Mi prendo cura di te.

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Non appena fui dimessa dall'ospedale, il medico mi ordinò di restare a casa al riposo e mia madre saltò i giorni di lavoro per stare insieme a me mentre Karma passò ogni tanto dopo scuola.

Una mattina mi svegliai con un forte mal di testa e la stanchezza in corpo, ma decisi comunque di andare a scuola per rivedere i miei compagni. "Tesoro oggi non ci sono, andiamo a Tokyo per una conferenza di lavoro." Disse mia madre affacciandosi alla porta. Io annuì turbata. "Sei strana stamattina, sei sicura di voler tornare a scuola..?" Mi chiese preoccupata. "S-si.. sicura!" Dissi sorridendo, fingendo in realtà di stare bene quando è tutto il contrario, stanotte non ho nemmeno chiuso occhio e forse è per quello.. ma forse è anche per la paura che ho avuto cadendo da quella scarpata altissima, cerco di non pensarci ma è tutto inutile, il trauma persiste ancora ma per non far preoccupare gli altri, dico sempre che sto bene "Allora.. vado, ti ho lasciato il bento nel frigo." Disse uscendo dalla stanza. Io la salutai dandole un bacio sulla guancia. Riuscì a malapena a stare in piedi, mi sentì la fronte andare a fuoco e iniziai a sudare freddo. <Sono qui fuori> Messaggio di Karma che mi fece stare un pò meglio. Presi la valigetta e uscì di casa. "Buongiorno principessa." Mi disse sorridendo. "B-buongiorno." Risposi. Lui si avvicinò e mise una mano sulla guancia, notando il mio viso pallido e cupo. "Forse è meglio se rimani a casa anche oggi.." Mi disse con sguardo preoccupato. "Non ti preoccupare, sto--" Gli caddi tra le braccia senza finire la frase. 

Dopo 10 minuti mi risvegliai nel mio letto e Karma accanto a me. "Hai la febbre altissima.." Mi disse mettendo un panno bagnato sulla mia fronte. "Cerchi di nascondere che stai male ma non mi inganni.. so riconoscere dal tuo viso." Continuò premendo il panno. "Io non volevo farvi preoccupare, tu e la mamma avete anche altri pensieri.." Dissi tirandomi su piano piano. "L'unico mio pensiero sei tu." Rispose prendendomi la mano. Ci guardammo negli occhi, lui mi diede un bacio sulla fronte e mi accarezzò il viso. "Non devi andare a scuola..?" Chiesi. "Oggi rimango con te, non voglio che rimani da sola in queste condizioni." Rispose lui sedendosi accanto a me. "Rimettiti giù ora." Disse rimboccandomi le coperte. "Mi prenderò cura di te." Disse sussurrando. La sua gentilezza, la sua protezione.. mi fanno sentire unica.. riusciamo entrambi a capire da uno sguardo se abbiamo qualcosa che non va. La sua mano, su cui poggiai la testa per addormentarmi, mi fece rilassare ancora di più.

Karma's pov

Rimasi accanto a lei vedendola dormire e le sentì il respiro affannato, la situazione sta peggiorando, la febbre continuò a salire e vederla stare male così, mi fece rivivere quell'incubo di quando è caduta giù, di quando l'ho vista in fin di vita a terra e il suo battito si indeboliva.. mi sembra di rivivere quella sensazione di panico e di rabbia.

Scesi di sotto per cercare delle medicine per far scendere la febbre ma non trovai nulla, aprì varie credenze e cassetti e dentro uno di questi trovai una boccetta mezza vuota, riconobbi l'etichetta e capì che era la stessa medicina che mi dava mia madre quando stavo male e anche un minimo mi faceva abbassare la febbre ma purtroppo temo che questa non basterà ma a costo di vederla in queste condizioni, vorrei provare.

"Kar-Karma.." Sentì lei dire il mio nome in modo affaticato e respirando di nuovo a fatica. "Sono qui piccola." Dissi avvicinandomi. Le aprì la bocca delicatamente e le diedi l'ultima goccia di medicina rimasta, poi bagnai di nuovo il panno e glielo poggiai sulla sua fronte. "Vado a comprare l'altra medicina, torno tra 5 minuti." Le mormorai. Uscì da casa sua e mi diressi in farmacia, meno male che dista solo 5 minuti a piedi da casa sua. Camminai lungo il vialetto stretto con lo sguardo basso per la preoccupazione, occhi spenti e sconsolati, pugni chiusi e rabbia in corpo, non sopportai di vederla così. 

"Hey" Alzai lo sguardo e trovai Asano con il suo gruppetto. Io li ignorai totalmente e filai dritto. "Che fai ignori il tuo migliore amico..?" Mi chiese avvicinandosi. Io continuai a non filarmelo andando dritto. Lui mi bloccò il braccio e rimasi immobile. "Asami è venuta da me piangendo l'altro giorno perchè tu l'hai gettata via dopo che è venuta da te a chiederti scusa più volte.." Mi disse continuando a bloccarmi senza farmi andare via. Strinsi il pugno ancora di più fino a graffiarmi con le dita. "Mi ha detto che ha buttato giù la tua ragazza per legittima difesa perchè Misaki l'ha aggredita." Appena sentì quelle parole, sentì il sangue ribollire dentro di me, ma cercai di non farmi fregare da quello che dice, Asami ha manipolato anche lui. "Mio padre doveva espellere Misaki non Asami." Continuò poi con quel suo sguardo provocatorio. Io non risposi ma la tentazione di dargli un pugno è più forte di qualsiasi altra cosa. "Ah e poi.. Misaki fa tanto l'innocente ma è solo una psicopatica, una volta mi ha dato anche uno schiaf--" Gli diedi un pugno così forte che rimbalzò a terra. Il suo gruppetto si mosse e iniziarono a prendermi a pugni, uno mi arrivò in faccia e l'altro sull'addome. Cercai di difendermi con le mie forze scatenandomi come facevo a boxe, riuscì a dare un pugno ad entrambi. Asano riuscì ad alzarsi da terra e si pulì il sangue dal mento. "Ora è la mia vendetta." Mi tirò un pugno e glielo bloccai con la mano, rimanemmo a sfidarci guardandoci negli occhi, il mio sangue iniziò a ribollire sempre di più. "Sei debole." Mi disse con sorriso malizioso. Mi colpì e mi scaraventò a terra. Poi corsero via tutti quanti quando videro delle persone andare da quella parte.

Rimasi a terra inerme, sputai sangue, le nocche delle mani frantumate.. mi alzai con fatica e riuscì a malapena a reggermi in piedi. Mi diressi verso casa di Misaki in quelle condizioni e anche se potevo evitare di farla stare male il doppio, volli stare con lei, vedere il suo visino anche se malato ma che nel frattempo mi fa stare bene, lei è l'unica che può colmare le mie ferite sia interiori che esteriori, è riuscita a scavalcare il muro che mi ero creato attorno: il non fidarmi delle persone.

Suonai al campanello di casa sua ripetutamente. Lei, sembrò stare meglio ma rimase scioccata nel vedermi ridotto così. "Ma che ti è successo..?" Io buttai la testa sulla sua spalla. "Mi dispiace, volevo solo difenderti.." Rimasi con la testa poggiata sulla sua spalla mentre lei mi accarezzò la nuca...
























𝓨𝓸𝓾 𝓼𝓪𝓿𝓮𝓭 𝓶𝓮❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora