Capitolo 9

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Mi guarda come se gli avessi appena chiesto di regalarmi la luna e dopo qualche secondo di silenzio si decide a proferire parola

"pensi che il perdono sia così facile da ottenere?" si avvicina a me con grandi passi mentre il suo tono di voce è infastidito

"no, non pretendo che tu dimentichi il fatto che ti abbia ingannato, ma io feci tutto per mia sorella, non mi sto giustificando ma sappi che mi dispiace ci tenevo a te e ci tengo tutt'ora" lo vedo sospirare e muovere la testa leggermente da destra verso sinistra in senso di negazione

"a te non frega niente di me mi hai solo usato per aumentare il tuo potere e la tua forza" inizia ad alzare il tono della voce

"l'ho fatto per l'unica persona che amavo davvero nonché unico componente della famiglia che non mi odiava, ti ho voluto bene e in qualche modo malato anche amato...mi dispiace per ciò che ho fatto...davvero" rimaniamo in silenzio per un po' ma io non demordo "come posso farmi perdonare?"

"non puoi" dice e va via nervoso

"ha perdonato nostro fratello per averlo pugnalato, perdonerà anche te" dice Rebekah posando la sua mano sulla mia spalla destra e rivolgendomi un sorriso di compassione

"non sono suo fratello, non ha nessun'accorso con me del tipo <<sempre e per sempre>> mi odierà per l'eternità" mi siedo su una panchina di pietra

"l'eternità è un tempo molto lungo e indefinito, Elijah non è un uomo che porta rancore, dagli tempo e soprattutto dimostragli che può fidarsi di te" si siede vicino a me

"sto cercando di essere una persona migliore, ci sto provando con tutta me stessa ma sembra che ogni cosa che faccia peggiori tutto" sospiro e poggio la mia fronte sui palmi delle mani scaricando tutto il peso dei miei pensieri mentre Rebekah mi accarezza dolcemente la schiena in silenzio "tu perché tu ti fidi di me?" le chiedo stupita dalla sua vicinanza

"non lo so, come tu non sai perché ti fidi di me" la guardo e le sorrido prima di abbracciarla velocemente

"giusto...direi di tornare dentro, la festa ci aspetta!" mi alzo e la prendo da una mano iniziando a camminare verso l'interno della casa

"si però devi concedermi un ballo" dice prendendomi sottobraccio

"ovvio madame" rientriamo in sala e iniziamo a ballare una danza degli anni venti nonostante la base in sottofondo sia un noiosissimo lento,  scoppiamo a ridere mentre tutti gli invitati ci guardano come se fossimo pazze e fuori luogo, ma come biasimarli. Poi succede, dal nulla, un boato assordante e dal nulla una parete crolla, nessuno sembra essere entrato nell'abitazione quindi ci avviciniamo verso la parete crollata e lì appare lui. Del sangue cola dalla sua bocca e le sue mani stringono un cuore, a spezzare il silenzio è proprio la sua fredda risata. Assottiglio lo sguardo e vedo Bonnie superarmi fino ad essere a un passo da lui

"tu come fai ad essere qui?" la sua voce trema ma tenta di camuffare la cosa alzando di poco il suo tono di voce

"è una festa, ad essere onesti non mi aspettavo di non essere invitato è da veri maleducati escludere le persone sapete?" un ghigno beffardo apparse sul suo volto

"tu sei un sociopatico" risponde nuovamente la ragazza mentre Damon si avvicina a lei e cerca di allontanarla il più possibile da lì

"tranquillo non sono qui per fare del male alla vostra streghetta o a nessuno di voi" mentre lui parla Stefan si avvicina a me fino a superarmi di qualche centimetro, io sono ancora immobile a osservarlo

"e allora cosa vuoi?" chiede scontroso il biondo

"penso sia più opportuno chiedere chi voglio" mi guarda e sorrise

"chi vuoi allora?" continua Stefan alla mia sinistra notando il gioco d sguardi tra me e il ragazzo

"lei lo sa...andiamo amore?" si avvicina a me ma io indietreggio di un passo e Klaus si avvicina a me confuso e arrabbiato

"l'avevo detto che la ragazzina avrebbe causato problemi" lo guardo male ma lo ignoro per poi posare lo sguardo sul ragazzo difronte a me

"Malachai Parker noi non siamo più niente non chiamarmi mai più amore" il suo sguardo muta, diventa cupo e tre secondi dopo sento una fitta vicino il cuore. Il suo braccio passa tra le mie costole e la sua mano sfiora il mio cuore, il dolore è atroce e un urlo soffocato esce dalle mie labbra. Poso velocemente la mano sulla parete crollata e assorbii più magia possibile, lui capisce ciò che sto facendo ma prima che muovesse anche solo un dito espulsi tutta la magia accumulata contro di lui. Vola via e si scontra con il pavimento privo di sensi, inizio a tossire e sputare sangue mentre la mia ferita inizia a rimarginarsi, nonostante il dolore provo ad alzarmi per raggiungere il suo corpo.

JUST HER // Kol MikealsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora