Continuo a guardare la lapide avanti a me, spoglia e vuota. Esprime totalmente la solitudine e l'odio che ha affrontato mia sorella.
Katerina Petrova
nata il 1473
E' l'unica cosa incisa sulla triste pietra grigia, non posso credere che abbiano ucciso mia sorella solo per far si che io accendessi la mia umanità, certo il loro piano ha funzionato, ma a che prezzo? La sensazione di odio verso me stessa per aver ucciso Kai ed essere la causa di morte di mia sorella mi sta lacerando interiormente.
Solo un mostro, ecco cosa sono, ho sempre pensato di essere migliore di così. Meno egoista, meno impulsiva e meno portata a rovinate la vita delle altre persone, sono diventata tutto ciò che avevo paura di divenire, vado via.
Sono sola da poche ore e continuo a guardare Mystic Falls dall'alto seduta sul cornicione del campanile, potrei andare via da questa città e iniziare la mia vita da zero. Sarebbe la scelta migliore da fare se solo avessi una singola idea di dove andare e con chi stare, talvolta vorrei tornare ad essere umana solo per poter mettere fine allo strazio della mia vita. Chi ha detto che l'immortalità è un dono evidentemente era un ragazzino che sognava la sua eterna felicità dopo aver visto Twilight dimenticando la parte dove si passa una vita in fuga, senza uno scopo e con innumerevoli nemici e istinti incontrollabili. Mi alzo in piedi e guardo l'altezza del campanile, non può uccidermi ma rimane comunque l'unico modo per perdere coscienza in un breve lasso di tempo. Nessun ulteriore esitazione, faccio un passo e sento l'aria schiantarsi contro il mio corpo, migliaia di brividi attraversano la mia schiena. Mi preparo all'impatto sul pavimento ma all'improvviso l'aria si ferma ma non sento l'impatto, solo due braccia tenermi salde.
"non pensavo avessi istinti suicida" dice Kol lasciandomi
"non posso morire" affermo io "che vuoi" continuo scontrosa
"vieni" afferma prendendomi per un braccio
"dove?" Il mio sguardo è confuso ma i miei occhi sono ancora rossi per il pianto
"vedrai" dice sorridendo e non so perché decido di fidarmi e di seguirlo, stranamente stare con lui mi fa sentire bene e felice.
Mi porta in una piccola locanda in legno con delle luci appese come decorazione in alto, una musica a basso volume allenta la tensione tra noi due, mi volto verso di lui e noto il suo sguardo dolce
"che significa tutto ciò" gli chiedo sottovoce
"pensavo ti servisse qualcosa per distrarti" dice ovvio avvicinandosi a me e accarezzando dolcemente il mio viso
"pensavi bene" gli sorrido e aggiusto una ciocca ribelle dietro il mio orecchio
"allora siediti pure" dice facendomi segno con la mano di raggiungere un divanetto da esterno con grandi casini neri posiziononati sopra di esso, lo supero e mi siedo mentre lui mi segue per poi aprire il televisore e posare una sua mano sulla mia gamba destra.
Quel piccolo gesto provoca mille brividi sul mio corpo, mi stringona lui e stringo la mia mano sopra la sua mentre poso la testa sulla sua spalla, si irrigidisce per un secondo ma poi si volta verso di me e allenta la tensione dei suoi muscoli, lentamente si volta nuovamente verso il televisore su cui ha proiettato un film a me sconosciuto in bianco e nero.
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JUST HER // Kol Mikealson
FanfictionElisaveta Petrova, sorella minore di Katerina Petrova. Tutti si fano ingannare facilmente dai suoi dolci occhi verdi ma bastano pochi secondi in sua compagnia per capire la sua ironia tagliente, a lei invece bastano pochi secondi per capire e sfrutt...