capitolo 4 -Si balla-

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CAPITOLO 4

Giorgia'sPov

Si avvicina sempre di più, la mano che non teneva la tazza si posò sul mio fianco, non ricordo nemmeno il momento in cui si è alzato dalla coperta e mi si è piazzato davanti. Stava per baciarmi e lo volevo ardentemente, non so per quale assurdo motivo lo volessi, faccio una gran fatica nel tornare in me e pensare che sia tutto così sbagliato, stiamo andando troppo veloci, e so che andare veloci non è affatto una cosa positiva. Non riesco a muovermi, ma proprio quando le sue labbra stanno per toccare le mie, mentre i miei occhi si chiudono istintivamente aspettando il sapore delle sue labbra sulle mie, sento una pressione sulla guancia e le labbra che aspettavo si posassero sulle mie si posarono sulla mia guancia destra. Rimaniamo così per qualche secondo, forse un minuto, lui con la sua bocca morbida e dolce sulla mia guancia e io con gli occhi chiusi. Dentro provo un misto di emozioni come la delusione e il sollievo, la tristezza e la gioia. Quando ci stacchiamo restiamo in silenzio, questa volta si sente un leggero imbarazzo nell'aria. Rimaniamo fissi l'uno negli occhi dell'altra fino a che lui non interrompe quel momento, interrompendo anche tutti i miei pensieri.

W: "Mi piaci Giorgia, mi piaci anche se so che sembra impossibile visto che ci conosciamo da qualche ora, è buffo ma è così, mi piaci molto ma voglio andare con calma perché qualcosa spaventa entrambi, entrambi sappiamo cosa spaventa noi stessi. Ma non credere che ti lascerò andare così, senza aver tentato."

Detto questo non mi da il tempo di rispondere che si incammina verso la porta, mi fa un sorriso timido e mi da la buonanotte, lasciandomi su quel tetto freddo presa dei miei pensieri.

Il giorno dopo

Non so con quale forza sono riuscita ad alzarmi dal letto per andare al mio primo giorno di college. Avevo ancora la testa piena di ricordi della notte stessa, tante domande mi circolavano per la mente, tante domande a cui non ero in grado di rispondere. Volevo concentrarmi al massimo sulla giornata che mi aspetterà al college, dovevo tornare in me prima che qualcuno si accorgesse del mio improvviso cambiamento. Scrissi un messaggio ai miei dandogli il buongiorno e dicendogli che avrei chiamato appena avrei trovato del tempo tra una lezione e l'altra. Poi chiamai velocemente mio fratello dopo aver messo i jeans con una maglietta lunga dei Lakers e le mie adorate converse nere. La chiamata durò poco ma mi aveva fatto comunque piacere sentire mio fratello, Edoardo. E' una delle poche persone di cui mi fido, è la mia forza, non so cosa farei senza di lui, è ciò che ho di più bello al mondo.

Io, Sara e Aurora siamo pronte per le prime lezioni in un'altra città. Arriviamo in college dopo venti minuti passati a trovare la strada, alla prima ora abbiamo la lezione di contemporaneo quindi ci dirigiamo nello spogliatoio per cambiarci, una volta finito entriamo in sala dove ci stanno già alcuni ragazzi, ci mettiamo in un angoletto e iniziamo a chiacchierare.

S: "Ieri sono stata benissimo, Niall è un ragazzo veramente carino, sia d'aspetto che nei modi, mi ha chiesto di uscire quindi questa sera non ci sarò a cena."

G: "Oh, ehm, okay. Allora, raccontami di lui, ti piace?" continuavo il discorso non solo perché mi interessava, ma anche e soprattutto perché dovevo smettere di pensare a lui. Sara è veramente felice, sono contenta che lo sia dato che la sua vita a Roma non era delle migliori, spero solo che quel ragazzo non la faccia soffrire.

S: "E' fantastico, credo di si, credo mi piaccia, la cosa più bella è che viene a scuola qui..." Non la feci finire di parlare.

G: "V-viene a scuola q-qui?" Annuì un po' preoccupata, sicuramente dalla mia espressione, proprio mentre stavo per continuare a parlare sentii una voce roca chiamarmi. Sapevo perfettamente chi fosse.

W: "Chi si rivede, non riesci proprio a starmi lontano, è tigre?" mi giro consapevole di come sono ridotta, sicuramente sono bianca cadaverica, non poteva stare in questa scuola, non posso averlo così vicino se voglio allontanarlo. Mi guarda con espressone interrogativa. Prendo subito il controllo di me e torno ad essere chi sono veramente, divento in pochissimi secondi colei che fa le battutine arroganti e spesso infastidite.

The Shadow Inside MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora