre abbracciava il cuscino in quel modo; non poté non pensare che il migliore amico dormisse in questo letto con Theo e che quello era proprio il cuscino che usava la chimera. Doveva essere davvero dura per lui.
<<Ne vuoi parlare?>> domandò piano il moro, la voce morbida e comprensiva.
Liam deglutí e spalancò gli occhi quando le immagini della sera prima gli si ripresentarono in testa.
Scosse violentemente la testa, quasi come volesse staccarsela dal collo.
<<Tranquillo. Va bene, prenditi tutto il tempo che ti serve.>>
Il beta parve calmarsi impercettibilmente continuando a stringere il cuscino a se.
<<Ascolta. So che è difficile e non posso neanche lontanamente immaginare cosa stai provando, ma devi reagire. Piangi, spacca tutto, urla...ma reagisci...non riesco a vederti così.>> lo pregò Mason, guardandolo sofferente.
Liam si girò a pancia in su, non lasciando il cuscino e sospirando pesantemente, gli occhi umidi.
<<Non posso, Mas. Lui...l-lui non c'è più. L'ho perso, Mason...l'ho perso per sempre.>> fece una risata amara con le lacrime che riprendevano a scendere, <<sai...mi sono accorto di non poter vivere senza di lui solo nel momento in cui l'ho visto sparire. Cosa stavo aspettando per dirgli tutto? Mi odio così tanto...>> singhiozzò il beta, nascondendo il
viso sul guanciale.
Mason lo tirò su, abbracciandolo forte.
<<Shh...>>, ma ormai Liam sembrava fuori controllo, il corpo mosso dagli spasmi del pianto.
<<Dovresti venire al loft di Derek, mettiamo in atto un piano. Magari...magari Theo...sta bene, possiamo ancora salvarlo.>> provò ancora Mason e Liam, a quel nome, pianse ancora di più.
<<Lui è...è morto...a meno che non abbia le branchie per respirare sott'acqua.>> disse il beta asciugandosi le lacrime.
<<Magari Mia non voleva ucciderlo, magari lo sta difendendo...>> incalzò ancora il migliore amico, aiutandolo ad alzarsi.
<<Mi sento stranamente positivo per questa cosa, andiamo e sentiamo Deaton e gli altri che hanno da dire...ok?>>
Liam annuì poco convinto.
Non aveva voglia di uscire e rivedere il branco, o meglio, non aveva voglia di vederli tutti tranne Theo.
La voragine nel petto sembrava allargarsi ogni secondo che passava, divorandolo completamente.




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