"Quindi mi stai dicendo che il volo ha fatto ritardo di due ore???? Non posso crederci." Sono da Starbucks, nell'aeroporto, con Betta, ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere da sole. Attacco il telefono e vedo la bionda che mi guarda trattenendo una risata. "Che c'è? Che ho fatto?" Chiedo, a quel punto non si trattiene più e scoppia in una di quelle risate che ti escono proprio dal cuore.
"Hai una faccia che.... oddio dovresti vederti." Continua a ridere. Sorrido per la sua spensieratezza. Non le ho detto ancora quello che è successo, lo farò più in là, ora voglio godermi il suo ritorno.
Passiamo le due ore seguenti a fingerci turiste, guardare souvenirs e mangiare. Si mangiare. Quando finalmente annunciano l'arrivo dell'aereo dei miei avevamo appena finito un cartello con scritto "Famiglia Vendetti", si, in italiano, perchè mi andava di scrivere nella mia lingua.
Appena vedo la testa di mio padre e mia madre il mio cuore inizia a battere molto più velocemente rispetto a prima, ma quando vedo mio fratello uscire dalle porte automatiche tutto si blocca, le lacrime scendono ed istintivamente gli corro incontro. Lui prontamente mi prende ed allaccio le gambe attorno a lui. La mia testa nell'incavo del suo collo, le lacrime che scendevano veloci, lui faceva lo stesso, entrambi a piangere per l'altro.
"Mi ero ripromesso di non piangere." Disse ancora piangendo, mischiandoci una piccola risata. Era veramente troppo che non ci vedevamo, prima che io partissi lui era in America da tre mesi per lavoro. Quando scendo da sopra di lui, mi mette un braccio intorno alle spalle ed insieme andiamo verso Betta ed i nostri genitori, passano altri lunghi minuti, mentre saluto anche loro e, finalmente, andiamo via da lì.
"Insomma tu sei il ragazzo della mia sorellina eh." Edo ha una faccia abbastanza seria di fronte a Will, è poco più alto di lui ed il ragazzo dagli occhi blu guarda mio fratello con un velo di preoccupazione nello sguardo.
Ma, quando risponde a mio fratello, la sua voce appare sicura.
"Si, piacere, Will." Gli tende la mano, Edoardo la osserva, guarda me. La mia tensione e quella di Will sono palpabili nell'aria. Mio fratello mi sorride e stringe la mano al riccio davanti a lui.
**
Sembro stupida. Sono davanti al mio armadio da dieci minuti, guardo i vestiti e mi sembrano tutti troppo inadeguati, non che debba andare da qualche parte di eccessivamente posh, ma non trovo comunque nulla. Io e Will dobbiamo andare a cena con la mia famiglia, verranno anche Sara e Niall, mia madre insisteva nel volere la mia migliore amica, sinceramente non mi dispiace l'idea. "Posso entrare?" Una testa rossa fuoco (tinta recentemente) entra nella stanza, le faccio cenno di avvicinarsi e Sara viene verso l'armadio. "Ho un problema" dice agitata "il tuo stesso problema" la guardo, poi guardo l'armadio e guardo di nuovo lei. "Facciamo a cambio di vestiti?" Le chiedo. "Speravo lo dicessi." Sorrido pensando a quanto siamo telepatiche certe volte. "Iniziamo con te poi andiamo in camera tua. Annuisce e ci giriamo verso l'ammasso di vestiti. Ora siamo in due a sembrare stupide."Ragazze siete bellissime." Questa scena mi ricorda tanto quando eravamo a Roma. Era la festa di fine liceo. Io avevo un vestito lungo, completamente nero, uno spacco che iniziava a metà coscia, attillato con la scollatura profonda e la schiena scoperta. I capelli pieni di boccoli alle punte che cadevano morbidi in avanti. Sara aveva un vestito rosso, anche questo lungo ma a sirena, lo scollo a cuore. I capelli raccolti in una treccia a spina di pesce larga, che le ricadeva sulla spalla. Quando scendemmo le scale di casa mia, ad aspettarci c'erano i miei genitori, Ryan che accompagnava Sara, e mio fratello che, invece, accompagnava me. Se ve lo state chiedendo si, era già successo tutto, infatti quello fu uno dei miei ultimi giorni nella mia città. Tornando al ricordo, Edoardo prese la mia mano e Ryan fece lo stesso con la ragazza al mio fianco. Nel frattempo mio padre non faceva altro che fotografare e mia madre si stava commovendo. Ci facemmo tante di quelle foto, come per far capire a tutti che il nostro era un gruppo, e non si sarebbe mai sciolto. In un momento così critico della mia vita, vederli tutti vicini a me, con fare protettivo, mi riempì il cuore di emozioni contrastanti. Andammo alla festa con la macchina di mio fratello, ballammo, scherzammo e facemmo i cretini con la consapevolezza che non sarebbe accaduto per molto tempo. Tutta la sera non lo vidi. Non vidi quegli occhi color nocciola, motivo per la quale riuscii a divertirmi. Quando decidemmo di andare via dalla festa salimmo in macchina e Andammo al mare, avevamo avvertito che non saremmo tornati a casa quella notte. Una volta arrivati ci cambiamo prima io e Sara con semplici pantaloni e maglietta. Dopo si cambiarono gli altri due. Sdraiati tutti e quattro sul cofano della Range Rover di Edo, ascoltammo musica parlando, tanto. Non mi sono mai ritenuta una persona sentimentale, ne tanto meno mi ci ritenevano gli altri. Ho sempre avuto la tendenza di tenermi tutto dentro, in quel momento non ci riuscii. Sentii di dover loro tutto, il minimo che potessi fare fu quello di parlare con loro, di aprirmi e dire tutto quello che sentivo di dover dire. Ricordo ogni singola parola, come fosse ieri: "Voglio ringraziarvi, vi voglio ringraziare per tutto ciò che ogni giorno fate per me, per essere sempre presenti in ogni momento della giornata. Pensando a tutto ciò che insieme abbiamo superato, tutti i dolori, le sofferenze, i lutti. Fin da quando abbiamo cinque anni siamo inseparabili e lo saremo sempre. Sono qui ora a parlare finalmente con voi per dirvi che siete le persone più importanti della mia vita. Voglio ringraziare te, Ryan per avermi difeso sempre e comunque, ti sei quasi fatto ammazzare nella speranza che mi lasciassero stare, sei sempre stato come un fratello e non potrò mai ripagati per quello che stai facendo per me. Tu Sara, che sei sempre stata la mia migliore amica, dalla prima elementare, siamo cresciute insieme e conosciamo l'una il buio e la luce dell'altra. Ti amo come non potrei fare con molti altri, continueremo questa nostra storia insieme. Infine ci sei tu Edo, tu che mi hai dato così tanto, fin da quando eravamo piccoli mi difendevi quando mamma e papà mi sgridavano, mi curavi le ferite quando cadevo dalla bicicletta, poi dallo skate. Mi portavi in giro con la bici quando volevo scappare dal mondo, mi portavi in cima a quel palazzo, il nostro posto speciale. Mi portavi, poi, in macchina su quel colle che ci piace tanto. Sei sempre stato il mio angelo custode e ti darei la vita se servisse. Morirei pur di vederti, anche se da là su, sano e salvo, vivrei mille vite se questo significasse vedere il tuo sorriso. Scalerei la più alta montagna del mondo pur di raggiungerti. Non dubitare che io possa fare una cosa del genere perché se io sono qui ora è soprattutto merito tuo. Se io ora non mi trovo su un letto piena di ferite è perchè sei sempre stato al mio fianco e questo non cambierà mai. Stai bene attento al fatto che il mio amore per te è incondizionato e chiunque non può sapere com' è avere il fratello migliore del mondo al proprio fianco, perchè tu sei una mia esclusiva e nessuno ti porterà via. Ci sarò sempre per te, qualsiasi cosa succeda, io ci sarò. Voglio dirvi solo che, nonostante tutto, sono felice, sono felice perchè ho voi e voi avete me. Questa notte è nostra e, citando quel film che tanto amiamo, "Noi siamo Infinito."
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The Shadow Inside Me
RandomGiorgia è una ragazza di 18 anni, si trasferisce a Londra con le sue amiche per ricominciare. Il suo passato continua a perseguitarla. Decide di non voler più credere nell'amore. Will, un ragazzo inglese che nasconde un segreto troppo grande. Non co...